Battuto il Golia I "Passeggini" travolgono Marino
Quanti passeggini hanno le divisioni di Davide? Cento? Duecento? Siamo generosi e arriviamo a trecento. Comunque pochi e mal attrezzati, rispetto alle legioni di vigili urbani, impiegati part time, attaché di settimo livello e burosauri comunali a disposizione dell’imperatore Marino, il Golia che spadroneggia in Campidoglio.
Quanti passeggini hanno le divisioni di Davide? Cento? Duecento? Siamo generosi e arriviamo a trecento. Comunque pochi e mal attrezzati, rispetto alle legioni di vigili urbani, impiegati part time, attaché di settimo livello e burosauri comunali a disposizione dell’imperatore Marino, il Golia che spadroneggia in Campidoglio. Eppure, con la fiondina ad elastico, i genitori del “Popolo dei passeggini” sono riusciti ad stordire il gigante. Non è la vittoria finale, ma il primo colpo contro il Gigante. Il Tar del Lazio (il mitico) ha annullato gli aumenti delle tariffe per gli asili nido capitolini. La vicenda è nota, almeno per i più attenti alle battaglie pro family, condotte in splendida solitudine da un pugno di famiglie romane.
Pensare che solo un anno fa, il candidato Marino s’era impegnato, in cambio di voti, a «sostenere le famiglie numerose», a cominciare dalle rette degli asili. Passata la festa, gabbato lo santo e anche i romani. Promessa non solo dimenticata ma pure rovesciata nel suo contrario. Con una delibera, a luglio, la giunta ha aumentato le tariffe degli asili nido e, alla faccia delle famiglie numerose, ha annullato l’esenzione per chi ha più di tre figli. Senza dirlo prima, ma solo a iscrizioni avvenute. Vile carognata che, sentenzia adesso il Tar, «deve ritenersi illegittima». Insomma, stop agli aumenti fino alla fine dell’anno scolastico, cioè giugno 2015. Una bella soddisfazione per mamma e papà che in questi mesi si sono mobilitati andando a protestare sotto le finestre del Campidoglio, con bimbetti e carrozzine al seguito. E un sonoro schiaffo alla furbizia arrogante e maldestra del borgomastro Marino, che da qualche tempo a questa parte non ne infila una giusta: l’80 per cento dei romani lo boccia e lo giudica inadatto a governare Roma.
«Questa è una vittoria di Davide contro Golia», commenta esultante Gianluigi De Palo, organizzatore e fondatore del movimento, «le famiglie hanno dimostrato che possono vincere contro tutti e anche contro le ingiustizie del sindaco, che non ha a cuore le sorti delle famiglie della sua città. Ora dobbiamo restare uniti per abbassare le tariffe. Abbiamo già costituito un tavolo con alcuni genitori e abbiamo elaborato una serie di modifiche alle proposte del Comune che tengano conto del quoziente familiare». Ma la questione non finisce qui: con il Campidoglio niente tregua. Chiuso un fronte, ecco che se ne apre un altro: nel mirino dei genitori di 160 nidi comunali c’è ora un’altra delibera del Comune che cancella le supplenti in sostituzione della prima assenza delle educatrici. Una delibera che sbilancia il giusto rapporto adulto-bambino che, specialmente in presenza di bimbi molto piccoli, non dovrebbe superare quello di uno a sette. A partire da gennaio, denunciano le mamme, in tutti i nidi della città si verificano situazioni al limite del paradossale: in alcuni asili c’è una sola educatrice con 20 lattanti, impossibilitata a cambiarli e a dargli da mangiare.
E adesso, come si metterà la battaglia? La posta che il movimento dei passeggini ha messo sul tavolo del sindaco è davvero alta e va ben oltre il caso Roma. Investe il rapporto tra società civile e politica, governo della città e cittadini che vogliono essere considerati soggetti attivi nella decisione di scelte strategiche. Nel Popolo dei passeggini, movimento laico e senza partito, c’è qualcosa di meraviglioso e di inedito, un’esperienza di aggregazione “politica” (nel senso più nobile) e di solidarietà sociale. Ogni genitore ha messo a servizio degli altri la propria professionalità. C’è chi ha ideato il logo, chi ha creato e gestisce la mailing list, chi si è occupato della comunicazione. Ma il grosso del lavoro lo hanno fatto le mamme-avvocato, con figli iscritti nei nidi comunali, che hanno redatto la diffida e l’esposto al Tar. «È una manifestazione nata dal basso», racconta De Palo, «iniziata da Roma ma con l’intenzione di alzare il dibattito a livello nazionale chiedendo a Renzi e al governo un fisco più equo per le famiglie. Altrimenti, quei passeggini vuoti non saranno più simbolo di una protesta, ma realtà triste dell’Italia del presente e del futuro». Un modello di presenza e intervento politico non certo diffuso.
La famiglia naturale, quella con mamma, papà e figli, è stata accusata di tutte le nefandezze possibili, scoraggiata economicamente in mille modi, processata addirittura di essere la culla di violenze inaudite. Privando così la società tutta di una forte identità e di una formidabile risorsa economica ed educativa. Paradossalmente, sono cresciuti a dismisura i cosiddetti “nuovi diritti”, quelli inventati dalla fanta-ideologia di genere e gay friendly. Ignazio Marino, il sedicente sindaco e cattolico, ai passeggini preferisce le coppie unisex e i registri arcobaleno, sostituendo le sue comiche delibere alle leggi fondate sulla Costituzione. Come Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli (la Gaia Triade) in profonda crisi di consenso, si improvvisa vittima della repressione omofoba e si fa fotografare con coppie lesbiche e bambini in braccio a mamme Conchite con barbe e baffi. Quattro gatti spelacchiati ma che fanno audience e titoli sui giornali. Eppure, e per fortuna, anche a Roma c’è un giudice che rimette a posto, almeno un po’, le cose e impedisce all’improvvisato sindaco di buffoneggiare oltre il limite con i soldi dei cittadini. Ma, stiano all’occhio lorsignori: Davide ha appena cominciato a impratichirsi con la fionda. E l’Italia, come Roma, è piena di sassi da tirare contro il Golia Marino e gli altri tiranni della stessa risma.