Da omosessuale a "catholic blogger" passando per Medjugorje
Ascolta la versione audio dell'articolo
Credeva di essere lesbica, vivendo per 15 anni tra relazioni con altre donne e attacchi di panico, fino al momento in cui lancia un grido disperato verso il Cielo, che le trasforma completamente la vita. Ora diffonde la fede attraverso i social e la prima testimonianza che offre è la sua storia: "sono la prova che a Dio nulla è impossibile".
Sabrina Buonadonna ha 33 anni, è di Napoli, ma vive a Gaeta e dopo la sua esperienza omosessuale si è dedicata a Dio, evangelizzando e diffondendo la Parola di Dio tramite una pagina instagram Catholic blogger.
Fino al 2018 credevi di essere omosessuale, dico “credevi” perché oggi sei etero. Puoi raccontarci?
Tutto è cominciato alle scuole medie, dove conobbi questa ragazza durante un laboratorio. Aveva un carattere molto forte e mi piaceva il suo modo di fare. Di lì a poco siamo diventate amiche e abbiamo iniziato ad uscire insieme. Entrambe avevamo un'attrazione l'una per l'altra ma sapevamo che era sbagliato. E forse proprio quello ci ha portato ad avere ancora più desiderio, perché sapevamo che era una cosa che non si poteva fare.
E da lì a poco è iniziata questa relazione, inizialmente, "clandestina".
Con lei sono stata 6 anni, poi dopo di lei ho avuto altre relazioni più o meno importanti.
Ho vissuto nell' inganno dell'omosessualità per ben 15 anni.
Tu stavi con una ragazza ma non ti reputavi lesbica?
Sì, nella mia prima relazione non mi reputavo lesbica, anche perché i ragazzi mi piacevano. Sentivo questa attrazione solo verso questa ragazza.
Quando lei mi diceva che eravamo lesbiche quella parola mi infastidiva perché non mi reputavo tale. Le dicevo: "Tu sei così, io non sono lesbica, perché a me non piacciono le altre donne, a me piacciono gli uomini". Ma lei mi ripeteva: “No, se stai con me sei lesbica”. Dopo di lei conobbi un’altra ragazza con la quale sono stata per tre anni, andando subito a convivere con lei... e da lì in poi iniziai a convincermi di essere lesbica.
Però sin da piccola hai sempre avuto la vocazione al matrimonio...
Sì, sin da quando ero piccola ho sempre sentito una forte vocazione al matrimonio. Ricordo che guardavo continuamente i filmini delle nozze dei miei parenti e mi emozionavo ogni volta, immaginando il mio matrimonio. Infatti quando stavo con le donne mi faceva soffrire l'idea di non potermi sposare con un uomo, perché dentro di me non era svanito quel desiderio. Anche questo nel corso del tempo mi faceva dubitare di essere lesbica. Nel mio cuore, nonostante tutto, restava un forte desiderio: potermi sposare con un uomo ed avere una famiglia e dei figli.
Poi ad un certo punto arrivano gli attacchi di panico…
Gli attacchi di panico sono iniziati durante la mia prima relazione. Lei era molto possessiva verso di me, l'ho lasciata più volte durante quei sei anni e ogni volta che provavo a lasciarla mi minacciava di togliersi la vita. A volte alzava anche le mani, mi faceva venire i sensi di colpa... e così finivo per tornare da lei, anche se con lei non stavo più bene. Inoltre mi minacciava che, se l'avessi lasciata, avrebbe rivelato tutto ai miei genitori (che non sapevano nulla). E così, per dispetto, iniziai anche a tradirla.
La prima volta che ho subito un attacco di panico sono finita in ospedale perché non riuscivo a respirare. Da allora in poi attacchi di panico e ansia mi accompagnarono per diversi anni.
Quando e come è avvenuto il cambiamento?
Dopo la mia ultima relazione iniziai a stare male perché sentivo sempre di più dentro di me che non ero lesbica, ero molto confusa... Lo definisco "inganno d'identità" perchè è un vero e proprio inganno. Stavo male, un giorno iniziai a piangere tutto il giorno, e chiesi aiuto a Dio e la Madonna. Dissi: "Ti prego, Signore, aiutami tu... sono così confusa ho bisogno del tuo aiuto". Fu un vero e proprio grido d'aiuto rivolto a Dio. Il giorno dopo partii per Aosta, andai dai miei cugini, ai quali sono molto legata. Avevo bisogno di distrarmi un po'. Chiesi subito a mia cugina di prendere appuntamento con il suo sacerdote, perché volevo parlare un po' con lui vista la forte confusione e il malessere che avevo. La notte prima di andare da questo sacerdote, sognai di passeggiare per strada e guardando nel cielo vidi un'immagine della Madonna con Gesù bambino in braccio. Al risveglio raccontai il sogno a mia cugina. La mattina stessa abbiamo partecipato alla Messa, prima di andare dal sacerdote. Durante la celebrazione cercavo un segno, mi chiedevo: "Madonnina cosa significa questo sogno?". Terminata la santa Messa, passò una signora a distribuire delle immaginette (fatto insolito in quella chiesa) e appena la presi in mano rimasi senza parole: era un immagine della Madonna con Gesù in braccio. In quel momento avvertii una sensazione di gioia, emozione, pace, amore, un senso di calore che passava dalla testa ai piedi. E da quel giorno aprii il mio cuore ed il Signore iniziò ad operare.
Perché, secondo te, è avvenuto questo cambiamento nella tua vita?ì
Il cambiamento è avvenuto solo grazie a Dio. Io con le mie forze non avrei potuto cambiare nulla. Quando vivi un inganno del genere, non riesci a liberarti così facilmente. Come sappiamo il Signore ci ha donato il libero arbitrio e ci lascia quindi liberi... Ma quando tu chiedi aiuto al Signore, quando gli apri il tuo cuore, Lui subito corre in tuo aiuto. Ed io sono la prova che davvero è così. Io ho semplicemente chiesto aiuto per la prima volta a Dio... e lui ha fatto tutto. Io ho solo aperto il mio cuore e gli ho permesso di entrare nella mia vita. E Lui ha trasformato completamente la mia vita. Ero morta spiritualmente e lui mi ha riportato alla vera vita. Perché la vera vita è solo in Cristo. Ma questo lo puoi sperimentare quando inizi a conoscere il suo Amore.
Come ha inciso Medjugorje nel tuo cambiamento?
La prima volta mi costrinse mia madre ad andare a Medjugorje con tutta la famiglia, io non volevo assolutamente andarci e lo feci controvoglia, senza alcun effetto su di me. Poi ci tornai la seconda volta, anche con la mia ex, ed ero stata molto bene, ma il mio cuore era chiuso. Convivevo, vivevo nell' omosessualità, vivevo praticamente nel peccato mortale. Non riuscivo a lasciarmi andare del tutto. Ma tutte le volte che sono andata, anche se avevo il cuore chiuso e vivevo in peccato mortale, la Madonna ha avuto modo di mettere un piccolo seme nel mio cuore che con il tempo pian piano ha portato i suoi frutti.
Oggi considero Medjugorje la mia seconda casa, almeno una o due volte l'anno sento il bisogno di andare per ricaricarmi, per affrontare poi il mondo che viviamo, le varie difficoltà. Medjugorje è il mio posto del cuore.
Secondo la tua esperienza posso chiederti che cos’è l’omosessualità? Inoltre si ci nasce o ci si diventa? L'omosessualità non è altro che un inganno d'identità. Assolutamente non si nasce, ed ho avuto conferma di quello che sto dicendo da quando ho conosciuto l'amore di Dio e la sua parola. È un ragionamento anche di logica: Perché l'omosessualità rientra nel sesto comandamento: non commettere atti impuri. E dato che Dio ci ha creato, farebbe mai nascere Dio un figlio gay, se nella sua legge rientra come peccato mortale? Assolutamente no, già questo dovrebbe farci riflettere e capire che assolutamente non ci si nasce.
Cosa vuoi trasmettere con la tua testimonianza?
Innanzitutto sono felice di testimoniare perché lo stesso il Signore ci chiede di farlo. E se posso essere un piccolo strumento nelle sue mani lo faccio con vero piacere.
Sono molto grata a Dio e a Lui devo tutto ed ogni giorno lo ringrazio per avermi liberato dall' omosessualità. La mia storia spero che possa essere d'aiuto a chi sta vivendo oggi quello che io ho vissuto in passato, chi magari vive questa confusione, e non riesce a uscirne come non riuscivo io.
Voglio che sappiano che solo rivolgendoci a Dio, Lui può liberarci da ogni male, da ogni confusione da ogni situazione difficile o che sembra impossibile da superare.
Io ho vissuto 15 anni in questo inganno e sono la prova che a Dio nulla è impossibile. Bisogna solo aprirgli il cuore e lasciarlo operare nella nostra vita, al resto ci pensa Lui, totalmente.
“Io, omosessuale, vi dico perché il Ddl Zan è contro la libertà”
Cinque anni fa il suo nome era salito alla ribalta per la sua difesa della famiglia naturale, nonostante la dichiarata attrazione omosessuale. Oggi Giorgio Ponte, insegnante e scrittore di 36 anni, ripercorre la sua vicenda personale in questa intervista con la Nuova Bussola e critica il Ddl Zan. «Il vero movente della legge è limitare la libertà di parola». Pensare di introdurre un reato di “omotransfobia” è incostituzionale «poiché creerebbe una categoria di persone privilegiata rispetto alle altre contravvenendo al principio della Costituzione che afferma che tutti siamo uguali di fronte alla legge».
- IL PRIVILEGIO DI ESSERE GAY, di Tommaso Scandroglio