Bordighera e Costa Azzurra con gli occhi di Monet
A Montecarlo si può ammirare la seconda mostra più importante al mondo degli ultimi 30 anni su Monet, dopo quella del 2010 a Parigi. Monet in piena luce vale un viaggio in Riviera quest’estate.
“Se Monet non fosse venuto a Bordighera non sarebbe mai diventato Monet”, sostengono alcuni studiosi dell’Impressionismo. Proprio qui infatti, nel 1884, il pittore francese ha scoperto la luce del Mediterraneo, il cui incanto non lo ha più abbandonato. Per ammirare la bellezza della nostra Liguria e della Costa Azzurra dipinte dal grande Maestro bisogna recarsi al Grimaldi Forum del Principato di Monaco dove, fino al 3 settembre 2023, è allestita una splendida mostra con un centinaio di opere provenienti da tutto il mondo. Sono esposte in sale ariose e ben illuminate, in uno spazio eccezionale di 2500 mq, che consente al visitatore una visione capace di cogliere la potenza dell’istante, così importante per Il pittore impressionista. Tra i cento capolavori, ben dieci sono stati realizzati a Bordighera e tre a Dolceacqua e ci fanno venire il desiderio di andare a vedere quei luoghi pittoreschi non lontani dalla sede monegasca, raffigurati con un fascino luminoso impareggiabile. Del resto i paesaggi originali della Riviera di fine Ottocento, che tanto hanno sedotto l’occhio di Monet, sono rappresentati anche con un’efficace proiezione audiovisiva in bianco e nero nella Sala 3, che un po’ ci fa rimpiangere la bellezza di quella costa del Mediterraneo, quando non era ancora all’orizzonte l’attuale cementificazione esasperata.
Gli scorci delicati di Montecarlo (prima della costruzione degli imponenti grattacieli), o “il gioiello di leggerezza del ponte di Dolceacqua” non possono che incantare il visitatore che condivide l’emozione dell’artista, che vagabondava da un borgo all’altro con il suo cavalletto, per cogliere i colori e la varietà delle piante di quei paesaggi. Una miscela di riflessi e sfumature che dipingeva in momenti diversi della giornata per catturare gli effetti cangianti della luce. “Sto vivendo un’esperienza umana ed artistica ricca e forse irripetibile. La riviera ligure è rischiarata da un sole che modella le forme e accarezza la natura”, confidava all’amico e gallerista Durand-Ruel.
Folgorato dagli splendori della Costa Azzurra, scoperta in un viaggio che avrebbe dovuto durare due settimane, Monet prolungò la sua permanenza per più di tre mesi sul litorale liguro-francese. Nato a Parigi nel 1840 (morirà nel 1926 quasi cieco), Monet viveva a Giverny, in Normandia, quando nel 1883 decise di viaggiare per trovare ispirazione e poter dipingere tanti quadri da vendere, anche per mantenere la sua numerosa famiglia (aveva con la nuova moglie Alice otto figli). Partì con il suo amico Renoir e scoprì il fulgore della luce del Mediterraneo, che lo stimolò a produrre numerose e incantevoli opere. Fu qui che sperimentò la tecnica di dipingere due tele contemporaneamente, ma in momenti diversi della giornata, per catturare una luce particolare. Proseguiva il suo lavoro nei giorni successivi proprio per mostrare la potenza del bagliore dell’istante, più che l’importanza del soggetto raffigurato. La stessa inquadratura, dunque, ma in momenti differenti. Ciò che lo emoziona è un effetto, un’atmosfera.
In mostra non mancano però anche gli scorci famosi della luce del Nord, per esempio di Argenteuil, lungo la Senna, o di Vétheuil, sia con delicate sfumature primaverili che con i colori freddi del disgelo o delle inondazioni: ciò che l’artista vuole “fermare” sulla tela è sempre l’istante, il momento preciso. Proprio l’acqua diventerà poi lo specchio luminoso, che si trasforma esso stesso in paesaggio prediletto. Così nelle ultime sale si possono ammirare le famose ninfee coltivate nel giardino di Giverny. Sono il soggetto dei capolavori creati nei terribili anni della Prima Guerra Mondiale, che Monet vivrà con profonda sofferenza. I fiori da lui tanto amati diventeranno motivi anche delle Grandi Decorazioni donate alla Francia dall’artista come inno alla pace. Oggi sono collocate all’Orangerie di Parigi, definita “Cappella sistina dell’Impressionismo”. In mostra ne abbiamo un esempio accostato a un dispositivo audiovisivo che vuole aiutare il visitatore ad immergersi nel processo creativo di Monet.
L’epilogo affascinante del percorso espositivo è la contemplazione di una tela quasi astratta, di grande formato, che mostra come la malattia agli occhi del grande pittore (una grave cataratta bilaterale lo rende quasi cieco) non blocchi il suo inesausto desiderio di dipingere, con la misteriosa capacità di giungere a un effetto ammaliante e sorprendente. Come è evidente anche nelle diverse versioni del rinomato ponte giapponese del suo curatissimo giardino. Che cosa ci portiamo dunque nel cuore di una mostra così bella? Soprattutto i quadri della nostra incantevole Bordighera, così elegante e colorata, ma anche gli scorci degli scogli su un mare verde-azzurro “a bordo del Mediterraneo” e un’incredibile e delicatissima veduta da lontano del forte di Antibes, sullo sfondo di cime innevate con, in primo piano, il brillio delle onde violette, rosa e azzurre. È davvero un regalo prezioso poter contemplare riuniti capolavori provenienti da importanti collezioni e musei di tutto il mondo, per la gioia degli occhi e dello spirito e, in più, a due passi dai luoghi di vacanza.