Attaccati e distrutti tre campi profughi nel nord della Repubblica Centrafricana
Dalla fine di ottobre nel nord del Centrafrica 25.000 sfollati vivono in condizioni estremamente precarie dopo aver perso tutto nell’incendio di tre campi profughi appiccato da un gruppo armato
Nella Repubblica Centrafricana gli sfollati a causa degli scontri tra gruppi armati ex-Seleka e Anti-Balaka sono quasi 643.000. A fine ottobre a Batangafo, nel nord del paese, un gruppo armato ha attaccato dei campi che ne ospitavano circa 25.000. Più di 10.000 hanno cercato rifugio nel recinto dell’ospedale cittadino gestito da Medici senza frontiere e, a distanza di due settimane, oltre metà di essi vi sono ancora ospitati in condizioni estremamente precarie. Tutto è iniziato il 31 ottobre quando nell’ospedale è stato ricoverato un combattente di uno dei gruppi armati che controllano la città ferito. Per rappresaglia il gruppo armato di cui fa parte ha attaccato tre campi per sfollati e li ha incendiati. “Era una scena da film horror – ha raccontato il coordinatore locale di Msf, Helena Cardellach – abbiamo visto centinaia di abitazioni in fiamme. È stato terribile”. Gran parte della città è andata distrutta: “ancora si sente l’odore della cenere. Tutte le case sono bruciate così come il mercato e la cappella – dice ancora Helena Cardellach – Batangafo è una città fantasma. Al mattino, quando c’è una pausa, la gente esce dall’ospedale per cercare di fare qualcosa, ma alla sera tutti rientrano in ospedale sperando di essere al sicuro almeno lì”. Molti hanno perso tutto nell’incendio che ha distrutto casa loro. A quelli che non hanno trovato posto nell’ospedale va ancora peggio. Vivono nella boscaglia quasi privi di cibo e acqua.