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Blasfemia

Assolto in Pakistan un cristiano in carcere per blasfemia

Era stato arrestato a gennaio sulla base di una falsa accusa e ha trascorso sei mesi in carcere prima che un giudice coraggioso decidesse di assolverlo

 

 

Arriva dal Pakistan la buona notizia che il 12 giugno un cristiano, Farhan Javed Masih, è stato assolto dall’accusa di blasfemia e terrorismo. Era stato arrestato il 26 gennaio scorso quando un agricoltore suo vicino di casa, Muhammad Bilal Khan, lo aveva denunciato dicendo di averlo sentito pronunciare parole blasfeme mentre passava vicino ai suoi campi. La denuncia era stata registrata dalla polizia senza condurre una indagine e senza accogliere le richieste di sottoporre Farhan a perizia psichiatrica dal momento che l’uomo soffre di disturbi mentali. A pronunciare la sentenza di assoluzione è stato Zia Ullah Khan, presidente del tribunale regionale di Sahiwal, nello stato del Punjab, che ha respinto entrambe le accuse come infondate, tenendo conto dell’evidente stato mentale dell’imputato e del fatto che nella sua abitazione non sono stati trovati esplosivi né materiale che incitasse a odio e terrorismo. Collegare la blasfemia, di per sé un reato gravissimo che può comportare la condanna a morte, al terrorismo è diventato sempre più comune, sostiene l’avvocato difensore di Farhan, Kashif Nemat. Inoltre le sentenze di assoluzione per chi è accusato di blasfemia sono rare, anche perché i giudici temono ritorsioni da parte degli integralisti islamici. Raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, Joseph Janssen, rappresentante della Jubilee Campaign Netherlands, un movimento per la liberazione delle persone perseguitate in particolare a causa della loro fede, ha sottolineato che il caso di Farhan è un ennesimo esempio di come “le leggi pakistane sulla blasfemia vengano sistematicamente usate per perseguitare i più poveri e vulnerabili”, in questo caso da chi ha sporto la denuncia senza motivo e dalla polizia che ha omesso di svolgere il proprio dovere lasciando che il povero ragazzo fosse incarcerato e bollato come blasfemo e terrorista. “Chi ha accusato falsamente Farhan deve essere perseguito ai sensi delle sezioni 182 e 211 del Codice penale pakistano – dichiarato – Gli agenti di polizia che hanno registrato alla cieca l’arresto senza seguire le procedure operative obbligatorie devono subire un’azione disciplinare. Finché i falsi accusatori e i funzionari complici saranno protetti, la legge sulla blasfemia continuerà a essere uno strumento di oppressione”.