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La chiamano democrazia

Bandire l’AfD, c’è una Germania nostalgica della DDR

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Alternative für Deutschland è oggi la seconda forza politica in Germania, ma i partiti che rappresentano l’establishment stanno tentando in tutti i modi di metterla al bando. I verdi vorrebbero addirittura vietarne l’esistenza.

Esteri 31_03_2025
Alice Weidel (AfD), [foto Ap via LaPresse]

Alternative für Deutschland (AfD), il partito di destra conservatrice favorevole a natalità, vita del concepito e che ha raddoppiato la sua rappresentanza a 152 seggi (seconda forza politica in Germania), è stato escluso nei giorni scorsi da ogni incarico istituzionale dell’ufficio di presidenza del Bundestag, il parlamento tedesco. Una riprova della distorsione delle regole istituzionali e del bon ton politico che i partiti perdenti, socialisti, verdi e sinistra, hanno imposto ai democristiani tedeschi. Un tradimento e sberleffo ai milioni di elettori tedeschi che sarà vendicato alle prossime elezioni, come i sondaggi stanno dimostrando.

Martedì 25 marzo, durante la sessione costitutiva inaugurale del 21° Bundestag, il candidato dell’AfD alla vicepresidenza del parlamento, Gerold Otten, è stato bocciato con tre votazioni consecutive contrarie. L'argomentazione ufficiale è ben nota: il cordone sanitario sarebbe necessario come forma di "difesa democratica" contro "l'estrema destra". Questa barriera ideologica è in realtà una censura politica che serve solo a consolidare il potere nelle mani dell'establishment dei partiti tradizionali, nonostante il fatto che, con i suoi 152 seggi, l'AfD rappresenti un elettore tedesco su quattro, superando il Partito Socialdemocratico (120) e il Partito Verde (85). Ciò che è accaduto nel Bundestag non è un'anomalia tedesca, ma un'altra manifestazione di una strategia politica assurda e ignorante che considera, a torto, gli elettori che votano le destre patriottiche e sovraniste come dei minus habens e, di conseguenza, si illude che solo una coalizione di partiti perdenti favorisca la scomparsa di movimenti politici di destra e un ripensamento degli elettori scontenti.

La stessa ingiusta imprudenza l'abbiamo registrata in Svezia, Francia, Spagna e anche nel Parlamento europeo. Un cordone sanitario contro la sovranità, contro i popoli d'Europa, contro le stesse istituzioni, ancor prima e più che contro le destre europee.

Negli stessi giorni in cui si consumava questa infamante azione, secondo quanto riportato dai media tedeschi, i verdi si stavano preparando a promuovere in parlamento una mozione per vietare addirittura l’esistenza dell'AfD «il più presto possibile». Anche in questo caso, l'idea di sbarazzarsi del principale avversario politico delle élite al potere non è nuova, è stata discussa per molti anni soprattutto per iniziativa dei socialisti; e poiché l'AfD cresce ad ogni appuntamento elettorale, si vorrebbe porre fine alla sua vita, prima delle prossime elezioni del 2029. Mentre in altri Paesi europei si cerca di vietare la partecipazione elettorale del candidato vincente delle opposizioni conservatrici, come abbiamo descritto sulla Bussola, in Germania si pensa a misure ancora più radicali, volendo addirittura bandire il partito di opposizione e così controllare meglio il voto popolare.

I verdi tedeschi sperano che il nuovo governo, che sarà probabilmente formato dall'alleanza di centrodestra (CDU/CSU) e dai socialdemocratici (SPD), nomini rapidamente il nuovo capo dell'agenzia di intelligence interna (il Bundesamt für Verfassungsschutz, BfV). Ciò consentirebbe di poter designare l'AfD come organizzazione «estremista», un passo ulteriore rispetto all’attuale classificazione come «sospetta organizzazione estremista», che consentirebbe al parlamento di chiedere alla Corte costituzionale di pronunciarsi sull’incostituzionalità del partito. A gennaio scorso, un totale di 113 deputati della CDU/CSU, dei socialdemocratici, dei verdi e del partito di sinistra Die Linke avevano chiesto al parlamento di discutere una mozione per vietare la presentazione delle liste elettorali all'AfD, sostenendo che quel partito «si oppone ai principi fondamentali dell'ordinamento democratico e libero».

Tuttavia, mentre i partiti democristiani di CDU/CSU e i socialisti, con l’intesa dei verdi, stanno cercando l’intesa per formare il nuovo governo, su questioni fondamentali per gli elettori come l'immigrazione, la tassazione e il rilancio dell'economia, un nuovo sondaggio mostra che il sostegno della CDU/CSU è sceso al 27%, dal 28,5% ottenuto alle elezioni di un mese fa. 

La popolarità del Partito Socialdemocratico è diminuita di due punti percentuali, passando al 14,5%. Nel frattempo, la destra di AfD, che ha criticato Friedrich Merz per la sua "orgia di debiti" e la sua possibile alleanza con l’avversario socialista, vede crescere la sua popolarità dal 20,8% al massimo storico del 23,5%. Merz e i partiti democristiani sono proprio sicuri di aver intrapreso la giusta direzione di marcia per governare la Germania? Più armi e meno libertà democratiche al popolo riporteranno il Paese dalla parte sbagliata di Berlino, verso lo stile del burattino sovietico Erich Honecker, non certo verso quello dello statista europeo e democristiano Helmut Kohl.