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Mali

Cresce di nuovo il numero dei profughi in Mali

Gli scontri nel nord del Mali dall’inizio del 2018 hanno provocato la fuga di decine di migliaia di persone

Migrazioni 03_08_2018

 

 In Mali nessun candidato ha ottenuto la maggioranza di voti necessaria a vincere al primo turno. Quindi il 12 agosto si svolgerà il ballottaggio tra il presidente uscente, Ibrahim Boubakar Keita e il principale sfidante Soumaila Cissé. Al primo turno si sono verificati episodi di violenza in un quinto dei seggi e nel 3% dei seggi non è stato possibile votare per la presenza di milizie islamiste. Tutti i candidati hanno promesso di mettere fine alla guerra che in sei anni ha prodotto centinaia di migliaia di profughi. Benché la situazione sia nettamente migliorata rispetto agli anni trascorsi perché  decine di migliaia di persone hanno potuto tornare a casa, tuttavia il riaccendersi del conflitto nel nord, nelle regioni di Gao, Kidal e Timbuctu, ha costretto altre migliaia di famiglie a fuggire. Gli sfollati, scesi a poche migliaia all’inizio del 2018, sono attualmente più di 61.000. Almeno 130.000 rifugiati, sotto mandato dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, attendono in Mauritania, Burkina Faso e Niger di poter rientrare in patria. Anche l’Organizzazioni internazionale per le migrazioni assiste il governo maliano con programmi di reinserimento e riabilitazione, assistenza sanitaria, protezione e sostegno alle comunità. Presente nel paese dal 1998, dal 2012, allo scoppio del conflitto, ha ulteriormente intensificato il proprio impegno. La sua sede nazionale è nella capitale Bamako e ha tre sedi regionali a Timbuktu, Gao e Mopti dove svolge la maggior parte delle proprie attività.