Canada e il candidato premier
Il candidato premier canadese Poilievre è a favore delle "nozze" gay ma contrario ai bloccanti della pubertà per i minori.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau nel weekend ha dato le dimissioni. Le elezioni si terranno dopo l’estate ed è quasi certo che i conservatori vinceranno. Un possibile candidato è Pierre Poilievre il quale nel 2005, anno di approvazione delle “nozze” gay, votò contro, ma nel 2020 cambiò idea: «Sono a favore del matrimonio gay. Punto. Ho votato contro 15 anni fa. Ma ho imparato molto, come milioni e milioni di persone in Canada e nel mondo. Vedo che il matrimonio gay è un successo. L’istituzione del matrimonio deve essere aperta a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. I canadesi sono liberi di amare e sposare chi vogliono. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale e rimarrà legale quando sarò primo ministro, punto e basta. Guiderò un piccolo governo che si fa gli affari suoi, lasciando che le persone prendano le proprie decisioni sulla loro vita amorosa, le loro famiglie, i loro corpi, il loro linguaggio, le loro convinzioni e i loro soldi. Renderemo le persone nuovamente responsabili della propria vita nel paese più libero del mondo».
Se in tema di omosessualità il candidato premier è più di sinistra che di destra, in tema di transessualità le cose cambiano un poco. Infatti è contrario che i transessuali frequentino i bagni e gli spogliatoi delle donne e gareggino insieme a loro, ed è contrario all’uso dei bloccanti della pubertà per i minori. In merito al primo tema così si espresse: «Gli spazi femminili dovrebbero essere riservati esclusivamente alle donne, non agli uomini biologici”. Ovviamente gli sport femminili, gli spogliatoi femminili, i bagni femminili dovrebbero essere riservati alle donne, non agli uomini biologici».
Riguardo invece agli interventi per il “cambio” di sesso nei minori ha dichiarato: «Bloccanti della pubertà per i minori? Penso che dovremmo proteggere i bambini e la loro capacità di prendere decisioni da adulti quando saranno adulti. Penso che dovremmo proteggere i diritti dei genitori di prendere le proprie decisioni riguardo ai propri figli».
Insomma un candidato premier che sulle tematiche LGBT è un po’ strabico: un occhio guarda a sinistra e l’altro a destra. La visione rimane sfuocata.