Cina, l'incubo di Orwell è già realtà a Pechino
Lo scrittore George Orwell, in 1984, aveva immaginato un regime totalitario capace di controllare tutti i suoi cittadini. La Cina ha realizzato questo incubo, con il programma Skynet. Ogni angolo di Pechino è controllato da telecamere. E il regime vuole estendere il sistema a tutte le grandi città.
Nel film Terminator Skynet era una rete informatica creata per gestire gli apparati militari robotici che si ribellava agli umani per far dominare il mondo alle macchine.
La vera Skynet è invece una capillare rete di telecamere in grado di controllare ogni angolo di strada, piazza e ovviamente persona. Un Grande Fratello orwelliano con gli occhi a mandorla che domina già Pechino ma presto si estenderà a tutta la Cina. Come racconta un report di AsiaNews, nonostante l’enorme estensione territoriale, la capitale cinese “è controllata al 100% dalle telecamere di sicurezza e dai sensori installati dal governo. Non c’è angolo della capitale che sfugga al nostro controllo”. Lo ha dichiarato con orgoglio il Dipartimento di polizia municipale, in una nota che conferma l’aumento del 29% degli occhi elettronici dello Stato: “E’ un modo efficace per aumentare la sicurezza ed evitare che avvengano crimini nella folla”.
Pechino si estende per più di 16.800 chilometri quadrati: al suo interno sorgono due contee, 16 prefetture e 289 comuni. Gli abitanti hanno superato i 20 milioni, ma è impossibile calcolare il numero di lavoratori migranti che ogni stagione si spostano nella capitale – senza documenti e senza diritti – in cerca di lavoro. La “copertura totale” di Pechino rientra nel programma “Skynet”, che prevede reti simili in tutte le grandi città del Paese. Soltanto nella capitale 4.300 poliziotti sono stati addestrati a gestire le telecamere secondo l’agenzia ufficiale Xinhua, grazie alle immagini sono stati risolti “più di 1.500 casi criminali, un aumento del 22% rispetto al 2014”.
Sarebbe da ingenui ritenere che un regime repressivo e dittatoriale come quello cinese utilizzi Skynet solo per individuare e arrestare ladri e spacciatori. Infatti diversi dissidenti ritengono che la sicurezza contro il crimine sia soltanto una delle priorità del governo. Parlando con Radio Free Asia il noto attivista Hu Jia ha spiegato che “il vero scopo di Skynet è controllare il comportamento della popolazione”. Controllare la gente, vedere chi incontrano, con chi parlano è una priorità per prevenire manifestazioni, contestazioni e disordini che il tracollo dell’economia nazionale e il crollo di credibilità degli iper-corrotti apparati dello Stato e delle amministrazioni locali rendono sempre più frequenti e probabili.
Secondo alcuni l’aumento del controllo elettronico è stato deciso dopo l’attentato avvenuto nel 2013 in piazza Tiananmen. Le autorità puntano a controllare soprattutto le persone di etnia uighura (musulmani indipendentisti del Sinkiang) e tibetana scongiurando l’incremento delle proteste soprattutto nella capitale e nei grandi centri economici del Sud dove maggiore è la presenza di stranieri e dove sono accreditati i reporter delle testate internazionali.
Del resto Skynet esiste da anni e i primi sistemi integrati di controllo previsti da questo programma vennero installati nell’estate del 2008 a Ganzi nella provincia tibetana di Sichuan con telecamere installate persino all’interno dei templi.
La copertura totale di Pechino con Skynet è costata, quest’anno, 150 milioni di euro fra acquisto di materiale e stipendio dei funzionari incaricati di farla funzionare. Ignoti i costi di gestione mentre è chiaro che allargare Skynet a tutte le città cinesi (anche solo a quelle con oltre un milione cdi abitanti) richiederà investimenti per miliardi. Una spesa ritenuta indispensabile, anche in tempi di crisi, per garantire la sopravvivenza del regime comunista e tenere sotto stretto controllo un miliardo e mezzo di “sudditi”.