Cyberbullismo, conoscerlo per difendere i nostri figli
Minaccia concreta, quello del cyberbullismo, è un fenomeno in costante crescita. Se ne parlerà al seminario organizzato da Fidae Lombardia che si intitola “Cyberbullismo: una sfida educativa”. Il convegno si terrà sabato 18 aprile dalle ore 9:00 alle 13:00, presso l’istituto Gonzaga di Milano.
Minaccia concreta, quello del cyberbullismo, è un fenomeno in costante crescita. Sempre più spaesati e incapaci di comunicare, i ragazzi di oggi si coprono dietro uno schermo di diverse dimensioni per chiacchierare, confrontarsi e trovare una risposta al senso di solitudine. Questo mutamento delle relazioni umane spinge i più giovani a trovare riparo in un universo retto da regole e schemi ben diversi, dove si annidano nuovi pericoli le cui conseguenze sottolineano già una reale preoccupazione.
Secondo i più recenti dati raccolti da una ricerca realizzata da Ipsos - Save the children, circa i 2/3 dei minori italiani identificano nel fenomeno del cyberbullismo una vera minaccia. Il cyberbullismo genera diverse conseguenze negative. Per il 38% degli intervistati incide sul rendimento scolastico, per il 72% rovina la reputazione e per il 54% genera depressione. In certi casi, il cyberbullismo viene considerato persino più pericoloso rispetto alla tossicodipendenza o alla molestia da parte di un adulto. Un dato che fa riflettere su quella che è la portata di un comportamento che si sviluppa nel totale assenso e consenso di chi, impaurito o indifferente, resta a guardare.
Una ricerca più recente, condotta dal Miur, ha invece evidenziato che il 21,5% dei ragazzi considera i social network un luogo per fare nuove conoscenze; il 12,5% ha dichiarato di aver utilizzato i social network per offendere i proprio coetanei e il 13,6% dei maschi e l’8,1% delle ragazze ha usato i social network per umiliare compagni attraverso la diffusione di materiali offensivi ed espressioni diffamatorie. Tra le principali vittime a rischio, si tende a colpire le persone più deboli, soprattutto sul loro carattere, dell’aspetto fisico, dell’abbigliamento, dell’orientamento sessuale, dell’etnia e della disabilità. Coprendosi dietro un nickname, sicuri di essere anonimi e intoccabili, i bulli che colpiscono in rete accedono alle e-mail personali delle loro vittime, diffondono in rete messaggi personali e offensivi, inviano messaggi aggressivi e minacciosi, creano pagine Facebook da usare contro le loro vittime e pubblicano in rete foto e video intimi e compromettenti senza il consenso dei diretti interessati. Tutti atti denigratori che mirano a ledere la persona creando frustrazione psicologica e generando, nei casi più drammatici, atti gravissimi come il suicidio.
Per indagare quello che è un fenomeno di cui ancora non si parla e prevenire le drammatiche conseguenze che si potrebbero generare in futuro, Fidae Lombardia ha organizzato un Seminario Regionale che si intitola “Cyberbullismo: una sfida educativa”. Il convegno si terrà il prossimo sabato aprile dalle ore 9:00 alle 13:00, presso l’istituto Gonzaga di Milano ed aperto a tutti. Durante l’incontro interverranno l’assessore regionale alla Formazione e Istruzione, Valentina Aprea, la senatrice Elena Ferrara, il filosofo Silvano Petrosino e la referente per il cyberbullismo dell’Ufficio Scolastico Regionale, Simona Chinelli. L’intento è duplice, da un lato cominciare a far luce su un fenomeno ancora poco noto in Italia e dall’altro aprire a una riflessione sull’uso improprio che ragazzi e, persino i genitori, fanno degli strumenti elettronici come i social network.
Il desiderio, inoltre, mira trovare una strategia che sia utile alle scuole, ai docenti e alle famiglie affinché tutti abbiano gli strumenti e le conoscenze adeguate per comprendere quanto accade ai loro figli e aiutarli a superare questi pericoli. In questo senso, la Fidae mira a dar vita a seminari futuri per formare gli adulti e i ragazzi a un corretto uso della rete, intende attivare un dialogo politico-istituzionale sul fenomeno con la Regione Lombardia e desidera individuare una piattaforma digitale che possa servire come punto di riferimento alle famiglie e alle scuole che si trovano a confrontarsi con il fenomeno in questione.
Progetti e idee lodevoli che, ci auguriamo, servano ad “affrontare in modo intelligente e serio un fenomeno sociale nella totalità dei suoi fattori (morale, educativo, legislativo, didattico e sociale).”. Come ha ben spiegato il Presidente della FIdae Lombardia, Suor Anna Monia, la rete non va di certo demonizzata ma urge “compiere uno “sforzo di comprensione ulteriore per cercare insieme le soluzioni” più corrette ad affrontare un fenomeno sociale che può rivelarsi pericolo e spietato.