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EDITORIALE

Bolzano, laboratorio della "nuova Chiesa"

Stanno facendo rumore le conclusioni del Sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone, da cui parte la richiesta a Roma di aprire ai preti sposati, al sacerdozio per le donne, alla comunione per i divorziati risposati. Ma è questo che Gesù ci ha insegnato?
- Bolzano rompe gli argini, di Lorenzo Bertocchi

Editoriali 11_02_2015
Sinodo diocesano Bolzano

Scuola media, l’insegnante di matematica prova ad insegnare le equazioni, ma gli studenti malgrado tutti gli sforzi non riescono ad arrivare a risolvere l’equazione proposta. Anzi, due o tre ce la fanno, gli altri niente da fare. Finché qualcuno trova che a rimaneggiare i numeri il risultato viene: «Ecco, se in questo passaggio facciamo che 2+2 = 5, allora il risultato è quello giusto». «Ma così barate», rispondono spocchiosi quelli che hanno fatto tutto corretto, «non vale fare finta di non aver commesso errori e pretendere che sia la matematica a essere sbagliata».

Ma la stragrande maggioranza della classe, stufa di provare invano a risolvere l’equazione attraverso l’insegnamento tradizionale insiste: «Se facendo 2+2=5 viene giusto, allora facciamo così, tanto nell’altro modo non ci arriveremmo mai». Il professore di matematica all’inizio è un po’ perplesso, poi si lascia convincere: in fondo, se il 90% degli studenti chiede che 2+2 faccia 5 vuol dire che è un’esigenza diffusa, accontentarli significa portare la matematica più vicina agli studenti. Perché farli sentire frustrati per il mancato raggiungimento dell’obiettivo? Non è forse meglio valorizzare lo sforzo compiuto per imparare anche se i risultati sono scarsi? E la piantino i bravi di obiettare, che i professori ci stanno per quelli che non sanno, non per coloro che sanno.

Così il professore di matematica convince anche il preside e gli altri insegnanti della scuola che questa è la strada giusta e infine tutti insieme scrivono una petizione all’Associazione Mondiale dei Matematici chiedendo che la smettano di insistere sulla matematica tradizionale che vuole che 2+2 faccia 4. Si accetti che faccia 5 o anche 6 se questo serve a risolvere un’equazione e a non fare sentire gli studenti in colpa.

Cosa diremmo davanti a questi studenti? E soprattutto cosa diremmo di questo professore di matematica che, per coprire la propria incapacità ad insegnare la matematica, si fa paladino delle assurde pretese dei suoi studenti? E del preside che per ignavia o quieto vivere si allinea alla mentalità dominante ben sapendo che sta favorendo la menzogna? Non sarebbe forse il nostro buon senso a ribellarsi ancora prima che la nostra coscienza matematica?

Ebbene, allora perché passa per normale – e anzi terribilmente avanzata – l’analoga pretesa del Sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone che a stragrande maggioranza chiede alla Chiesa di cambiare la dottrina abolendo il celibato sacerdotale, introducendo il sacerdozio femminile e garantendo la comunione ai divorziati risposati? Qui potete leggere le strabilianti conclusioni del sinodo alto-atesino, ma a sorprendere maggiormente è che vescovo e clero locale, invece di farsi qualche domanda su cosa è stato seminato negli anni, trovino che sia anche giusto perorare questa causa a Roma. Come se l’insegnamento della Chiesa dovesse consistere in ciò che esprime la “base” e non in ciò che ci ha comandato Nostro Signore.

Il peggio è che quello di Bolzano-Bressanone non è un caso isolato: in fondo la posizione al recente Sinodo sulla Famiglia sostenuta dall’episcopato tedesco e da altri eminenti personalità ecclesiastiche, si muove esattamente su questa linea: siccome la gente non segue più l’insegnamento tradizionale della Chiesa per quanto riguarda la morale sessuale, e neanche lo capisce, è allora la Chiesa che si deve adeguare se vuole evitare di perdere i fedeli.

Ma è per questo che Gesù ha istituito la sua Chiesa?

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