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OMOERESIA

Cristiani Lgbt, bacchettate francesi al Catechismo

Nella diocesi di Poitiers, guidata da Pascal Jean Marcel Wintzer, sul giornale diocesano è apparso un lungo articolo, anonimo, scritto da genitori di persone omosessuali che rimproverano alla Chiesa uno sguardo “giudicante” e non sufficientemente comprensivo.

Ecclesia 24_01_2018

La denuncia viene dal sito francese Riposte Catholique. Nella diocesi di Poitiers, guidata da Pascal Jean Marcel Wintzer, sul giornale diocesano è apparso un lungo articolo, anonimo, scritto da genitori di persone omosessuali che rimproverano alla Chiesa uno sguardo “giudicante” e non sufficientemente comprensivo, lamentano la posizione della Chiesa espressa in occasione dell’approvazione della legge sul “Mariage pour tous”, si augurano che prima o poi riconosca i suoi errori nel non accettare l’omosessualità e i comportamenti omosessuali.

Riposte Catholique critica severamente l’episodio: “Sembra inaccettabile – scrive – leggere un articolo del genere in un giornale ufficiale cattolico in cui si denigra l’azione dei propri fratelli che si sono mobilitati contro la legge Taubira, e il movimento La Manif Pour Tous non aveva alcun disprezzo verso gli omosessuali”. Fra l’altro, se non ricordo male, del Movimento facevano parte anche persone omosessuali, che hanno preso la parola durante i momenti pubblici degli eventi. Continua Riposte Catholique: “L’autore dell’articolo impiega volontariamente un tono ribelle e si considera, così come l’azione della diocesi, in rottura con la dottrina della Chiesa cattolica…e probabilmente ha ragione”.

Riposte Catholique accusa di “secolarizzazione” la diocesi, di “una deriva verso una concezione umanista della Chiesa”. La diocesi fra l’altro non ha quasi più vocazioni, e “gli ultimi e rari candidati preferiscono spesso andare a formarsi altrove per ottenere una qualità di insegnamento migliore”.

Ecco alcuni brani del lungo articolo: “Il giorno in cui hanno saputo dell’omosessualità dei loro figli, dei genitori avrebbero desiderato trovare in seno alla Chiesa un luogo di parola e di sostegno. Chiedono per la loro famiglia risposte diverse dal silenzio e dal giudizio. Di fronte alla loro richiesta i primi segni di una parola più libera appaiono, specialmente nella diocesi di Poitiers”. Subito dopo parte la critica a quello che la Chiesa insegna a proposito delle tendenze omosessuali, e dei comportamenti omosessuali: “Sfortunatamente non è la Chiesa che ci ha aiutato, perché le sue prese di posizione, soprattutto al momento della legge sul Mariage pour tous, ci hanno disgustati. La società stava vivendo un grande passo e ancora una volta molti cristiani restavano fuori da questa evoluzione. È difficile essere a proprio agio in una Chiesa che non riconosce una parte dei suoi membri. Arriverà fino a riconoscere i suoi errori passati?”.

È giocoforza dedurre che gli “errori passati” sono il non riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso. Continua così l’autore: “Dal nostro ambiente religioso noi aspettiamo qualche cosa di diverso da ‘Non so niente dell’omosessualità’ perché questa scusa non tiene, e chiude la porta. Troppi cristiani non osano affrontare il tema….ci aspettiamo un’attenzione piena di benevolenza: ‘Parlateci dei vostri figli. Questo deve essere difficile per voi’! Che riconoscano come prima cosa la nostra sofferenza…”.

Ma non è solo la comprensione, che ci si attende, quanto un riconoscimento: “Questa accoglienza senza distinzione la vogliamo per i nostri figli omosessuali, come ha sempre fatto Gesù…La Chiesa deve aiutare a liberare la parola, cambiando lo sguardo dei suoi membri. Per ciò, basta tornare al Vangelo, sbarazzandosi della camicia di forza della paura che fa nascere una morale rigida, pietrificata nel corso della storia. Che le nostre comunità non riproducano questo stesso schema colpevolizzante e giudicante”. Infine, la notizia che in realtà nella diocesi ci sono iniziative (in quale direzione? Non è esplicitato) e l’appello ai genitori di persone omosessuali:  “Talvolta si ha l’impressione che non si faccia niente nella Chiesa verso le persone omosessuali. Non è esatto, succede qualche cosa a Vienne e a Deux-Sèvres. Genitori che avete un figlio omosessuale unitevi a noi! Da 5 anni mons. Wintzer ha dato incarico a qualcuno nella diocesi (Isabelle P.). Delle iniziative sembrano fare esplodere una certa camicia di forza. Queste azioni si fanno senza rumore, non se ne parla abbastanza. Vogliamo ringraziare il nostro arcivescovo per aver osato aprire la porta”.