Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Galdino a cura di Ermes Dovico
15:17 ATTACCO AL TRENO

Coraggio, chiarezza, fedeltà: i tre ingredienti di Clint Eastwood

Uno dei film meno conosciuti di Clint Eastwood, 15:17 attacco al treno, cronaca dell'attentato (sventato) al treno Amsterdam-Parigi del 2015. È un inno al coraggio, alla chiarezza e alla fedeltà al proprio ruolo. Ovviamente non solo il film, ma proprio la storia reale dei protagonisti degli eventi. 

Cultura 08_09_2021
Clint Eastwood e i tre protagonisti

Chi se lo fosse perso, a mio parere, dovrebbe assolutamente vedere "Ore 15.17 - Attacco al treno", l'interessante film del 2018 con la prestigiosa regia di Clint Eastwood. La pellicola racconta con vivo realismo i fatti del 21 agosto del 2015, quando tre ragazzi di Sacramento, capitale della California, sventarono un attacco terroristico fermando a mani nude un armatissimo miliziano dell'ISIS, pronto a fare una strage su un treno in viaggio da Amsterdam a Parigi. Clint Eastwood lo fa basandosi sulle loro memorie, affidate ad un libro, e scegliendo una strada molto poco frequentata, specie in questo genere, chiedendo ai veri protagonisti (Spencer Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos) di interpretare loro stessi. E la cosa straordinaria è che si potrebbe facilmente crederli tre attori professionisti.

Il film ripercorre le vite dei tre coraggiosi giovani amici americani, di cui due militari, che erano in vacanza in Europa. Si inizia dai problemi di disciplina che avevano a scuola per poi osservarli alla ricerca del loro posto nel mondo. Li seguiamo poi nel loro desiderio di fare un viaggio in Europa fino ai drammatici eventi sul treno che segnerà per sempre la loro vita. Durante quell'esperienza straziante la loro amicizia non ha mai vacillato, trasformandosi nella loro arma più potente, che ha consentito loro di salvare le vite degli oltre cinquecento passeggeri presenti a bordo. I tre, insieme, riescono ad immobilizzare l'attentatore, il marocchino Ayoub El-Khazzani, il quale era armato con un fucile d'assalto ed intendeva sparare ai passeggeri. Grazie al loro gesto riceveranno la Legion d'onore, la più alta onorificenza francese, dalle mani del presidente francese che quell'anno era François Hollande.

Sicuramente questo film è un inno al coraggio, alla chiarezza e al mantenersi fedeli al proprio ruolo. Ovviamente non solo il film, ma proprio la storia reale dei protagonisti degli eventi. Analizziamo nel dettaglio questi tre aspetti chiave.

Il primo è un inno al coraggio. Questo è fondamentale in chi in situazioni del genere decide di intervenire. È degno di nota non solo il coraggio dei ragazzi militari che sicuramente erano più addestrati della gente comune per far fronte alla situazione, ma anche quello del primo passeggero che si trova davanti l'attentatore armato: ebbene l'anonimo passeggero non scappa, ma gli si scaglia contro, facendo così guadagnare tempo prezioso ai militari che interverranno subito dopo. Grazie a quel primo passeggero potranno così rendersi conto della situazione e decidere come meglio agire. Se vuoi essere veramente uomo devi avere il coraggio di non cercare di prendere scorciatoie, ma fare la cosa giusta e farla immediatamente quando ti è richiesta!

Secondo aspetto: un inno alla chiarezza. Ognuno nella pellicola viene percepito per quello che è. Il cattivo è l'attentatore e non ci si deve dialogare, non servirebbe. I buoni sono coloro che non scappano dalle loro responsabilità, altrimenti non sarebbero più buoni. Insomma per compiere il bene si deve fare solo una cosa: bloccare in ogni modo il cattivo per salvare centinaia di innocenti.

Terzo aspetto: ognuno si mantiene fedele al proprio ruolo senza lamentarsi né fare ciò che è richiesto ad altri. Gli uomini combattono rischiando la vita. Le donne tentano di salvarsi scappando o aiutano chi è in difficoltà: la moglie resta accanto al marito ferito, la figlia al padre anziano. E chi combatte resta al proprio posto, eroicamente e senza lamentarsi: l'azione dei buoni non è comandata da chi fa la maggior parte del lavoro, ma dal militare con più esperienza. Questi ordina all'amico di andare per primo e lui ci va obbedendo senza fiatare. Ovviamente anche chi comanda poi si mette in gioco in prima persona, ma prima ha coordinato l'azione di tutti. E il terzo sventurato amico che di militare non ha niente, che fa? Sta solo a guardare? Ovviamente no! Lui solo contro l'attentatore non avrebbe potuto niente, ma non appena gli amici sono in difficoltà si lancia a picchiare di santa ragione il terrorista, in modo certo non professionale come gli altri, ma non per questo meno utilmente. È chiaro che se qualcuno non avesse fatto ciò che doveva, la storia dell'attentato avrebbe avuto un esito diverso e sicuramente drammatico: se gli indifesi non fossero scappati in un'altra carrozza, se il primo passeggero non fosse intervenuto, se i tre amici fossero stati fermi, se la moglie non fosse rimasta accanto al marito ferito, l'attentatore avrebbe eseguito, fino in fondo o almeno in parte, il piano terroristico.

Sicuramente a qualcuno potrà sembrare che stoni un po' la vacanza in Europa e addirittura a Amsterdam dei tre futuri eroi, che non ha nulla di eroico, ma anzi sembra dipingere i tre ragazzi nella maniera più banale e a tratti scapestrata, comune a molti ragazzi di oggi! Speriamo che questo sia di lezione a quanti pensano di non valere nulla perché tanto se sei giovane devi solo pensare a divertirti senza assumerti responsabilità: l'eroicità parte sempre da uno come tanti, ma che nel momento in cui gli è richiesto dagli eventi della vita decide di abbandonare la mediocrità, per compiere fino in fondo ciò che è chiamato a compiere. Perché eroi si diventa, non si nasce.

Forse chi gradisce forti riferimenti alla fede in questo film non se ne troverà moltissimi, ma come dimenticare quell’intoppo che accade appena prima che il militare salti addosso all’attentatore e che gli permette di non morire sul colpo? Alcuni lo chiameranno con sicurezza caso, ma come non scorgere invece la Divina Provvidenza, sempre in azione nella vita degli uomini, nonostante sia sempre travestita da evento casuale?

Un grazie a Clint Eastwood che nell'anno in cui, unico attore di Hollywood, sosteneva la campagna elettorale di Donald Trump iniziava da regista le riprese di questo film coraggioso e soprattutto vero.