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CRISI IN SPAGNA

Catalogna, il secessionismo può sfociare in terrorismo

In Catalogna è stato proclamato uno sciopero generale, in teoria per i diritti dei lavoratori, in pratica a sostegno degli indipendentisti. Fra i leader sindacali spunta anche Carlos Sastre, vecchio terrorista degli anni '70 e '80. E anche i baschi scendono in campo con formazioni attigue ai terroristi dell'Eta. 

Esteri 09_11_2017
Catalogna, blocco della ferrovia

Carles Puigdemont ha assicurato più volte che la mobilitazione indipendentista in Catalogna avrà sempre un carattere pacifico, ma ci sono indizi che le cose potrebbero prendere una brutta piega, e non per colpa dell’asserita repressione di Madrid.

La principale sigla che ha indetto lo sciopero generale di ieri, 8 novembre, in tutta la Catalogna è stata la Intersindical-Confederación Sindical de Catalunya (CSC). Comisiones Obreras, Ugt e Uso, cioè i principali sindacati spagnoli, non hanno aderito alla protesta a motivo della sua chiara ispirazione politica indipendentista, nascosta dietro la motivazione di una giornata di lotta contro la «regressione dei diritti sociali e la precarietà lavorativa». In realtà le foto mostrano manifestanti con striscioni di contenuto chiaramente politico pro-secessione (“contro la repressione nemmeno un passo indietro – siamo una repubblica”, “libertà per i detenuti politici”, “difendiamo la repubblica”). Lo sciopero ha avuto pochissime adesioni nei trasporti e nell’industria e un relativo successo nelle scuole (31% di personale scioperante), ma ha creato disagi a causa di 54 blocchi stradali e ferroviari attuati da decine di manifestanti in zone nevralgiche di Barcellona e di tutta la Catalogna. A Girona è stata bloccata la linea dell’Alta Velocità.

Il segretario generale della CSC  è Carles Sastre, un vecchio militante dell’organizzazione terrorista Terra Lliure e precedentemente del gruppo armato Epoca, Esercito Popolare Catalano, che nel 1979 confluì in Terra Lliure. Entrambe le formazioni praticavano la lotta armata in vista dell’indipendenza catalana e si identificavano ideologicamente con l’estrema sinistra. Sastre fu condannato nel 1985 a 30 anni di prigione per aver partecipato all’omicidio dell’industriale José María Bultó, ucciso nel maggio 1977. Epoca compiva i suoi delitti applicando una bomba al petto delle sue vittime e facdnola poi esplodere. In questo modo furono assassinati anche l’ex sindaco di Barcellona Joaquin Viola e sua moglie nel gennaio dell’anno seguente.

Nonostante non si sia mai dichiarato pentito dei suoi atti, Sastre è stato rilasciato molto prima della fine prevista della sua pena, nel 1996.  Nel 2012 si è presentato alle elezioni per il parlamento catalano nella lista della Cup, il partito di estrema sinistra che col voto dei suoi deputati ha reso possibile l’approvazione della legge che indetto il referendum del 1° ottobre per l’indipendenza catalana. Nel 2015 Carles Sastre è entrato in collisione con la Cup perché il partito esigeva la sostituzione di Artur Mas come governatore della Catalogna per unire i suoi voti a quelli del fronte indipendentista, mentre lui continuava a sostenerlo. A questo scopo è stato il primo firmatario di un manifesto di ex membri di Terra Lliure a favore di Artur Mas. In quella occasione fu intervistato da TV-3, la tivù regionale catalana sotto stretto controllo degli indipendentisti, che lo presentò come «prigioniero politico» e «militante storico dell’indipendentismo», senza fare nessun riferimento al suo passato di terrorista omicida. L’anno scorso tuttavia Sastre è stato invitato al vertice indipendentista convocato da Puigdemont, succeduto ad Artur Mas secondo i desiderata della Cup.

Nei Paesi Baschi dal 17 di settembre fino a sabato scorso si sono succedute varie manifestazioni di sostegno al referendum e catalano da parte dei partiti nazionalisti baschi: non solo l’istituzionale Pnv, ma anche EH Bildu, che è l’erede di Herri Batasuna, braccio politico dell’Eta, che fu messo fuorilegge nel 2003 (allora aveva cambiato nome in Euskal Erritarrok). Alla manifestazione di sabato scorso 4 novembre, che denunciava il ricorso del governo all’articolo 155 della costituzione, hanno partecipato solo i “duri” dell’indipendentismo basco, cioè EH Bildu e le sue organizzazioni satelliti, giovanili e sindacali. Spiccava la presenza del sindacalista Rafael Diez Usabiaga, scarcerato nell’agosto scorso dopo sei anni di prigione per aver tentato con altri di ricostituire Herri Batasuna. A Capo di EH Bildu c’è Arnaldo Otegi, parlamentare e dirigente di Herri Batasuna prima della messa fuorilegge, arrestato più volte per i suoi legami con l’Eta e condannato due volte, la prima per apologia di terrorismo e la seconda per aver cercato di ricostituire Herri Batasuna. Otegi ha organizzato molti eventi e conferenze a favore dell’indipendenza della Catalogna insieme a Joan Tardá, portavoce di Erc al parlamento di Madrid. Erc rappresenta la sinistra repubblicana indipendentista catalana, il suo leader Oriol Junqueras è stato il vice di Puigdemont nel disciolto governo regionale. Nel 2004 l’allora vice governatore della Catalogna Josep Lluis Carod-Rovira, esponente di Erc, incontrò i terroristi dell’Eta a Perpignan, in territorio francese, stringendo con loro un accordo in base al quale si impegnavano a non compiere attentati in Catalogna in cambio di una dichiarazione favorevole all’indipendenza dei Paesi Baschi da parte dell’Erc.

Ad almeno una delle iniziative congiunte Erc-EH Bildu per l’indipendenza della Catalogna ha preso parte anche l’ex terrorista Carles Sastre, come è documentato anche fotograficamente. Molti spagnoli hanno visto nella foto dei tre personaggi un messaggio minaccioso.