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L’intervista

Cordileone: “Il legame tra scienza e fede, antidoto al wokismo”

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Dalle Olimpiadi di Parigi alle persecuzioni sotto il comunismo in Nicaragua e Cina, dalle denunce dei vescovi africani alla grande minaccia del gender. La Bussola intervista l’arcivescovo Cordileone, che sfata il mito di un’opposizione tra scienza e fede: «Sono complementari ed essenziali nella ricerca della verità. Il vero divario è tra scienza e politica».

Attualità 28_12_2024
Mons. Salvatore Cordileone (2020, Ap via LaPresse)

Quando l’arcivescovo Salvatore J. Cordileone fu nominato alla guida dell’arcidiocesi di San Francisco, nel 2012, c’è chi commentò il fatto come «a bombshell by the Bay» (una notizia bomba nella Baia). Da parte sua, il New York Times non gradì quella nomina in una città, come San Francisco, «che ha contribuito a dar vita al movimento per i diritti gay». Colpevole di difendere il matrimonio da ogni ideologia che tenti di indebolirlo, nonché per aver rivisto il contratto degli insegnanti nelle scuole cattoliche inserendo il rispetto di alcuni punti di dottrina (cioè quelli riferiti alla morale sessuale e alle cellule staminali embrionali), nel 2015 si trovò oggetto di un “referendum” che supplicava il Papa di rimuoverlo. Ma fu un flop.

È balzato agli onori delle cronache anche per un progetto (affidato al Benedict XVI Institute) volto a ricordare i martiri sotto il comunismo; e ancora perché, un paio d’anni fa, ha dichiarato che Nancy Pelosi non sarebbe stata ammessa alla Santa Comunione salvo un passo indietro sulle posizioni pro aborto. Alcuni giorni fa, l’ex speaker della Camera ha detto che continua a ricevere l’Eucaristia nonostante il divieto esplicito dell’arcivescovo di San Francisco, che ha replicato rinnovando la richiesta di preghiere per la conversione della Pelosi.

La Nuova Bussola ha intervistato Cordileone, ripercorrendo alcuni dei fatti più significativi che hanno riguardato la cattolicità nel 2024.

Monsignor Cordileone, le Olimpiadi di Parigi sono state il segno di un’estate che ha dato al mondo un messaggio, in buona sostanza, cioè quello di farla finita con il cristianesimo (vedi la blasfemia sull’Ultima Cena) e che ci attende un futuro distopico (vedi la cerimonia di chiusura). La potenza delle ideologie di oggi non ha rivali?
La cerimonia di apertura delle Olimpiadi è stata blasfema e grottesca. La Rivoluzione francese decapitò Maria Antonietta e, tra gli applausi della folla, anche tanti sacerdoti e suore. È questo che dovrebbe rappresentare il motto Liberté, Égalité, Fraternité? È questa la luce dell’Illuminismo? Se la Rivoluzione francese ha insegnato che gli oppositori si giustiziano, quella americana ha voluto riconoscere la necessità di una robusta libertà religiosa, vedendo la religione come un aiuto per instillare virtù. La verità è che una società che vuole cancellare l’ethos giudeo-cristiano, perde la capacità di correggere i mali. E la coscienza viene sostituita dal desiderio di esercitare il potere: ecco quello a cui assistiamo oggi.

Il regime comunista di Ortega, in Nicaragua, continua a soffocare la libertà religiosa perseguitando sacerdoti e consacrati, che spariscono o vengono arrestati. Secondo lei perché la Chiesa non denuncia più il comunismo e non istruisce sui pericoli insiti in molti partiti occidentali che, pur utilizzando raramente il nome, ne sono espressione?
Durante il Concilio Vaticano II si decise di non condannare esplicitamente il comunismo nella speranza di poter costruire ponti. Questo approccio non ha funzionato. La Chiesa potrebbe parlare di più dei mali del comunismo, ma lo scorso anno papa Francesco, commentando la condanna a 26 anni di prigione per il vescovo Rolando Álvarez, ha detto: “È qualcosa fuori dalla realtà; è come se ritornassimo alla dittatura comunista del 1917 o alla dittatura hitleriana del 1935”. È una condanna abbastanza forte. Quando le persone dicono che il comunismo sia una cosa del passato dovrebbero fare attenzione. In particolare, i giovani sono i più bersagliati dagli insegnamenti alienanti del marxismo.

Dall’altra parte del mondo c’è Jimmy Lai, l’eroe cattolico della libertà. La critica esplicita al regime comunista cinese gli sta costando la galera. Il Vaticano ha un accordo segreto con il regime comunista sulla nomina dei vescovi: crede stia portando frutti?
I dettagli dell’accordo non li conosce nessuno, ma è chiaro che ci sono sfide significative per la Chiesa in Cina e che devono essere risolte. L’Arcidiocesi di San Francisco è molto attiva nel sostenere sia il cardinale Joseph Zen che Jimmy Lai: raduniamo i fedeli in ore di adorazione eucaristica a loro sostegno.

Poi c’è l’Africa, dove diversi vescovi lamentano che l’Occidente si avvale di Ong che, con pretesti umanitari, si impegnano in attività che hanno poco a che fare con la carità e, anzi, promuovono aborto e tematiche Lgbt. Come giudica queste pressioni politiche e ideologiche?
Ho ascoltato personalmente queste lamentele nelle conversazioni con vescovi africani. L’Occidente deve smettere di imporre ideologie per i propri scopi egoistici. È aberrante.

Quali sono le principali minacce per la Chiesa cattolica in questi tempi?
Credo che una delle più grandi minacce per il mondo di oggi sia la cosiddetta ideologia di genere. Di recente, il Papa ha detto che è il “pericolo più brutto” dei nostri tempi perché annulla tutte le differenze che rendono l’umanità unica. Sono d’accordo.

Perché?
Uomini e donne sono diversi e allo stesso tempo si completano. Il corpo è composto da una serie di sistemi perfetti in sé per raggiungere i loro scopi. Tranne uno: il sistema riproduttivo, che per il suo fine ultimo ha bisogno del sistema riproduttivo del sesso opposto. È in questo modo che l’immagine di Dio è riflessa nella complementarità, generatrice di vita, tra uomo e donna, che è la comunione delle persone, perché Dio è una comunione di persone che danno vita: Padre, Figlio e Spirito Santo. L’amore tra il Padre e il Figlio manda lo Spirito Santo per attrarci nella comunione del Suo amore. Quindi, eliminare ciò significa cancellare l’immagine di Dio dalla faccia della Terra.

Ma prima dell’ideologia di genere non era già stata cancellata la paternità?
L’altra grande minaccia in questi tempi è proprio il declino della paternità con le sue conseguenze. Negli ultimi 50 anni, diversi studi hanno dimostrato questa realtà. Spesso sentiamo i vari leader discutere di “andare alla radice dei problemi” circa abusi domestici, tossicodipendenza, povertà e sparatorie di massa, ma non c’è un vero desiderio di affrontarli. Perché il problema è tutto nella paternità e nel ricostruire una cultura matrimoniale sana. Gli studi dimostrano che la sola presenza di un padre in famiglia fa la differenza.

Che fare allora?
Molti giovani oggi sono sconnessi dalle famiglie e sedotti da una cultura che non offre loro un chiaro percorso per raggiungere una sana identità maschile, protettiva e produttiva. Cinema, pubblicità e videogiochi offrono l’esempio di uomini come cattivi o imbecilli immaturi, mai come padre amorevoli.

Invece, la Chiesa come si pone al riguardo?
Il Papa, a proposito della figura di san Giuseppe, ha parlato di paternità spirituale per non essere ‘semplicemente’ genitori. Ritengo che, come san Giuseppe, gli uomini di oggi siano chiamati a sacrificare tutto per la famiglia. Sacrificare la lussuria per l’amore, l’ambizione per il servizio, diventare eroi per quanti gli sono stati affidati. Restare in famiglia e spegnere i videogiochi.

Come può un uomo, oggi, assumere questo cambiamento?
Il modo ordinario in cui un uomo può compiere questa trasformazione è attraverso il sacramento del matrimonio. Solo il sacramento impegna ad essere fedeli, a proteggere, ad aver cura per crescere ragazzi capaci di diventare uomini degni di questo nome. In una società lacerata dalla frammentazione familiare, agli uomini è chiesto più eroismo.

Cosa si può fare per i giovani che oggi subiscono la propaganda dell’ideologia woke e non solo?
Credo sia importante, prima di tutto, che i giovani non cadano nel mito che la scienza sia in conflitto con la religione. Spesso, coloro che attaccano la religione sono gli stessi che negano le realtà scientifiche di base, come: Cos’è un uomo? Chi è una donna? Quando inizia la vita umana?

Uno dei miti più diffusi è che la Chiesa Cattolica rifiuti la scienza sulla scorta della persecuzione a Galileo che, peraltro, ha basato i suoi studi sulla teoria originata da Copernico, un chierico ordinato. Ma i fatti sono ben diversi. Molti dei progressi scientifici durante l’epoca di Galileo furono realizzati da scienziati che erano sacerdoti cattolici o persone comunque finanziate dalla Chiesa. Copernico, ad esempio, dedicò il suo famoso lavoro sull’eliocentrismo a papa Paolo III. Perché Copernico avrebbe dovuto dedicare il suo lavoro al Papa se la Chiesa Cattolica è contraria alla scienza?

Bella domanda.
Nel caso di Galileo, il problema fu che presentò la sua teoria come un fatto scientifico quando non c’erano ancora abbastanza prove per passare dalla teoria ai fatti.

La Chiesa semplicemente gli chiese di aspettare. Detto ciò, la cattolicità ha sempre partorito scoperte scientifiche.
Esatto. Molti dei più grandi scienziati della storia erano cattolici, e, tra questi, tanti erano sacerdoti. Un mio confratello vescovo, Robert Barron, ha condiviso alcuni esempi di una lunga lista di sacerdoti-scienziati, chiedendo: «Conoscete padre Giovanni Battista Riccioli, il primo a misurare la velocità di caduta libera di un corpo? Padre George Searle, un sacerdote paolino dei primi del Novecento che scoprì sei galassie? Padre Benedetto Castelli, un monaco benedettino che produsse importanti studi su idraulica e magnetismo; padre Francesco Grimaldi, sacerdote gesuita che scoprì la diffrazione della luce? Forse conoscete padre Gregor Mendel, il monaco agostiniano che ha inventato la genetica moderna o padre Georges Lemaître, che ha formulato la teoria del Big Bang sull’origine cosmica?».

È solo una breve lista di sacerdoti-scienziati che dovrebbe far riflettere. Dio è l’autore della scienza, e questo è il motivo per cui scienza e fede sono complementari ed essenziali nella ricerca della verità in questo mondo. Il vero divario non è tra esse, ma tra scienza e politica: quando la scienza non è conveniente per un obiettivo politico, viene negata.