Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
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Charlie Kirk, dai media mainstream solo astio e distrazione di massa

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La grande manifestazione di preghiera e di perdono che è stata la commemorazione di Charlie Kirk è stata trattata con la solita superficialità dalla stampa di sinistra, impegnata a confondere le acque pur di far passare la propria visione (anticristiana) delle cose.

Esteri 23_09_2025
Erika Kirk alla commemorazione del marito, 21 settembre 2025 (Ap via LaPresse)

I commenti della stampa nazionale e internazionale alla cerimonia di commiato, non un vero e proprio funerale, per Charlie Kirk tenutasi il 21 settembre alla presenza orante di circa 200 mila persone, lasciano l’amaro in bocca. Un astio malcelato di alcune testate della sinistra barricadera come La Repubblica, El Pais e il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha archiviato velocissimamente la violenza incontenibile di transessuali e violenti odiatori della sinistra americana nei confronti dei cristiani, siano essi studenti di una scuola a Minneapolis, leader alla Charlie Kirk o giudici della Corte Suprema come Brett Kavanaugh. Tali testate, insieme alla gran parte delle altre, dal Corriere della Sera ad Euronews, sino a Deutsche Welle, sono passate subito alle preoccupazioni per le possibili forme di «vendetta» dell'amministrazione Trump nei confronti dei suoi avversari. Paura, in fondo è solo paura di affrontare la realtà di una violenza crescente a sinistra, un’intolleranza che vediamo ogni giorno anche da noi, aggiunta al terrore di fare i conti con un popolo cristiano e un testimone fedele del Vangelo.

Tutto si ripete, in una scontata banalità, dopo l’accusa di censura a Donald Trump per il licenziamento dello pseudo-comico Jimmy Kimmel da parte della proprietà ‘liberal’ di Disney, il cui show sulla ABC, evidentemente, non raccoglieva consensi sufficienti a mantenerne la messa in onda. Domenica, pur di nascondere la commemorazione di Kirk, è stato sbattuto in prima pagina il segretario della Difesa, Pete Hegseth, che limita fortemente e giustamente i diritti dei giornalisti di divulgare notizie riservate e sensibili per la sicurezza del Paese. Persino il discorso della moglie di Kirk, Erika, è stato trattato superficialmente dalla stampa di sinistra che ha toccato un'altra vetta del proprio malcostume con la banalizzazione delle parole accorate di un fraterno amico di Kirk, il vicepresidente JD Vance, che ha sottolineato e ricordato il fulcro, il cuore della vita di Charlie («Cristo è il Re dei Re») e da qui l’impegno instancabile della sua missione evangelizzatrice e culturale di giudizio sulla società americana sconvolta e rivoltata dalle amministrazioni dei Democratici e dalle insane mode culturali del politically correct, del wokismo, della rivoluzione Lgbt nelle scuole, nelle università e nei mass media.

Come ha ben detto Vance, Charlie Kirk era innanzitutto un cristiano che credeva fermamente in Gesù Cristo, Figlio di Dio e Signore della storia, amava e difendeva perciò la vita dal concepimento alla morte naturale («in ogni suo stadio»), amava, proponeva e difendeva il matrimonio di uomo e donna aperti alla vita e la propria famiglia, sua moglie e le sue figlie. Questo è il cuore della breve e intensa vita di Kirk e del suo movimento, Turning Point, che non discrimina ma vuole un confronto sereno, rispettoso e chiaro con tutti. La sinistra massmediatica e politica occidentale ha voltato subito pagina, censurando tutto ciò e prediligendo la propria visione dozzinale e schematica su chi fosse Charlie Kirk («un estremista di destra»), facendolo addirittura passare per un ispiratore dei «neofascisti di Proud Boys».

Silenzio anche sul messaggio di fondo della commovente e storica manifestazione di preghiera di domenica, persino sulle parole di perdono della signora Erika Kirk. Tutto ciò al fine di giustificare la violenza dei propri giovinastri: Black Lives Matters, pro-aborto, anarcoidi, transcomunisti, transantifa, pro-Pal che devono seguitare la loro battaglia per la difesa della democrazia in Occidente e negli USA. Sì, quegli USA a cui Trump vuole far riscoprire Dio, come scrive El Pais di ieri, sono lo stesso Paese per cui l’attuale presidente, per le sue presunte intenzioni vendicative, vorrebbe «la fine della democrazia» e la trasformazione in un regime autoritario. Tornare a Dio e chiamare con il suo nome la menzogna, sarebbe la fine della democrazia e della libertà di espressione? Promuovere e difendere la vita in ogni sua fase e il matrimonio e la famiglia sarebbero propositi antidemocratici e discriminatori?

Non c’è da illudersi che la sinistra liberal legga i “Federalist Papers” o tagli di netto il persistente legame con movimenti e gruppi di sinistra violenta, né che una certa destra impari dalla testimonianza di JD Vance, si converta ad una vita cristiana e tragga da ciò l’impegno pro-vita e pro-famiglia che fu di Charlie Kirk, prima di indossare magliette e brandire striscioni. Sarebbe in ogni caso utile a tutti osservare gli USA con rispetto, non con adulazione né pregiudizio, per il tentativo che l’amministrazione di Donald Trump, il Partito Repubblicano, i movimenti MAGA e dei conservatori cristiani stanno compiendo anche nel promuovere l’identità culturale e religiosa della propria nazione. Solo con la vivacità di tali radici vive è possibile risignificare un'autentica democrazia, dopo decenni di colonizzazione culturale e sociale di ideologie anticristiane, illiberali e profondamente inumane.