Arrestato in Cina monsignor Shao Zhumin
Per aver celebrato una Messa il 27 dicembre gli era già stata comminata una multa e gli era stato ingiunto di abbattere la sua cappella

Monsignor Shao Zhumin, vescovo sotterraneo di Wenzhou, provincia cinese di Zhejiang, è stato arrestato il 7 marzo dalle autorità dell’Ufficio della Sicurezza nazionale. Gli era già stata comminata una multa di 200.000 yuan, pari a più di 26.000 euro, e gli era stato ingiunto di abbattere la casa in cui vive e la cappella in cui svolge attività pastorali considerate illegali dal regime comunista: questo perché il 27 dicembre nella cappella aveva celebrato una Messa alla quale avevano partecipato circa 200 fedeli. Monsignor Zhumin non è riconosciuto dal regime cinese perché ha rifiutato di aderire agli organi religiosi ufficiali controllati dal Partito comunista. Per il suo rifiuto è costantemente oggetto di persecuzione ed è stato spesso arrestato, di solito all’approssimarsi delle ricorrenze principali – Natale, Pasqua… – per impedire che i cristiani a lui fedeli partecipino a riti che lui presiede. Monsignor Zhumin ha contestato le sanzioni e la risposta delle autorità è stato il suo arresto, con il pretesto di garantirne la sicurezza. Al momento non si sa dove si trovi e quanto durerà la misura adottata nei suoi confronti. L’agenzia di stampa AsiaNews riporta che inoltre “recentemente l’Ufficio della Sicurezza Nazionale e il Dipartimento per gli Affari Religiosi hanno interferito con un pellegrinaggio di alcune centinaia di persone organizzato dalla parrocchia di Cangnan, sotto la giurisdizione della Chiesa sotterranea di Wenzhou, vietandone la partenza”. Negli ultimi anni “ogni domenica agenti in abiti civili sono entrati nelle chiese della diocesi sotterranea di Wenzhou, impedendo l’ingresso a qualsiasi bambino o adolescente. Negli ultimi mesi, l’Ufficio della Sicurezza Nazionale è passato a un nuovo metodo, delegando la sorveglianza alle autorità locali dei quartieri. I funzionari di solito sorvegliano le chiese dalle 7 del mattino fino a mezzogiorno, impedendo non solo l'ingresso di bambini e adolescenti, ma anche impedendo ai sacerdoti di celebrare la Messa”.