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Conti in rosso

Bilancio Ue, gli errori per 11 miliardi che imbarazzano Ursula

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Il rapporto annuale della Corte dei conti europea rileva che nel 2023 quasi 11 miliardi – pari al 5,6% dei pagamenti di bilancio – sono stati spesi male, anche a causa di errori contabili. Ma von der Leyen e compagni distraggono l’attenzione attaccando Orban.

Politica 14_10_2024
Ursula von der Leyen (LaPresse)

Gli errori nel bilancio dell'Unione europea, relativo al 2023, sono saliti al 5,6%, un livello che non si vedeva dalla crisi finanziaria. Questo dato allarmante emerge dall’analisi compiuta dalla Corte dei conti europea (Eca) nel suo rapporto annuale, pubblicato giovedì 10 ottobre, poche ore dopo gli attacchi che la presidente della Commissione europea e i leader dell’intero arco politico dei partititi tradizionali hanno rivolto nei confronti del presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Viktor Orban. I titoloni in prima pagina, le veline imposte ai maggiori quotidiani occidentali sono serviti a coprire l’ennesimo sconcertante buco nero e la zona grigia che hanno caratterizzato il mandato della Commissione europea dal 2019 ad oggi… altro che nuovo debito comune per Moldavia, Ucraina, auto elettriche e case green! Orban è stato usato come paravento per nascondere le malefatte. Un atteggiamento puerile e grave.

La Corte dei conti europea è un’istituzione dell’Ue nonché il revisore esterno delle finanze della stessa Ue. In questa veste, la Corte funge da custode indipendente degli interessi finanziari di tutti i cittadini dell’Ue, in particolare contribuendo a migliorare la gestione finanziaria della stessa. L'anno scorso, scrive il Financial Times, quasi 11 miliardi di euro su 191,2 miliardi di euro di pagamenti di bilancio sono stati spesi male, anche a causa di errori contabili. Ciò equivale al 5,6%, rispetto al 4,2% del 2022, un trend in crescita, dunque.

Per il quinto anno consecutivo, si legge nel documento redatto dall'organo di controllo del bilancio dell'Ue, si esprime un parere negativo sulla spesa europea, mentre gli Stati membri si affrettano a prendere milioni e miliardi da Bruxelles. «L'aumento sostanziale del livello di errore stimato per il bilancio dell'Ue (...) è preoccupante», ha dichiarato il presidente dell'Eca, Tony Murphy, in una prefazione al rapporto, che ha riscontrato carenze «materiali e pervasive» nel 2023.

I fondi di coesione, ad oggi gestiti dal commissario socialista Elisa Ferreira e che sono dedicati allo sviluppo regionale, costituiscono un terzo del bilancio dell'Ue: essi hanno rappresentato la maggior parte delle spese improprie, con un aumento degli errori del 45% rispetto all’anno precedente. Proprio della spesa per la coesione dell'Ue, appunto circa un terzo dell’intero bilancio europeo, dovrà occuparsi il nostro Raffaele Fitto. Le polemiche e i veti dei socialisti nei suoi confronti, dopo la relazione della Corte dei conti, appaiono molto sospetti e troppo interessati: erano forse per nascondere gli svarioni dell’attuale commissario socialista?

L'anno scorso, la spesa per la coesione si è sovrapposta a un programma separato dell'era pandemica noto come “Recovery and Resilience Facility” (Rrf): i vincoli di tempo e la capacità di realizzazione potrebbero essere la causa del gran numero di progetti “non ammissibili” che ricevono comunque i finanziamenti. Ricordiamo che i Paesi devono spendere, entro il 2026, centinaia di miliardi di fondi per la ripresa post-pandemia.

La Corte sottolinea che l'aumento sostanziale del tasso di errore stimato è in gran parte dovuto agli errori riscontrati nella spesa per la coesione, come riporta anche Politico, che hanno raggiunto il 9,3% (6,4% nel 2022).

C'erano «molti soldi da spendere», ma «gettare secchiate di soldi agli Stati membri non è la soluzione ideale», ha detto Murphy ai giornalisti nella conferenza stampa di presentazione del documento, a proposito del bilancio europeo che nel 2023 ha visto pagamenti totali per 239 miliardi di euro e impegni in sospeso per 543 miliardi di euro. La Corte dei conti europea ha emesso un cartellino giallo (un giudizio con rilievi) sul programma per la ripresa e la resilienza, dopo che un riesame ha rilevato che un terzo dei pagamenti delle sovvenzioni non era conforme.

Il controverso programma di prestito congiunto noto come “Next Generation EU” ha reso l'Ue uno dei maggiori emittenti di debito in Europa, secondo il rapporto dell'Eca, ma non è chiaro come saranno rimborsati i 460 miliardi di euro ancora in sospeso. «A meno che non venga identificata un'altra risorsa (...) altre priorità ne soffriranno». «E purtroppo, come suggerisce il nome, toccherà alla prossima generazione di cittadini dell'UE sopportare questo» debito, ha ricordato con realismo il presidente Murphy.

In linea di principio, l'Ue dispone di un meccanismo a cascata per garantire che i debiti siano onorati se l'attuale bilancio dell'Ue è esaurito. Ma con gli interessi che già costano centinaia di milioni, il rimborso del capitale comprimerebbe ulteriormente la spesa del bilancio dell'Ue. Sarebbe necessario imputare responsabilità a coloro che non hanno vigilato nemmeno politicamente, piuttosto che chiedere più soldi e debito comune per gli Stati e i cittadini! Piuttosto che proseguire sulla strada delle polemiche faziose e dell’individuazione di capri espiatori, a danno di leader politici e capi di governo nazionali, la presidente Ursula von der Leyen e gli attuali commissari europei abbiano il coraggio di affrontare i propri errori, per i quali tutti noi, oggi e nel prossimo futuro, saremo chiamati a pagare.



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