Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Venerdì Santo a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Islam

Centinaia di musulmani attaccano un villaggio cristiano in Pakistan

In seguito a un diverbio, più di 200 musulmani hanno preso d’assalto un villaggio, hanno ferito gli abitanti, razziato e danneggiato decine di abitazioni. Si teme che non vengano perseguiti

 

 

Un villaggio cristiano,  è stato attaccato il 15 maggio in Pakistan, nella provincia del Punjab, da oltre 200 musulmani armati di bastoni, spranghe, cocci di bottiglia, sassi, mattoni e asce. Gli abitanti del villaggio sono stati picchiati, feriti. Hanno cercato di mettere in salvo almeno le donne, ma alcune sono state brutalmente aggredite, lasciate con gli abiti a brandelli. Gli aggressori hanno razziato beni, sono entrati in decine di case, hanno distrutto mobili e suppellettili. Tutto è iniziato il pomeriggio del giorno precedente con un diverbio. Asad Imran, Emmanuel Masih e Shahzad Masih, tre giovani cristiani, stavano pulendo l’area antistante il cancello della loro chiesa quando un musulmano, Muhammad Khalil, che passava in motocicletta ha inveito contro di loro dicendo che gli avevano sporcato il vestito di acqua e polvere e li ha minacciati di fargliela pagare. È tornato poco dopo con alcuni amici e hanno picchiato i ragazzi cristiani ferendoli in più parti del corpo. Poi, non contenti, il giorno dopo sono tornati in forze. Non solo la polizia non è intervenuta durante l’attacco al villaggio, ma nessuno degli aggressori finora è stato arrestato, anche se, come sostiene padre Khalid Mukhtar, parroco della chiesa cattolica di St. Thomas, molti sono stati riconosciuti. Padre Mukhtar, intervistato dall’agenzia di stampa AsiaNews, ha definito l’aggressione un atto di terrorismo, confermando che i cristiani, uomini e donne, sono stati picchiati in modo selvaggio, prova ne sia che molti hanno dovuto ricorrere a cure mediche in ospedale. “La debolezza da parte dell’amministrazione – ha commentato – incoraggia questi attacchi alle minoranze religiose. I colpevoli di solito restano impuniti. La religione viene usata per questioni personali. La gente qui adesso teme un altro attacco”.