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Consolata, il dipinto della Vergine perduto e ritrovato

Il Santuario della Consolata è una  basilica posta a ridosso della via omonima ed è uno dei luoghi di culto più antichi di Torino. Dedicato a Maria, invocata con il titolo di "Consolatrice" è considerata il più importante santuario della città e dell'arcidiocesi di Torino, oltre che un vero capolavoro del barocco piemontese.

Cultura 16_05_2015
L'altare del Santuario della Consolata a Torino, con il dipinto della Vergine

L’elegante pronao tetrastilo della Consolata di Torino e le cappelle ellittiche che ne circondano il Santuario sono opera dell’ingegnere torinese Carlo Ceppi, attivo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Prima di lui illustri architetti erano intervenuti sull’antica chiesa di Sant’Andrea, la cui fondazione si può far risalire addirittura al V secolo. Il piccolo edificio fu successivamente trasformato in abbazia grazie alle cure dei monaci Benedettini, responsabili del suo ampliamento. A testimonianza dello splendore di quell’epoca oggi resta ancora il monumentale quanto austero campanile romanico, leggermente scostato dal corpo principale e scandito da una successione di ordini di archetti pensili, monofore, bifore e trifore.

Guarino Guarini, illustre rappresentante del barocco italiano, fu il primo architetto dell’età moderna a impiegare il proprio ingegno a favore del tempio dedicato al discepolo di Gesù. Il Teatino trasformò radicalmente l’impianto a tre navate di Sant’Andrea in uno spazio ovoidale cui aggiunse un ambiente esagonale che, sostituendo la preesistente cappella della Consolata, venne a costituire il nuovo santuario. Spettò poi al celeberrimo maestro Filippo Juvarra, tra il 1729 e il 1740, a progettare l’altare maggiore che fu collocato in una nicchia aperta sull’esagono guariniano, coronata da cupola sormontata da lanterna. Due angeli di marmo fanno da cornice all’immagine della Vergine verso la quale i torinesi nutrono una profonda venerazione, rendendola ogni anno, a giugno, oggetto di preghiera durante una processione molto partecipata. 

Questa immagine risultò, nel corso di ultime indagini, copia quattrocentesca a opera di Antoniazzo  Romano, pervenuta nel capoluogo piemontese tramite il Cardinale  Domenico Della Rovere. Il dipinto originale della Madonna con Bambino era stato, presumibilmente, portato direttamente dall’Oriente a Torino dal vescovo Sant’Eusebio. Fu più volte perso e ritrovato fino a che un cieco di Briançon venne visitato dalla Madonna che gli svelò dove si trovasse l’icona, esortandolo a cercala. Solo allora avrebbe recuperato la vista, come di fatto fu. Con molta probabilità il dipinto era stato nascosto durante il tempo eretico del vescovo iconoclasta Claudio, affinché non andasse distrutto. 

L’attuale Cappella delle Grazie, ricca di stucchi e affreschi settecenteschi, corrisponde al luogo dove avvenne, secondo la tradizione, il miracoloso ritrovamento, l’antica cripta eretta da re Arduino per porvi la sacra immagine. La Consolata, che allo stesso tempo è nostra Consolatrice, è patrona dell’arcidiocesi di Torino. La chiesa a Lei intitolata ha dignità di Basilica minore.