Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
Migrazioni
a cura di Anna Bono
Emigranti irregolari

Cipro, l’emergenza immigrazione continua

 

In Europa diminuiscono gli arrivi di emigranti irregolari, ma a Cipro gli sbarchi continuano ad aumentare. Il governo dell’isola chiede all’UE la riallocazione di 5.000 richiedenti asilo

 

Migrazioni 10_08_2019

Dall’inizio dell’anno al 5 agosto sono entrati in Europa 47.801 emigranti irregolari, 38.039 dei quali via mare, attraversando il Mediterraneo. Si conferma quindi una ulteriore riduzione del numero degli arrivi rispetto agli anni precedenti. Ma, in contro tendenza, a Cipro gli sbarchi continuano ad aumentare: da 137 nel 2017 a 2.625 nel 2018. Quest’anno sono già 3.060 secondo l’ultimo aggiornamento che risale al 2 giugno. Statistiche dell’Unione Europea indicano che nel 2018 le richieste di asilo a Cipro sono state 7.765, 1.970 delle quali inoltrate da emigranti siriani, con un incremento del 70% rispetto all’anno precedente. Attualmente il piccolo paese, con una popolazione di soli 1,2 milioni, è lo stato europeo con il più alto numero di richiedenti asilo pro capite. A giugno il governo cipriota ha indirizzato una lettera alla Commissione europea con la richiesta di riallocare 5.000 richiedenti asilo in altri stati europei. Nella lettera il ministro dell’interno Constantinos Petrides ha spiegato che il problema migratorio è grave anche perchè la mancanza di collaborazione della vicina Turchia, che dal 1974 occupa la parte settentrionale dell’isola, rende più difficile trovare delle soluzioni e risolvere le pratiche in tempi brevi. Peraltro l’Unhcr ritiene che circa metà delle persone che chiedono asilo a Cipro provengano da cosiddetti “paesi non produttori di rifugiati”. Molti richiedenti sono originari dell’Asia meridionale. Hanno permessi di soggiorno per studio o lavoro. Quando scadono chiedono asilo per prolungare il soggiorno. Molti emigranti, riferisce la Caritas, “non avevano idea di trovarsi a Cipro. Pensavano di essere in Italia. Quando gli abbiamo fatto vedere sulla carta geografica dove erano qualcuno si è messo a piangere, qualcuno è ammutolito dalla rabbia”.