Cristiani perseguitati, la Settimana Rossa in 30 città italiane
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Dal 17 al 24 novembre la Red Week organizzata da ACS per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cristiani perseguitati. Eventi in tutto il mondo. Trenta le città italiane coinvolte, da Palermo a Milano. Mons. Cavina alla Bussola: «Questi fratelli nella fede sono un richiamo anche per noi».
Puntuale, a novembre, torna anche quest’anno l’appuntamento con la Settimana Rossa (o Red Week) per la libertà religiosa e, in particolare, per sensibilizzare sulla situazione dei cristiani perseguitati. Un’iniziativa internazionale di Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS), fondazione di diritto pontificio con sedi in 24 nazioni e con una rete di progetti di aiuto estesa pressoché in tutto il mondo (circa 140 nazioni).
Culmine dell’iniziativa sarà il Mercoledì Rosso (Red Wednesday), che quest’anno cade il 20 novembre, giorno in cui è concentrato il maggior numero di iniziative, che vanno dalla preghiera in comunità alle mostre, dalle testimonianze di chi vive o ha vissuto in contesti gravemente persecutori all’illuminazione di rosso di luoghi di culto e monumenti. Il colore rosso intende simboleggiare il sangue versato dai cristiani perseguitati a motivo della loro fede, quindi i martiri di ieri e di oggi, il cui dramma è in buona parte ignorato.
ACS riferisce che in 61 nazioni su 196 il diritto alla libertà religiosa è fortemente limitato. I cristiani che vivono in terre di grave persecuzione sono oltre 307 milioni. Dati che ricordano che il cristianesimo continua ad essere la religione più perseguitata al mondo. Durante la Settimana Rossa, ci sarà spazio anche per presentare l’edizione 2024 del rapporto Perseguitati & dimenticati?, che si sofferma sulla situazione di 18 Paesi dove le condizioni di vita per i cristiani sono particolarmente difficili (rimandiamo all’articolo di Anna Bono sulle quattro maggiori tendenze di persecuzione individuate da ACS).
Le origini di questa iniziativa risalgono al 2015, quando ACS illuminò di rosso la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro per sensibilizzare sulla situazione dei cristiani in Iraq, perseguitati dai jihadisti dell’Isis fino ad essere costretti a lasciare la propria terra. Quel che all’inizio era stato concepito come un singolo giorno di solidarietà si è andato evolvendo in una settimana o, in alcune regioni, un mese (Red November) di iniziative dedicate.
Centinaia le città coinvolte in tutto il mondo, dall’America all’Oceania. E anche quest’anno si illumineranno di rosso luoghi ed edifici di grande richiamo, dal santuario di Lourdes alla Sagrada Familia di Barcellona, fino all’Oratorio di San Giuseppe di Mount Royal, a Montreal (Canada), il più grande santuario al mondo dedicato allo sposo di Maria Santissima.
Tante anche le iniziative in Italia, con un programma che interessa fin qui trenta città, dalla Sicilia alla Lombardia. Variegato il calendario nell’arcidiocesi di Milano (vedi qui il programma completo), con alcuni eventi che si terranno già domani, 17 novembre. Nella città ambrosiana, in Piazza della Scala, è prevista per il 20 novembre – in collaborazione con il Comitato Nazarat – la recita del Santo Rosario, presieduta da monsignor Carlo Azzimonti, con l’accensione di ceri rossi.
Oltre al capoluogo lombardo, ecco tutte le altre città italiane che hanno aderito in vario modo alla Red Week, promuovendo iniziative quali preghiere, testimonianze e mostre:
Ancona, Brindisi, Busca (CN), Celano (AQ), Ceglie Messapica (BR), Comacchio (FE), Conegliano (TV), Crema (CR), Forlì, Genova, Giussano (MB), Legnano (MI), Lomagna (LC), Muggiò (MB), Novara, Ottaviano (NA), Palermo, Perito (SA), Pianoro (BO), Pizzighettone (CR), Prato, Prignano Cilento (SA), Rimini, Roma, Sesto Fiorentino (FI), Siena, Soncino (CR), Torino, Torno (CO).
Il 20 novembre, saranno illuminate di rosso la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara e la facciata del Duomo di Rimini.
Partecipare è importante perché, come ha detto alla Nuova Bussola monsignor Francesco Cavina, membro del consiglio di amministrazione di ACS Italia, «la Settimana Rossa tiene desta l’attenzione su un problema che è quello della persecuzione dei cristiani. I nostri fratelli nella fede, con la loro testimonianza, ci richiamano a una fedeltà al Signore che dovrebbe riguardarci tutti». Un fatto che riguarda direttamente anche noi cristiani in Europa. Come aggiunge il vescovo emerito di Carpi: «Questi fratelli sono un richiamo ad avere il coraggio della testimonianza, anche se non ci viene chiesto, almeno per il momento, l’effusione del sangue, ma di testimoniare la novità di vita che il Signore Gesù ha portato nel mondo. Questo è veramente il compito del cristiano e della Chiesa. E attraverso questa testimonianza noi rendiamo beneficio al mondo, perché richiamiamo l’umanità a riscoprire il senso vero e profondo della vita, senza cui tutto perde di senso e viene a cadere, come vediamo».
18° Rapporto ACS, cristiani perseguitati più che mai
Aiuto alla Chiesa che Soffre illustra la situazione dei cristiani in 18 Paesi dove professare la fede può costare il carcere o la vita stessa. E non solo in aree a maggioranza islamica o in Cina, ma anche nel Nicaragua di Ortega.