Commissariati gli Araldi, l'ordine che "frenava" le sette
Papa Francesco dà il via libera ad un nuovo commissariamento. Riguarda l'associazione internazionale di fedeli gli "Araldi del Vangelo", nati dal carisma di Plinio Correa de Oliveira. L'accusa? Tradizionalismo. Ma solo dai fuoriusciti. Eppure Benedetto XVI li aveva lodati come freno all'avanzata delle sette protestanti in Latinoamerica.
Papa Francesco dà il via libera ad un nuovo commissariamento. Il provvedimento, disposto dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, riguarda l'associazione internazionale di fedeli "gli Araldi del Vangelo" e le società di vita apostolica ad essa collegata; la clericale Virgo Flos Carmeli e la femminile Regina Virginum. Arriva a questo epilogo, dunque, la Visita Apostolica avviata dallo stesso organismo vaticano nel 2017. L'associazione, che ottenne il riconoscimento del diritto pontificio nel 2001 per volere di San Giovanni Paolo II, venne fondata da monsignor João Scognamiglio Clá Dias, allievo del pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira.
Un 'movimento' spirituale che si presenta nello statuto come "strumento di santità nella Chiesa favorendo l’intima unità tra fede e vita e operando per l’evangelizzazione delle realtà temporali, soprattutto mediante l’arte e la cultura". Un carisma caratterizzato dalla forte devozione dell'Eucaristia e di Maria che ha tra le finalità principali dichiarate la "difesa dell'ortodossia, della purezza dei costumi e dello spirito della gerarchia".
Dall'inizio del nuovo millennio, in controtendenza rispetto a realtà simili, gli Araldi del Vangelo hanno conosciuto un vero e proprio 'boom': nati in Brasile, sono oggi presenti in 78 Paesi con 4.000 membri e alle loro attività, come riporta il sito del Dicastero per i Laici, fa riferimento oltre un milione di persone. Un successo che, però, non mette tutti d'accordo: i critici accusano, infatti, l'associazione di essere una "setta tradizionalista" e basano i loro sospetti sulle testimonianze di alcuni ex membri fuoriusciti. L'indagine della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica era iniziata nel giugno del 2017, nello stesso periodo in cui l'ex seguace Alfonso Beccar Varela diffuse alcuni video 'rubati' di riunioni del movimento in cui sarebbero state espresse teorie controverse.
Videoclip che, secondo Andrea Tornielli che ne scrisse su "Vatican Insider", sarebbero stati all'origine delle verifiche partite dall'organismo guidato dal cardinale João Braz de Aviz, sebbene la motivazione ufficiale non sia mai stata resa pubblica. In concomitanza con l'avvio dell'indagine, monsignor João Scognamiglio Clá Dias aveva scelto di rassegnare le sue dimissioni con una lettera inviata a Francesco.
Ieri, dunque, l'epilogo della vicenda con la nomina a Commissario pontificio del cardinale Raymundo Damasceno Assis, coaudiuvato da monsignor José Aparecido Gonçalves de Almeida e da suor Marian Ambrosio. Il Commissario pontificio non è uno dei porporati sudamericani più 'progressisti' ed uno dei suoi assistenti, monsignor Gonçalves de Almeida, una ventennale carriera nella curia romana prima dell'inizio del nuovo pontificato, da vescovo ausiliare di Brasilia ha dimostrato grande disponibilità nei confronti dei gruppi dei cosiddetti cattolici tradizionali, non mancando anche di celebrare in forma straordinaria. Suor Marian Ambrosio, invece, che si occuperà della Società di vita apostolica femminile Regina Virginum, è stata autrice di più interventi che mettevano al centro della sua riflessione teologica l'"opzione preferenziale per i poveri".
Intanto, Vatican News ci tiene a far sapere che "anche in questo caso, come in casi analoghi, la decisione della Santa Sede non va considerata come una punizione ma come un’iniziativa finalizzata al bene delle istituzioni commissariate per cercare di risolvere i problemi esistenti". E' un dato di fatto, però, che in questo come in casi analoghi i destinatari di provvedimenti da "pugno di ferro" siano realtà considerate legate al mondo cattolico che più si richiama alla tradizione.
Secondo Marco Tosatti, che ne scriveva due anni fa sulla Nuova BQ, "le caratteristiche che uniscono questi movimenti sono in genere tre: sono legati alla tradizione della Chiesa (...); hanno molte vocazioni, il che sembra essere ormai un motivo di sospetto da parte della gerarchia e dei vescovi; e dispongono di mezzi consistenti".
Gli Araldi del Vangelo avevano trovato piena legittimazione canonica nella Chiesa durante i pontificati di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Quest'ultimo, oltre ad approvarne la società clericale e il ramo femminile nel 2009, li aveva pubblicamente elogiati nel libro-intervista "Luce del mondo", affermando che "in Brasile, per esempio, da un lato si registra una forte crescita delle sette, frequentemente molto equivoche, perché promettono essenzialmente ricchezza e successo esteriore; dall'altro, si assiste anche a grandi rinascimenti cattolici, un fiorire dinamico di nuovi movimenti come gli Araldi del Vangelo, giovani pieni di entusiasmo per aver riconosciuto in Cristo il Figlio di Dio e desiderosi di annunciarLo al mondo". Il papa emerito, poi, ha continuato a ricevere membri dell'associazione anche dopo la sua rinuncia, rinnovando in ogni occasione il suo apprezzamento per il loro apostolato e chiedendo notizie sulle dimissioni di monsignor João Scognamiglio Clá Dias.