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misure draconiane

Celebreranno in rito antico? Ordinazione sospesa

A Tolone cinque ordinandi dei Missionari della Divina Misericordia restano "in panchina". Il problema (per le autorità romane) è la liturgia tradizionale. Se non si estingue da sé si stroncano le vocazioni.

Borgo Pio 25_06_2024

Accade a Tolone, dove cinque candidati dei Missionari della Divina Misericordia (società di vita apostolica fondata nel 2005) attendono da troppo tempo di diventare diaconi e poi presbiteri: uno di loro è in panchina da due anni, gli altri quattro da un anno. E il nodo non riguarda più l'intera diocesi (guidata da mons. François Touvet quale coadiutore di mons. Dominique Rey), bensì il rito antico, come si evince dal comunicato del superiore dei Missionari della Divina Misericordia, l'abbé Jean-Raphaël Dubrule: «Questa attesa non è più legata alla situazione della diocesi di Fréjus-Toulon, dove le ordinazioni sono riprese, ma alla celebrazione con il vecchio rito, previsto dagli statuti della comunità».

«A seguito di numerose discussioni con le autorità romane competenti, guidate da mons. Touvet, che ringrazio vivamente per il suo grande sostegno alla nostra comunità, sembra che la situazione sia bloccata non solo per il rito dell'ordinazione, ma anche per la possibilità per i futuri sacerdoti di poter celebrare nel vecchio rito. Le autorità romane non sono certe di questa possibilità, ed è quindi possibile che i candidati vengano ordinati senza avere il diritto di celebrare secondo il vecchio rito. In tal caso non sarebbero più in grado di esercitare il loro ministero all'interno della comunità e in conformità con gli statuti».

«Di fronte alle numerose domande dei fedeli abbiamo ritenuto necessario spiegare il motivo di questo ritardo e la posta in gioco», continua Dubrule, invitando «a una preghiera molto intensa, mentre continua il dialogo con le autorità romane. Questa prova non ci fa assolutamente rimpiangere il lavoro di integrazione diocesana che la comunità sta facendo e vivendo. Richiede preghiera e rinnovata vigilanza».

Insomma, se il rito antico non si estingue da sé, malgrado la stretta di Traditionis Custodes e la dichiarata volontà (con zelo degno di miglior causa) di porre fine a una liturgia celebrata per secoli, allora Oltretevere si interviene alla radice: "boicottando" le ordinazioni dei futuri preti che dovrebbero celebrarlo. Ma già il fatto che si debba ricorrere a misure draconiane dimostra che il rito antico è più vitale di chi vorrebbe sopprimerlo. Ad Deum qui laetificat juventutem meam...