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Africa

Brutte notizie dalla Nigeria

Matthew Eya, un sacerdote cattolico della diocesi di Nsukka, è stato vittima di un agguato e un villaggio cristiano è stato attaccato dai Fulani

È stato liberato il 20 settembre insieme ad altre due persone padre Wilfred Ezeamba, il sacerdote cattolico rapito il 12 settembre in Nigeria, nello stato centro settentrionale di Kogi. Padre Wilfred è il parroco della chiesa di San Paolo di Agaliga-Efabo che fa parte della diocesi di Idah. Con altre persone era stato rapito mentre stava tornando a casa dopo aver presenziato a una cerimonia funebre. Purtroppo però dalla Nigeria arrivano anche due tragiche notizie. La diocesi cattolica di Nsukka, nello stato meridionale di Enugu, ha annunciato che uno dei suoi sacerdoti, Matthew Eya, è stato ucciso. Il sacerdote è stato attaccato da uomini armati mentre da solo tornava dalla capitale dello stato, Enugu, la sera del 19 settembre. Testimoni hanno raccontato che i malviventi a bordo di motociclette si sono avvicinati alla sua auto e hanno sparato alle gomme costringendolo a fermarsi. Poi si sono avvicinati e lo hanno ucciso con diversi colpi di arma da fuoco sparati a breve distanza. Si è trattato quindi di una esecuzione, dicono i testimoni, e non di un tentato rapimento. “Sconvolto nel profondo, devastato dal dolore e dalla tristezza – si legge nel comunicato diffuso dal cancelliere della diocesi, Cajetan Iyidobi – ma con totale sottomissione alla volontà di Dio Onnipotente e ferma speranza nella resurrezione dei morti, vi informo della tragica morte di un altro nostro fratello”. Padre Iyidobi ha quindi invitato alla preghiera esortando i fedeli a confidare in Dio per ricevere conforto nel momento difficile che la comunità sta attraversando. La seconda notizia riguarda un nuovo attacco a un villaggio abitato da cristiani compiuto dai Fulani, la tribù di pastori musulmani spesso in conflitto con le comunità contadine. La sera del 14 settembre hanno fatto irruzione nel villaggio di Ndimar, nello stato di Plateau, mentre le famiglie si stavano sistemando per la notte e hanno incominciato a sparare a raffica e a dar fuoco a case e negozi. “Ci stavamo preparando per riposare quando abbiamo sentito degli spari – ha raccontato un sopravvissuto – la gente si è dispersa, ma non tutti sono riusciti a scappare e a mettersi al sicuro nella boscaglia. Gli aggressori sono andati di casa in casa, bruciando tutto ciò che trovavano sul loro cammino”. Sei cristiani sono stati uccisi. Quando i Fulani se ne sono andati, gli abitanti del villaggio hanno constatato i danni. Molte famiglie si sono ritrovate senza più mezzi di sussistenza perché negozi, granai, magazzini sono stati distrutti dal fuoco. Le famiglie che hanno perso tutto adesso sono sfollate e fanno affidamento su parenti e conoscenti per sopravvivere.