Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
Migrazioni
a cura di Anna Bono
Venezuela

Continua l’esodo di profughi venezuelani in Brasile

 

È iniziata in Brasile, nella diocesi di Roraima, la missione “Cuore senza confini” a sostegno dei profughi venezuelani organizzata dalla Piccola opera della Divina Provvidenza di don Orione

Migrazioni 22_07_2018

Pacaraima, in Brasile, diocesi di Roraima, confina con il Venezuela e per le migliaia di venezuelani in fuga dal loro paese colpito da una gravissima crisi economica è la principale via d’accesso al Brasile. Si stima che ogni giorno arrivino almeno 6.000 profughi. Quelli che si fermano a Pacaraima hanno bisogno di assistenza e ancor più quelli che proseguono per  Boa Vista, la capitale dello stato di Roraima, distante 220 chilometri, perché lungo la strada non ci sono centri abitati e quindi i profughi sono costretti a dormire all’aperto. Il 19 luglio sono arrivati a Pacaraima il brasiliano don José Sebastião Barros da Silveira e l’argentino don Miguel Alberto Fernández, entrambi della Piccola opera della Divina Provvidenza, per dare inizio alla missione “Cuore senza confini”, destinata a sostenere il parroco don Jesús Lopez Fernandez de Bobadilla, missionario spagnolo fidei donum, nelle attività pastorali e di sostegno ai profughi: sia quelli che decidono di restare a Pacaraima, ai quali occorre fornire alloggio, generi alimentari e assistenza medica, sia quelli di passaggio, diretti verso altre località brasiliane. “È triste – ha raccontato all’agenzia di stampa Fides don José – vedere uomini e donne che vendono aglio, stoviglie e tanti altri prodotti per le strade e i marciapiedi, mentre gli adolescenti lavano il parabrezza delle macchine ai semafori per poche monete. Molti di loro hanno studiato, nel loro paese hanno già finito il college”. La cittadina è povera, inadeguata ad accogliere tanti nuovi arrivati, “piove molto e fa freddo – dice don José – le strade sono invase da una folla di immigrati che vagano dappertutto e la notte dormono su amache rudimentali. Alle 3.00 del mattino – racconta ancora – i volontari iniziano a preparare la colazione per i profughi, servita dalle 5.00 alle 7.30 e per molti questo è l’unico pasto della giornata”.