Chi guida il rullo compressore contro Benedetto e Sarah
Ora che il libro di Benedetto XVI e del cardinale Sarah ha iniziato a circolare risulta ancora più evidente che si tratta di un'opera a quattro mani. Che però disturba i disegni degli architetti della "nuova Chiesa". E una lettera del cardinale Hummes a tutti i vescovi, in cui annuncia la prossima pubblicazione dell'esortazione post-sinodale, aiuta a capire....
Ora che il libro del papa emerito Benedetto XVI e del cardinal Robert Sarah, Des profondeurs de nos coeurs, comincia a circolare, la tempesta mediatica sulla questione delle firme sembrerebbe ancor più incomprensibile. Già il titolo, di cui Benedetto XVI era perfettamente a conoscenza, contiene quel «dal nostro cuore» che non dovrebbe dare adito a dubbi; poi, i due saggi scritti personalmente da Benedetto XVI e da Sarah sono complementari; inoltre l’introduzione e la conclusione (scritta da Sarah e letta e approvata da Benedetto XVI, e su questo anche monsignor Georg Ganswein è d’accordo) è tutta scritta in prima persona plurale: noi. Dunque il ritiro della firma di Benedetto XVI come coautore per un più neutrale “con la collaborazione di…”, ma confermando ogni virgola del testo, ha il sapore della farsa. O della tempesta creata ad arte per distogliere lo sguardo da ciò che conta.
Come già dicevamo due giorni fa, la tesi del libro, firmato dal papa emerito, mette in grande difficoltà papa Francesco, che tutti si attendono conceda la possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati, nell’esortazione apostolica post-sinodale. Come uscirne? Spingendo Benedetto XVI a sfilarsi dal progetto editoriale. Non ci vuole molta fantasia per capire che lunedì 13, all’indomani delle anticipazioni pubblicate da Le Figaro, ha visto una linea telefonica rovente tra Santa Marta (residenza di papa Francesco) e Mater Ecclesiae (dimora del papa emerito), cosa poi confermata da fonti citate da La Croix.
Era l’unica carta per costringere il papa emerito a quella mossa. Che poi sia avvenuto con le buone o con le cattive è secondario, l’effetto è stato quello voluto. In questi giorni, i “guardiani della rivoluzione” hanno scatenato una campagna contro il cardinale Sarah, dipinto come imbroglione e manipolatore quando in tutta questa vicenda è l’unico ad aver agito secondo verità e ad averla difesa fino in fondo, dimostrando una dignità certamente sconosciuta ai suoi critici.
C’era comunque una grande urgenza di disinnescare la bomba del libro a quattro mani, e ieri se ne è compreso meglio il motivo. È trapelata infatti la lettera che proprio il 13 gennaio il cardinale Claudio Hummes, relatore generale del Sinodo sull’Amazzonia, ha inviato dal Vaticano a tutti i vescovi annunciando la prossima uscita dell’esortazione post-sinodale: “entro la fine di questo mese o l’inizio di febbraio”. Ma non è una semplice lettera di cortesia per informare di un evento, è una “chiamata alle armi” di tutti i vescovi per diffondere in ogni angolo della Chiesa il “verbo” del Sinodo amazzonico.
Ovviamente i toni della lettera sono suadenti, “l’intento” è quello “di favorire una adeguata preparazione” per un evento “molto atteso”; ma poi si passa alle azioni che ci si aspetta che ogni vescovo faccia, se non vuole dispiacere al papa. Suggerimenti che sono come quelle offerte che, si diceva in un famoso film, “non si possono rifiutare”. “Un modo utile di prepararsi – scrive Hummes – sarebbe quello di leggere alcuni dei documenti precedenti attinenti al tema”. Non c’è bisogno di andare a cercare, li elenca in appendice lo stesso cardinale: il documento finale del Sinodo, il discorso di papa Francesco ai popoli dell’Amazzonia, relazione introduttiva del cardinale Hummes e discorso finale di papa Francesco al Sinodo, l’enciclica Laudato Si’.
Finito di leggere, e in fretta, i vescovi si devono mobilitare per fare in modo che in ogni diocesi si accolga nel modo dovuto l’esortazione: “Ella potrebbe anche iniziare a pianificare una conferenza stampa o un altro evento il prima possibile (…) Ad esempio, potrebbe essere opportuno che Ella presentasse l’Esortazione insieme a un rappresentante indigeno, se praticabile nella vostra zona, un responsabile pastorale esperto (ordinato o religioso, laico o laica), un esperto su questioni ecologiche, e un giovane impegnato nella pastorale giovanile”. A breve i vescovi riceveranno “una seconda lettera con ulteriori suggerimenti”.
Con tipico stile sovietico, insomma, tutto è pronto per il grande evento, quello dopo il quale “niente sarà più come prima”, come profetizzò il vescovo tedesco Franz-Josef Overbeck. Figurarsi se si poteva tollerare che la preparazione fosse rovinata da un papa emerito e da un cardinale. Il rullo compressore della “nuova Chiesa” schiaccia tutto quello che trova sul suo cammino.
La lettera di Hummes conferma peraltro la volontà che il Sinodo di una Chiesa locale, come quella amazzonica, diventi il paradigma per la Chiesa universale, perché quello è il laboratorio di novità che, presentate come eccezioni, si vuole imporre a tutta la Chiesa. Non c'è solo il celibato, ma anche l'ecologia, il rapporto con il Creato che il Sinodo amazzonico ha fatto virare verso il panteismo. È comunque il celibato oggi il tema attorno a cui si combatte la guerra per la Verità. C’è chi ha notato come negli ultimi discorsi relativi al Sinodo, il Papa non abbia mai accennato al tema dell’ordinazione di uomini sposati, lasciando prevedere che nell’esortazione questo tema venga accantonato.
Ma l’entusiasmo con cui il cardinale Hummes ha messo in moto la macchina della propaganda lascia invece prevedere il contrario. Non bisogna infatti dimenticare che la relativizzazione del celibato è un pallino fisso di Hummes, grande elettore di papa Francesco e colui che lo ha accompagnato al balcone di San Pietro per il primo saluto. A lui è stata affidata dal papa la relazione di apertura del Sinodo sull’Amazzonia, in cui è risuonata chiara la proposta di ordinare preti uomini sposati e di cercare “un ministero adatto” per le donne “dirigenti di comunità” (anche questo l’inizio di un processo, ovviamente). È lo stesso schema usato nel primo Sinodo sulla famiglia con la relazione affidata al cardinale Walter Kasper.
Ma di Hummes ricordiamo anche la gaffe (se così si può chiamare) del dicembre 2006, quando fu nominato da papa Benedetto XVI prefetto della Congregazione per il clero. Appena messo piede a Roma rilasciò una dichiarazione che apriva al superamento del celibato. Fu costretto a ritrattare, ma dove voleva arrivare era chiaro. E ora sta assaporando la sua vittoria, frutto anche – dicono i bene informati – di un patto con papa Francesco.
Peccato solo non si possa proprio impedire di far circolare quel libro di Sarah e Benedetto XVI che, dopo due giorni in libreria, in Francia è già al primo posto nelle vendite.