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COVID

Chi gode per la malattia del cardinale Burke?

È incredibile leggere quanta soddisfazione abbia generato la malattia del cardinale, quale tripudio il saperlo in terapia intensiva per Covid. Segno di un degrado umano che mette paura. E purtroppo anche testate cattoliche partecipano a questo coro di disumanità, neanche prendendo in considerazione che la vicenda Burke possa essere letta in una prospettiva di fede.

Editoriali 17_08_2021
Il cardinale Burke

I barbari non sono solo a Kabul. Anche da noi impazzano, sui media e sui social. E le condizioni gravi in cui versa il cardinale Raymond Burke, a seguito di infezione da Covid, li ha fatti uscire fuori tutti. È incredibile leggere quanta soddisfazione abbia generato la malattia del cardinale, quale tripudio il saperlo in terapia intensiva. E possiamo facilmente immaginare che, purtroppo, anche in Vaticano c’è chi festeggia, sperando per di più nell’esito fatale.

Il cardinale no-vax, il cardinale fissato sulla condanna dei vaccini per cui sono stati usati feti abortiti, che si becca il Covid e anche in forma grave; in più è universalmente noto (a torto, ma a chi interessa conoscere la verità?) come oppositore del Papa progressista: per gli sciacalli di cui sopra è come vincere un terno al lotto. «Questa sì che è una punizione divina», sintetizza Dagospia.

A questo siamo ridotti, a far festa per le disgrazie di qualcuno che appartiene alla fazione ”sbagliata” nella guerra del vaccino. Altro che “ne usciremo migliori”: la campagna d’odio che è stata lanciata e continua ad essere alimentata nei confronti dei non vaccinati sta raggiungendo livelli più che preoccupanti. Ma soprattutto rivela un degrado della nostra umanità che ci dovrebbe far riflettere. Siamo tornati ai tempi della giustizia sommaria, non ci si preoccupa più neanche di verificare la veridicità delle accuse o capire le circostanze; no, basta che qualcuno lanci l’accusa, indichi il colpevole ed ecco la folla radunarsi inferocita con la corda per impiccare il reo.

Burke è il colpevole perfetto: già è un cattolico, oltretutto è un cardinale e per di più viene considerato conservatore, uno attaccato alla dottrina. Bastava già questo a renderlo inaccettabile al mondo, la sua posizione sull’ideologia vaccinista propagandata dal Potere ha fatto il resto. Che muoia dunque di Covid; che straordinario colpo sarebbe per la campagna vaccinale: è questo il desiderio del mondo, il desiderio del Potere. Contro questo combatte un piccolo ma devoto esercito che prega per la sua guarigione ma che sa che la nostra vita - vaccino o non vaccino - è comunque nelle mani di Dio.

La cosa che maggiormente inquieta è che a questo coro di disumanità partecipino anche i cattolici, perfino testate giornalistiche cattoliche. Col loro solito modo, ovviamente, dicendo senza dire, mascherandosi dietro la neutralità della notizia, ma insistendo su alcuni particolari qualificanti. È il caso del Sussidiario, che ricorda i “peccati” di Burke contro vaccini e mascherine, insiste sulla sua contrarietà al vaccino anti-Covid e - ripetendo quanto riportato da tutti, senza verificare la fonte - gli attribuisce anche affermazioni non vere. Ma quali sarebbero le colpe vere di Burke? Le parole riportate si riferiscono a un suo intervento del 20 maggio 2020: «Deve essere chiaro che la vaccinazione non può essere imposta, in modo totalitario, ai cittadini». Cioè è contro l’obbligo vaccinale. E poi: «Deve essere chiaro che non è mai moralmente giustificato sviluppare vaccini tramite l’uso di linee cellulari di feti abortiti». Ci dice il Sussidiario che questa posizione è stata «smentita dalla Congregazione per la Dottrina della Fede». Così il cardinale Burke oltretutto viene trattato quasi fosse un eretico. Affermazione gravissima quella del Sussidiario, dove evidentemente non hanno mai letto la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, oppure non sanno capire quello che leggono.

In questa nota infatti, è detto chiaramente che già l’uso di tali vaccini è moralmente lecito solo a determinate condizioni; ma anche nel caso di un uso lecito dei vaccini, questo «non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti». Esattamente ciò che con altre parole ha affermato il cardinale Burke, tanto è vero che la stessa Nota chiede alle aziende farmaceutiche e all’industria sanitaria in genere di sviluppare vaccini «eticamente accettabili».
Al Sussidiario saranno poi certamente sorpresi di scoprire che anche la prima affermazione del cardinale Burke è confermata dalla Nota: «Appare evidente alla ragione pratica - troviamo scritto - che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria». Fa niente che poi in Vaticano la vaccinazione sia stata resa obbligatoria, la Nota è molto chiara nell’escludere l’obbligatorietà.

Il cardinale Burke dunque è colpevole di aver affermato semplicemente ciò che la Chiesa insegna, e non ciò che costituisce l’insegnamento percepito. Ma per fargli fare la figura del complottista reazionario fuori di testa si cita anche una sua frase in cui sosterrebbe che nei vaccini ci sono dei microchip sottocutanei per consentire il controllo dello Stato sui cittadini. Bastava risalire alla fonte originale della notizia per scoprire che si trattava di una citazione e non di una sua affermazione. Ma tant’è: Burke è il cardinale cattivo per antonomasia, non c’è neanche bisogno di verificare le accuse, si passi pure subito all’esecuzione.

Piuttosto, è interessante che a questi - e tanti altri - cattolici non venga neanche in mente che la vicenda Burke possa essere letta in una prospettiva di fede anziché in una chiave puramente sanitaria. Ovvero, che il cardinale Burke non paghi sulla sua pelle delle scelte da sprovveduto, ma che invece sia stato disposto a rischiare la vita per testimoniare la fede che gli impedisce di approfittare di farmaci resi possibili dall’aborto di innocenti. E sapendo che sarà il Signore a decidere se la sua missione sulla terra è già compiuta oppure tornerà tra noi per rendere ancora testimonianza. Ovviamente noi preghiamo la Vergine Maria, a cui il cardinale è tanto devoto, nella speranza della seconda opzione.