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INTERVISTA / EURODEPUTATA

"Così l'Ue oscura i contratti sui vaccini"

Accordi per il vaccino Covid-19 ancora secretati e, quelli resi noti, pesantemente oscurati. La Nuova Bussola Quotidiana ne ha parlato con l’on. Isabella Tovaglieri, membro del Parlamento Europeo per il Gruppo Identità & Democrazia Lega-Salvini Premier: "L'Ue nasconde la sua debolezza davanti a chi comanda e saltando i processi democratici".

Attualità 20_02_2021

Contratti e accordi per il vaccino Covid-19 ancora secretati e quelli resi noti, pesantemente oscurati. La Nuova Bussola Quotidiana ne ha parlato con l’on. Isabella Tovaglieri, membro del Parlamento Europeo per il Gruppo Identità & Democrazia Lega-Salvini Premier, che ci ha gentilmente concesso questa intervista.

Partiamo da due fatti: l’Unione Europa si decide a desecretare due contratti con case farmaceutiche che producono e forniscono vaccini per il Covid-19 (CureVac e Astrazeneca), ma lo fa con modalità piuttosto “curiose”. Ce ne può parlare?
Le modalità sono state a dir poco scandalose. Dopo le legittime e reiterate richieste di accesso agli atti da parte di alcuni europarlamentari, la Commissione europea ha concesso loro di visionare il contratto con la casa farmaceutica CureVac in una stanza chiusa, controllati a vista da guardie, senza poter fotocopiare o fotografare, senza poter prendere appunti e senza poter divulgare i contenuti dell’accordo, che risultava peraltro oscurato in tutti i punti chiave.

Una prova di abilità mnemotecnica...
Questi metodi sono incompatibili con i valori su cui si reggono le nostre democrazie occidentali. Dopo che gli eurodeputati hanno protestato - anche attraverso i media - la Commissione ha deciso di desecretare anche il contratto con AstraZeneca, pubblicandolo on line, a disposizione di tutti. Purtroppo però, anche questa volta, tutti i passaggi più importanti dall’accordo sono stati censurati.

Quali sono le parti del contratto maggiormente oscurate?
Nel contratto con CureVac mancano le parti relative alla formulazione del vaccino, al costo delle fiale e alla responsabilità legale e finanziaria in caso di effetti collaterali del siero. Anche nell’accordo con AstraZeneca gli accordi sugli indennizzi sono parzialmente oscurati e sono stati cancellati i paragrafi sui costi di produzione, sul prezzo di vendita, sulla quota di spesa a carico dei Paesi membri e sulla tempistica con cui gli Stati comunitari dovranno rimborsare le spese di spedizione dei vaccini. Anche i tempi di consegna delle 100 milioni di dosi aggiuntive opzionabili da parte dell’UE sono stati coperti da righe nere. Lo stesso vale, infine, per l’ultimo accordo pubblicato pochi giorni fa dalla Commissione, quello con la Sanofi-GSK. Anche questo contratto, infatti, è stato secretato nelle parti relative ai tempi di consegna delle dosi, al prezzo da pagare, alle clausole di risoluzione dell’accordo. Restano invece tuttora secretati i contratti e i pre-accordi stipulati dalla Ue per i vaccini Johnson & Johnson, Biontech, Moderna, Novavax e Valneva.

A non essere censurata è però un’espressione che ricorre spesso e che da sola dovrebbe bastare a far capire che la fregatura è palese: “Best Reasonable Efforts...
L’espressione best reasonable efforts, ovvero faremo “il meglio possibile, ragionevolmente”, che ricorre spesso nel contratto con AstraZeneca, è stata inserita dalla società per cautelarsi nel caso si verificassero problemi nella produzione e nella distribuzione dei vaccini. Nel contratto, dunque, non ci sono obblighi precisi di AstraZeneca nei riguardi della UE, come ha ammesso candidamente, in un’intervista, lo stesso amministratore delegato dell’industria farmaceutica. È chiaro che la Commissione europea non è stata capace di tutelare i 450 milioni di cittadini che essa rappresenta, esercitando appieno il suo ruolo di potenza mondiale, ottenendo che nei contratti fossero inserite clausole stringenti a carico delle Big Pharma.

Ha potuto comunque venire a conoscenza delle condizioni di eventuali risarcimenti per inefficacia del vaccino o suoi effetti indesiderati?
Come dicevo, gli articoli relativi agli indennizzi sono stati parzialmente oscurati in tutti i contratti e quindi non è assolutamente possibile valutarli e, in caso di effetti collaterali, non è possibile sapere chi dovrà risarcire i cittadini, se l’Unione, i singoli Stati o i produttori.

Un problemino non da poco, al quale se ne accompagna un altro: le rassicurazioni di Ursula von der Leyen vengono smentite da questi stessi contratti. È stata pesantemente gabbata da Big Pharma o gioca con loro?
Alla luce dei forti ritardi nella produzione e distribuzione dei vaccini, la Presidente della Commissione europea è stata costretta ad ammettere che ci sono stati problemi, ma ha minimizzato la loro portata, limitandosi a dire di aver «peccato di ottimismo». Questa ammissione di responsabilità edulcorata non basta, serve invece un vero cambio di passo per far progredire a ritmi sostenuti e senza ulteriori ritardi la campagna di vaccinazione e portare l’Europa fuori dalla pandemia, con benefici sanitari ed economici. I Paesi che concluderanno per primi l’immunizzazione di massa saranno infatti quelli che usciranno prima dalla crisi, con un vantaggio competitivo enorme sul mercato mondiale.

Si è voluto puntare tutto esclusivamente sul vaccino, scelta che, secondo molti medici, poteva essere bilanciata anche da una maggiore disponibilità di cure. In ogni caso, qual è ora la situazione dell’Europa?
Al momento l’Europa è in ritardo di alcune settimane rispetto ad altre potenze economiche, come Stati Uniti e Gran Bretagna. È quindi di importanza strategica recuperare al più presto il tempo perduto e i 90 miliardi di euro che finora, secondo alcuni analisti, abbiamo perso a causa dell’inizio fallimentare della campagna vaccinale centralizzata. La scorsa settimana la presidente von der Leyen ha assicurato al Parlamento europeo che sono in arrivo dosi sufficienti per immunizzare il 70% dei cittadini comunitari entro la fine dell’estate. Anche a essere ottimisti, l’obiettivo ci pare irrealistico, considerate le premesse.

Molti si stanno ponendo anche un’altra ragionevole domanda: perché Pfizer e Moderna non rendono pubblici i propri contratti?
La presidente della Commissione europea ha garantito che prossimamente saranno resi noti i contratti stipulati con tutte le case farmaceutiche. Ci auguriamo che sia così, anche se sappiamo che, con tutta probabilità, conterranno omissis e censure come quelli che abbiamo potuto visionare finora.

E perché, secondo lei, l’UE non prova a forzare la mano?
Non lo fa perché sta cercando di mediare tra le legittime richieste di chiarezza avanzate dagli eurodeputati e il vincolo alla segretezza preteso dalle case farmaceutiche, segretezza che serve anche a Bruxelles per celare la propria inadeguatezza contrattuale di fronte alle Big Pharma. Pressata dall’emergenza sanitaria e assistita da un pool legale forse non all’altezza della situazione, la Commissione ha infatti accettato dalle industrie farmaceutiche condizioni vessatorie, che ora nessuno dei contraenti ha interesse a divulgare. Per questo chiediamo alla presidente von der Leyen di venire nel Parlamento europeo per mostrarci tutti i contratti stipulati con le Big Pharma, senza parti secretate, senza omissis, senza censure. L’auspicato new deal dei vaccini non può che partire da qui.