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LETTERE IN REDAZIONE

Autonomie, se mancano i requisiti di pensieri basilari...

Una disavventura in treno è la metafora giusta per spiegare il perché l'autonomia regionale in Italia è impossibile. Come dimostra anche il tema della scuola. 

Caro direttore, autonomie? Allora senta questa cronaca di un sabato sera alternativo, che ho vissuto personalmente: non svegli e consapevoli a ballare fino alle 3 di notte, ma sonnolenti e ignari a vagolare tra Lecce, Benevento, Caserta e Roma. Allora, treno Lecce-Roma: arrivo previsto ore 22.20, arrivo reale 5 ore dopo... Il problema non è che possa capitare qualcosa: "Siamo tutti sotto al Cielo", come si dice... Il guaio è che la merce umana pensa...e soffre se viene bullizzata col silenzio.

Illazioni, ipotesi, speranze: nulla di nulla. Si sospira e si chiede: "Perchè?" A un certo punto ecco l’ordine: “Tutti giù dal treno!”. "Tutti sopra il pullman!" Privati. L’altoparlante nel treno pubblico è un lusso. Ecco perché l'Autonomia è una chimera da queste parti: non ci sono i requisiti di pensiero. La gente urla, anziane donne del popolo sono spaventate: tutti insieme ci si sente ostaggi di un sistema omertoso che, boccheggiando, chiama in fretta e furia pullman privati in soccorso… Nessun accenno di divisione tra chi va a Caserta e chi a Roma. Lo Stato paga chi dà ordini; l’intelligenza è un extra. Quando si arriverà a Caserta, che si farà?

L'Autonomia può aspettare: qualcuno ha promesso di aprire il Parlamento come una scatola di sardine sott'olio. Fatto. Ora ci si aspetta che con l'apriscatole si aprano le teste e si modifichi il dna di chi pensa che lo Stato non debba gestire, ma solo controllare. Guai, soprattutto, a chi pensa tout court, o a chi vuole educare i propri figli a pensare. In particolare se è povero, il tale che pensa non ha scampo. Per suo figlio esisterà solo l'educazione di Stato.

La buona scuola pubblica paritaria invece sarà solo (lo è già) per chi ha in mano l'apriscatole. Nessuna Autonomia per chi non è in grado di intendere e di volere, per i quali, secondo la Costituzione, giustamente è lo Stato a scegliere l'educazione dei figli. Per chi intende e vuole, ma è povero, e non può pagare due volte, con le tasse e con la retta, nessuna libera scelta di formazione ed educazione per i propri figli è possibile..."alla faccia" della Costituzione che tale libertà garantisce. Vox populi...