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IL LEADER SCOMPARSO

Berlusconi vola da Putin e lascia la scena a Renzi

Gli atteggiamenti altalenanti assunti da Silvio Berlusconi negli ultimi mesi sono un po’ lo specchio dell’agonia del centrodestra italiano. Le ultime mosse di Berlusconi sono un chiaro segnale di smobilitazione. L’ex Cavaliere vola in Russia dal suo amico Putin per la seconda volta in poco più di due mesi.

Politica 10_09_2015
Silvio Berlusconi

Gli atteggiamenti altalenanti assunti da Silvio Berlusconi negli ultimi mesi sono un po’ lo specchio dell’agonia del centrodestra italiano, formalmente guidato da lui, in realtà da tempo alla ricerca di un suo successore e di una strategia politica di lungo periodo. L’ex Cavaliere, stando a rumors attendibili, sarebbe sempre più nauseato dalla politica e, al di là dei proclami ufficiali, non avrebbe più molta voglia di occuparsi di legge elettorale, Senato elettivo, diatribe nel suo partito e nel suo schieramento. Ne avrebbe tutte le ragioni. Dopo vent’anni di impegno politico, molti dei quali trascorsi alla guida del Paese, e dopo tutti gli assalti giudiziari subiti da diverse procure, avvicinandosi alla fatidica soglia degli ottant’anni, potrebbe ragionevolmente coltivare il desiderio di farsi da parte.

Ciclicamente si rincorrono le voci di un Berlusconi pronto a mollare definitivamente la politica, dopo essere stato definitivamente estromesso dai palazzi del potere a seguito di una condanna definitiva passata in giudicato, ma sulla quale pende la spada di Damocle (che per il diretto interessato è un po’ l’ultima spiaggia) del ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (questione della retroattività della legge Severino). Che lui speri sotto sotto in una riabilitazione da Strasburgo può essere, ma si tratterebbe più che altro di una vittoria morale. Sa bene che ormai le sue truppe sono in disarmo e che, anche in caso di un suo clamoroso ritorno nell’agone elettorale e di una sua ricandidatura, le cavalcate trionfali del 1994 e del 2001 sono pressoché irripetibili. Dall’altra parte, infatti, non c’è né la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto né l’”insalata russa” assemblata da Prodi, bensì un quarantenne postcomunista e postdemocristiano, pieno di energia e contro cui un quasi ottantenne rischierebbe di sfigurare.

Gli ultimi sondaggi appaiono impietosi nei confronti di Forza Italia. I più generosi accreditano quel partito di un 12% di consensi, mentre altri, forse più realistici, prevedono che non supererebbe l’asticella delle due cifre. In queste condizioni, inutile sognare una “remuntada”, che sembra più che altro scritta nel libro dei sogni. La Lega ha da tempo superato Forza Italia e ha ormai la “golden share” della coalizione. I forzisti sono disorientati tra sirene renziane, ipotesi neocentriste e acritico intruppamento nelle file salviniane. Sembra che tra gli azzurri il momento del “rompete le righe” sia sempre più vicino. E le ultime scissioni lo lasciano presagire. In effetti le ultime mosse di Berlusconi sono un chiaro segnale di smobilitazione. L’ex Cavaliere vola in Russia dal suo amico Putin per la seconda volta in poco più di due mesi. Da quando ha riavuto il passaporto, la meta delle sue due uniche trasferte all’estero è stata la patria del leader russo. Ma non è strano che Berlusconi decida di lasciare l’Italia proprio alla vigilia di passaggi cruciali per la politica italiana, come la riunione dei senatori del suo partito, che si è svolta martedì, e che ha confermato il “no” al disegno di legge Boschi di riforma del Senato? Si trattava di un’assemblea decisiva, alla quale un leader di partito avrebbe dovuto partecipare, anche per tenere unita una pattuglia di senatori non compattissima, stando almeno alle ricostruzioni giornalistiche. 

Altro appuntamento che l’ex premier salterà è quello di Pietrasanta, in Versilia, dove per sabato prossimo era previsto un suo intervento alla festa del quotidiano di famiglia, Il Giornale. I suoi fans si aspettavano un discorso a tutto campo sugli scenari futuribili della politica e sul rilancio del centrodestra, ma ancora una volta resteranno delusi perché lui rientrerà dalla Russia domenica, solo per il derby Milan-Inter. Apatia? Svogliatezza? Leader definitivamente in disarmo? Certamente c’è anche quel movente nel progressivo e irreversibile abbandono della scena politica da parte di Berlusconi, che fugge da tutte le occasioni ufficiali e si limita a qualche sortita telefonica a kermesse del suo partito, come quella di domenica scorsa a Giovinazzo, in Puglia. Anche l’annuncio di creazione di un nuovo partito, “L’Altra Italia”, in grado, nelle sue intenzioni dichiarate, di pescare menti e sensibilità nella società civile, sembra già evaporato. 

Per non dire delle imbarazzanti stilettate ai cosiddetti “mestieranti della politica” come Alfano, Fitto, Verdini, rei, secondo lui, di averlo abbandonato per ragioni di potere. Peccato, però, che nella precedente legislatura, fu proprio l’ex premier a imbarcare gli Scilipoti e i Razzi per tentare di puntellare la sua maggioranza. Ma azzardiamo anche un’altra ipotesi. Forse Berlusconi in questa fase non se la sente di affrontare di petto Renzi perché non vuole metterlo in difficoltà. Il premier, in questo delicato passaggio sulla riforma costituzionale, deve già tenere botta ai dissidenti dem e non gradirebbe che anche il suo ex interlocutore del Patto del Nazareno, da lui “riabilitato” e “legittimato”, si mettesse di traverso e contribuisse ad inasprire lo scontro tra renziani e antirenziani. Tenere un profilo basso da parte dell’ex Cavaliere risponde alla logica di chi sa bene che eventuali elezioni anticipate sarebbero un Vietnam per il centrodestra, con l’incognita di un Renzi ancora più forte nella prossima legislatura e meno condizionabile sulle scelte che più gli stanno a cuore. E allora meglio distrarsi con Putin anziché contribuire a ostacolare un governo tutt’altro che ostile.