Cristo ci urge!
L'incontro con il Papa dell'Istituto Dignità Umana è stata l'occasione per ricordare l'urgenza dell'insegnamento di Cristo, in un mondo in cui la persona è schiacciata in una libertà illusoria e dove prevalgono nuovi idoli ideologici
Lo scorso sabato, vigilia della festa della Immacolata Concezione, l'Istituto Dignità Umana, fondato cinque anni orsono, ha avuto la gioia di poter incontrare il Papa.
Nell'intervento del suo Presidente Onorario, S.E. Card. Martino, si è voluto mettere l'accento sulla dignità umana come immagine di Dio, così spesso maltrattata e dimenticata nella società odierna. Da parte mia, come Chair dell'Istituto, ho voluto sottolineare quattro questioni fondamentali che ci stanno a cuore:
- la dimenticanza o la protervia lotta contro il Primo comandamento, dato da Dio al popolo ebraico, è alla base della crisi morale e delle conseguenze tragiche del relativismo odierno;
- il riaffermare con la propria vita la bellezza del comandamento dell'amore, dato da Gesù a tutti i discepoli, è "quella proposta affascinante e sperimentabile di felicità che sola può cambiare l'uomo e il destino dei popoli";
- I falsi idoli, dal Gender alla eutanasia, alla eugenetica, all'aborto e alla speculazione finanziaria che producono milioni morti, bambini, vecchi e disabili, poveri.
"Cristo ci urge!", dicevo nel mio intervento, proprio a fronte della situazione odierna, così ben descritta nel Napoleone di Notting Hills di GK Chesterton: "questa moderna liberalità è una vera farsa... la libertà di parola sta a significare che siamo tenuti a parlare soltanto di cose irrilevanti... Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale... Non dobbiamo parlare della morte, l'argomento è deprimente... Non dobbiamo parlare delle nascite, perché l'argomento è indelicato. No, non può durare. Bisogna che qualcosa sopravvenga...". L'Avvento è Qualcuno che sopravviene e cambia il mondo.
Il Santo Padre, nel suo messaggio di "invito a proseguire la nostra opera", ha voluto condividere con noi le sue preoccupazioni ricordandoci con efficacia che "la dignità originaria di ogni uomo e di ogni donna, insopprimibile e indisponibile a qualsiasi potere e ideologia... poteri e forze che finiscono col produrre una cultura dello scarto verso gli esseri umani più deboli e fragili"(nascituri, poveri, vecchi malati, disabili gravi). Essi sono gli scartati ed "espulsi da un ingranaggio che deve essere efficiente a tutti i costi.Questo è un "falso modello di uomo, che attua un ateismo pratico negando di fatto la Parola di Dio", uomo Sua immagine.
Come cambiamo e cambia il mondo? "Se ci lasciamo interrogare da questa Parola, lasciamo che ci interpelli, che metta in discussione i nostri modi di pensare, agire, i criteri, le priorità,le scelte"... allora le cose possono cambiare. Ancora, "la forza di questa parola pone dei limiti a chiunque voglia rendersi egemone prevaricando diritti e dignità altrui e... dona speranza e consolazione a chi non è in grado di difendersi. La Dottrina Sociale della Chiesa, con al sua visione integrale dell'uomo, come personale e sociale, è la vostra bussola... lì c'è la difesa della libertà religiosa, della vita in tutte le sue fasi, del diritto al lavoro decente, della famiglia,dell'educazione". Dialogare e collaborare con tutti quanti, con sincerità e onestà intellettuale condividono, se non la fede, almeno una simile visione dell'uomo e della società, è stato l'invito finale.
Ricordo bene, la forza della Parola, della Provvidenza e delle intercessioni alla e della Santa Madre di Dio. Infatti, due giorni dopo la festa della Immacolata, il rapporto Estrela che, violando il principio di sussidiarietà voleva imporre dal Parlamento Europeo a tutti i paesi membri una educazione a 360° sul Gender e aborto, è stata bocciata, contro ogni previsione. Ancor prima, nel 2010, all’Assemblea del Consiglio di Europa, un Rapporto che imponeva una drastica cancellazione del diritto alla obiezione di coscienza dai paesi europei, proprio nel giorno della Festa della Madonna del SS.Rosario, venne bocciato e riaffermata invece la indisponibilità del diritto.
Fatti, concreti e sperimentabili dei quali far memoria può servire oggi più che mai.