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L'IMMACOLATA

«Certi che viene, attendiamo un parto di luce»

Nella Madonna del Parto di Piero della Francesca c'è il senso dell'Avvento, Maria in attesa certa del suo Dio Bambino. Nessuno più della Vergine può prenderci per mano e accompagnarci dentro questa attesa che mette a fuoco il nesso unico e indistruttibile (quanto indisponibile) tra vita e morte, tra presente ed eternità.

Cultura 08_12_2018 English Español

Piero della Francesca, Madonna del Parto, 1455, affresco, 260 cm × 203 cm. Spazi espositivi, Monterchi

Quale avvento più grande può esserci stato nella storia della salvezza se non quello di Maria, incinta, sola col suo Mistero, in attesa certa di ciò che per gli altri era dubbio o vergogna?

Così, contro chi vedeva l'Incarnazione come un evento mistico, in ambito agostiniano, si sviluppa l’iconografia della Madonna del Parto che illumina la verità teologica di Maria che, appunto, “aspetta” il suo Dio Bambino.
Dal Duecento in avanti, dunque, fiorirono queste Madonne incinte, alcune delle quali hanno subito manomissioni e coperture, similmente alle Madonne del Latte, perché ritenute sconvenienti da una devozione errata nei confronti della Vergine Maria. Tra queste una edizione splendida ce la regala Piero della Francesca, nota come la Madonna di Monterchi.

Un capolavoro gravido anche del dolore dell’artista, per la malattia e poi la perdita della madre, originaria proprio di Monterchi. L’affresco era destinato all’antica chiesa di Santa Maria di Momentana, dove le donne incinte si recavano a impetrare grazie per sé e per il nascituro. Attorno al 1785 la chiesa fu in parte distrutta per edificare un cimitero, rimase intatto l’affresco quasi ad accompagnare la fede dei credenti verso il grande e ultimo parto che attende tutti noi: passare dalla vita alla morte, dal grembo della terra al grembo divino. Oggi la soprintendenza ancora non ha stabilito il luogo idoneo per questo affresco, strappato dall’ambito cimiteriale, per essere custodito. Rimane però, proprio per la sua storia, un potente segno di quest’attesa misteriosa che accompagna l’Avvento: Cristo è venuto, viene e verrà. Sì, viene per tutti noi nel Natale come commemorazione liturgica, come Verità della fede in atto nei Misteri, ma viene ancora di più nel momento della nostra morte quando caduto ogni velo i nostri occhi lo vedranno.

Nessuno più della Vergine allora, può prenderci per mano e accompagnarci dentro questa attesa che mette a fuoco il nesso unico e indistruttibile (quanto indisponibile) tra vita e morte, tra presente ed eternità.

Piero annuncia il grande evento che cambia la storia con due angeli, identici e speculari (per i quali, infatti, usa il medesimo cartone rovesciato). La Madonna appare come improvvisamente per il sollevarsi di due cortine, realizzando così visivamente le parole del salmo 23: Alzate porte i vostri frontali, alzatevi porte antiche ed entri il re della gloria. Facciamo eco al salmo chiedendo: Chi è questo re della gloria? È il Signore degli Eserciti cioè il Dio degli spiriti celesti. Due, del resto, sono qui presenti a certificare l’identità del nascituro con la loro postura e i loro colori. La Vergine Madre è rivolta a destra obbedendo probabilmente alla reale luce del luogo nella quale originariamente si trovava. La posizione è però raccolta da Piero con un significato più profondo. Egli infatti ne rafforza il senso esaltando la luce che colpisce il tendaggio e gli angeli, come pure la tonalità dei loro abiti.

Per chi, come l’ebreo, scrive da destra verso sinistra, il futuro, la luce viene da sinistra verso destra. Così anche qui la luce viene dal futuro e la Vergine si rivolge verso quel punto di luce, quell’Oriente che ella porta in grembo ma verso il quale il Credente si rivolge nell’attesa.

L’angelo di destra, infatti, è scuro in volto e porta l’abito bruno di un autunno prossimo a morire nell’inverno dell’assenza di Dio e della fede. L’altro angelo invece è verde come la primavera e annuncia, sollevando il broccato luminoso, la fecondità del tempo della salvezza, simboleggiato dai melograni dorati trapuntati sul velluto.

Eppure nessuno dei presenti guarda verso il punto di luce che tutto sembra indicare: gli angeli ci guardano mentre la Vergine è tutta presa dal suo mistero.
Non è qui e non è là, dirà Gesù nel suo Vangelo. Non credete a coloro che vi diranno il Salvatore è qui, è là. Il Cielo stesso è sceso. Egli è qui dove c’è la fede. Egli è qui dove c’è la grazia. Il cielo è tutto nell’abito della vergine che rivela il luogo ove guardare.
Nella sua postura statuaria ella è come la Turris eburnea, poggia sui piedi con la fierezza di chi porta in grembo la Luce vera, il suo volto maestoso è regale, eppure mette la mano al fianco come la donna prossima al parto, che fatica a reggere il peso della creatura che porta in sé.

Cristo ha un peso specifico nella storia umana, la sua umanità è reale, carnale, storica ed è una umanità senza la quale, come direbbe Teresa d’Avila, non c’è salvezza. Ma ecco che la Vergine “turrita” ci offre, con un delicato quanto noncurante gesto della mano, il vero punto di fuga, il luogo della contemplazione, la luce vera dell’affresco e del desiderio mano: una ferita bianca e lucente nel suo grembo. Dal quel taglio di luce verrà il Signore Gesù, l’atteso dalle Genti, il Messia.

Ecco questo è l’Avvento. Fissare gli occhi nell’Autore della vita per tutto giudicare. Comprendere che il Cielo è qui non per una volontà umana, ma per una permissione divina. Non l’uomo può raggiungere Dio e comprendere, ma all’uomo è data una via certa: quella stessa che Dio ha percorso per rivelarsi.
L’Avvento è davvero la via dell’umiltà umana. Spesso il taglio di Piero in questa veste mariana mi ha ricordato il taglio nella tela di Fontana. Ma se in quest’ultimo c’è la volontà dell’uomo di dominare la realtà, in Piero c’è la via umile della bellezza che si può solo ricevere nello stupore.

Ecco l’Avvento è anche questo: un abbandono diuturno e orante allo stupore di un Dio che viene. Siamo certi che viene, perché è già venuto. Siamo certi anche che verrà e questa è la grande attesa. Noi attendiamo non la morte, ma un parto di luce come l’antico cimitero di Monterchi con la Madonna di Piero rassicurava.