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VIAGGIO APOSTOLICO

Assist papale a Open Arms nel dialogo con i gesuiti belgi

Pubblicato il testo dell'incontro tra Francesco e i confratelli della Compagnia di Gesù in Belgio. Che conferma il debole del Papa per le ONG.

Borgo Pio 08_10_2024
Foto Vatican Media/LaPresse 28 settembre 2024

A nove giorni dal viaggio apostolico di Papa Francesco in Belgio e Lussemburgo, padre Antonio Spadaro su La Civiltà Cattolica rende disponibile la trascrizione integrale dell'incontro del Pontefice con i confratelli della Compagnia di Gesù, avvenuto sabato 28 settembre al Collège Saint-Michel a Etterbeek, Bruxelles. 

Ritorna il binomio Matteo Ricci-Pedro Arrupe, come nell'analogo incontro con i gesuiti di Singapore. Tra i temi toccati, inoltre, la secolarizzazione («l’ambiente stesso, l’aria che respiriamo è un dio pagano gassoso»); il ruolo delle donne nella Chiesa («...e non voglio limitare il discorso del ruolo della donna nella Chiesa al tema del ministero»); la sinodalità (ripercorrendone per sommi capi la storia, da San Paolo VI in poi, «...e adesso siamo arrivati al Sinodo sulla sinodalità, dove le cose saranno chiarite proprio col metodo sinodale», il che, sia concesso, pare uno scioglilingua).

Last but not least, il tema "migranti": A domanda su quale consiglio darebbe al Jesuit Refugee Service e in generale alla Compagnia, il Papa raccomanda di studiare bene «il problema della migrazione» e indica che «il migrante deve essere ricevuto, accompagnato, promosso e integrato», sottolineando che ciascuna di queste azioni è essenziale. Nelle parole del Papa, la migrazione costituisce anche una risposta alle culle vuote: «l’Europa non ha più figli, sta invecchiando. Ha bisogno dei migranti perché si rinnovi la vita». E riguardo all'accoglienza dei migranti cita un esempio specifico: «La Chiesa deve prendere sul serio il lavoro con i migranti. Io conosco il lavoro di "Open Arms", ad esempio».

Oggi l'assist papale a Open Arms, ieri quello a Mediterranea Saving Humans del "padre sinodale" Casarini (in agosto). Se all'indomani della sua elezione Francesco aveva messo in guardia la Chiesa dal rischio di diventare una «ONG assistenziale», bisogna pur dire che il suo pontificato ha dimostrato un debole proprio per le ONG.