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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

IL PENSIERO

Augusto Del Noce e il democratismo ateo

Riscopriamo le riflessioni di Del Noce sulla democrazia, che si discostano di molto da quanto pensano oggi anche tanti cattolici. Appunti in vista della Settimana sociale di Trieste

Dottrina sociale 13_03_2024

Chissà se i partecipanti alla prossima Settimana sociale che si terrà a Trieste nel prossimo mese di luglio terranno conto di alcune affermazioni che Augusto Del Noce faceva già negli anni Sessanta del secolo scorso (ne Il problema dell’ateismo), o se proseguiranno ingenuamente nel portare acqua a “questa” democrazia.

Ecco un primo passaggio delnociano: «Il concetto di una democrazia pura, come ideale, per dir così, neutro, accettabile dalle diverse posizioni di pensiero, deve essere ritenuto come il più irrazionale dei concetti politici». Eppure, pressappoco così la pensava Maritain e la pensano tutti coloro che ancora oggi si ispirano al personalismo (comunitario). La pensano così anche i cattolici secondo i quali la democrazia è prima di tutto una esperienza da condividere e un luogo di partecipazione di tutti, positivo in sé stesso.

Un secondo passaggio: «C’è anche una democrazia connessa con la perdita del sacro, e tale appunto mi sembra essere il democratismo di oggi. Paradossalmente, quella scomparsa del problema di Dio che, secondo il marxismo, avrebbe dovuto seguire la rivoluzione proletaria, sembra oggi avvenire invece nell’ultimo stadio della società borghese». Del Noce ha mostrato come il marxismo italiano, con la sua “scelta democratica”, abbia assai contribuito all’ateismo democratico o democratismo ateo che dir si voglia. L’esito però non è marxista ma borghese e quando Gramsci parlava “di suicidio” dei cattolici che desideravano uscire dall’opposizione antimoderna ed entrare nella modernità tramite la democrazia, avrebbe dovuto pensare (ma forse ci pensava con precisione) anche al suicidio del marxismo nella democrazia borghese che la scelta democratica comportava. Suicidati i cattolici e suicidati i marxisti.

Terzo passaggio, di qualche anno più tardo: il programma di Leone XIII «è fondato sull’idea che la democrazia sia necessariamente diretta a rovesciarsi in un sistema di forma oppressiva senza quel “senso comune” che può essere preservato soltanto dalla metafisica cristiana». Ed eccoci alla democrazia totalitaria di questi giorni. Vedremo se alla Settimana sociale di Trieste le riflessioni tenteranno almeno di adeguarsi a questi livelli.

Stefano Fontana