DIRITTI UMANI
Cuba, Oscar Biscet non si arrende
In prigione da oltre dieci anni un oppositore delle politiche contrarie alla vita del regime di Castro.
Attualità
09_12_2010
Oggi sappiamo sempre meglio che razza di medico fosse il Che: voleva “curare” l’isola di Cuba importando il modello sovietico, e additava come “esempi da seguire” i feroci dittatori Lenin, Stalin e Mao. Eppure il mito del Che permane. Mentre, al contrario, quasi nessuno in Europa conosce un altro medico, lui sì veramente tale, nero e non bianco, credente in Dio e non nell’ateismo marxista.
Il suo nome è Oscar Elias Biscet. Ne ha promosso la conoscenza, recentemente, in Italia, il Movimento Europeo Difesa Vita (Medv), con il sostegno di personalità come Giuliano Ferrara, Antonio Socci, Andrea Morigi, gli onorevoli Mario Mauro e Renato Farina, il ministro Giorgia Meloni e molti altri. L’editore "Fede & Cultura" ha lanciato una maglietta con il suo volto, non meno bello di quello del Che. L’onorevole Lorenzo Fontana ha portato la sua storia all’Europarlamento… Perché? Chi è Oscar Elias Biscet?
E’ un uomo coraggioso, determinato, che sorretto dalla sua fede e dal suo amore per la propria professione, si batte come un leone per la causa della Vita: contro l’aborto, l’eutanasia e l’eliminazione dei dissidenti anti-comunisti. Biscet sa bene cosa accade nel suo paese. Castro, consapevole di aver condotto Cuba alla miseria, ha provato a procurarsi denaro attraverso la droga. Oggi, ormai da anni, punta sul turismo sessuale e sul turismo medico. Il primo ha ridotto il paese ad un grande bordello, e questo ha determinato un tasso altissimo di aborti, anche sulle piccole minorenni. Il secondo consiste nella vendita a ricchi stranieri, di cure, o pseudo cure, che altrove sono vietate, basate sull’uccisione di embrioni e feti.
Nella Cuba comunista e materialista, che si batte per la legalizzazione della clonazione, l’uomo, non più “figlio di Dio”, ha perso ogni dignità. Ma c’è chi non si rassegna, come Biscet. Anche se questo gli è costato la persecuzione, la prigionia, la perdita della salute. Biscet vive in una piccolissima cella, senza luce, senza spazio, senza bagno. Ha perso i denti, è sempre più minato nella salute. Proprio in questi giorni sua figlia Winnie ha lanciato un altro appello al presidente Obama chiedendogli di intercedere per suo padre che dal 1999 ad oggi ha potuto godere di soli 36 giorni di libertà.
Winnie ha anche scritto: “Recentemente, 39 prigionieri politici che erano stati incarcerati durante la stessa repressione, sono stati liberati e portati in esilio in Spagna o in Cile, sotto i termini di un accordo tra il governo spagnolo, la Chiesa cattolica e il regime di Castro. Mio padre rispetta la decisione di abbandonare il Paese in cambio del rilascio, ma ha coraggiosamente deciso di rimanere in prigione poiché si rifiuta di accettare i termini di tale accordo. Nel "Gulag" di Castro, mio padre ha sofferto orrori e torture indescrivibili. La sua consolazione, resistenza e sopravvivenza nascono dalla sua fede in Dio e dal costante impegno per i suoi principi. Anche in carcere, è uno degli uomini più liberi in tutta Cuba. Questa è la ragione per la quale nessuna condizione potrebbe essere accettata. Rifiuta la libertà condizionale o limitata, che consente al regime di rimandarlo in carcere e non accetterà mai l'esilio forzato in Spagna o altrove. Egli non abbandonerà mai il Paese che ama”.
Anche in Italia si può fare qualcosa per Biscet, collaborando a far conoscere la sua figura e a creare un movimento di opinione. Ricordando che anche Armando Valladares, celebre dissidente cubano autore di “Contro ogni speranza. 22 anni nel gulag cubano” (Spirali), fu liberato grazie ad un forte campagna di stampa e all’intervento del presidente francese Mitterand. Per maggiori info: http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?id=2051