Armani, Baudo, Acutis e Frassati tra mode ed eternità
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Armani dettava le mode. Baudo fondò il suo successo nel mondo dello spettacolo, anch’esso soggetto a mode. Carlo e Pier Giorgio non hanno seguito mode, ma hanno vissuto al modo di Cristo, nel tempo, ma fuori dalle tendenze del tempo perché tendevano sempre all’Assoluto. Inattuali per i loro contemporanei. Immortali come possono esserlo solo i santi.

Ci sono santi e santi. C’è Giorgio Armani e Pippo Baudo, da poco scomparsi, e Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, da poco canonizzati. I primi sono santi laici, anche i secondi, ma in un’altra accezione. Armani e Baudo sono santi pop, venerati in vita. I secondi sono santi cattolici, venerati da morti. I primi li sappiamo morti. I secondi li sappiamo morti, ma anche vivi tra noi e vivi lassù dove ci attendono. I primi non facevano miracoli, se non miracoli terreni grazie a forbici e microfoni. I secondi hanno compiuto veri e propri miracoli, hanno portato il Cielo in terra.
I primi avevano il pubblico. I secondi hanno i credenti. Armani fu ed è celebrato per lo stile, il gusto, l’originalità, la ricercatezza, il lusso. Virtù del mondo e di certo non tra le peggiori, seppur virtù di superficie, scintillanti ma in sé vuote se non c’è sostanza, quella sostanza che invece ha riempito l’esistenza dei due nuovi e giovani santi. Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo viene ricordato per la professionalità, la capacità di scoprire nuovi talenti, di intercettare il sentimento nazional popolare e di inventare format che al tempo non si sapeva nemmeno che si chiamassero così. Al pubblico o non importava l’omosessualità di Armani o addirittura l’apprezzava. Così come al pubblico non importava o riteneva normale che Baudo avesse avuto due mogli e due figli, di cui uno da una donna che non sposò mai.
Di contro Acutis e Frassati sono stati canonizzati perché interpreti in modo eroico di virtù quali la giustizia, la fortezza, la temperanza, la prudenza su su fino alla fede, alla speranza e alla carità. Ai credenti invece importa eccome della loro vita privata perché è questa che li ha spediti in Paradiso. Ed è questa vita privata che prima con la beatificazione e poi la canonizzazione è diventata pubblica per far sapere a tutti che se loro ce l’hanno fatta, possiamo farcela anche noi. Non tutti potranno essere il nuovo Armani o il nuovo Pippo Baudo, ma tutti potremo essere il nuovo Acutis e il nuovo Frassati, seppur a modo nostro.
Le virtù post-moderne dello stilista e del presentatore li hanno consacrati come idoli dello spettacolo, seppur il Pippo nazionale era ormai da anni più che una stella cadente una stella decadente o ormai decaduta, simbolo di un’Italia che non c’è più e che mai più tornerà. Acutis e Frassati non erano ammaliati da idoli, ma da Dio. Armani vantava milioni di follower, i due giovani santi erano tra i milioni di seguaci anonimi di Cristo. L’umiltà dei due servitori di Dio li ha resi sconosciuti in vita alla massa dei loro contemporanei, seppur in vita erano già assai conosciuti da Gesù stesso. Lo stilista e il conduttore invece cercavano la fama – non certo la fama di santità – come molti, moltissimi che affollano i social nella speranza di essere seguiti, notati, ricercati, conosciuti, apprezzati, stimati. Insomma voluti bene. Carlo e Pier Giorgio invece sapevano che erano già amati dall’Amore in persona.
Armani e Baudo erano personaggi, Acutis e Frassati solo persone. Il personaggio è necessariamente mondano perché piace al mondo, la persona invece è imago Dei e se l’immagine di Dio si scorge nelle sue scelte allora piace a Dio stesso. Il like che ha maggior valore al mondo.
Il sarto stilista si è spento a 91 anni e l’uomo di spettacolo a 89. Acutis morì a 15, Frassati a 24. Il tempo di Dio non è il nostro. Le brevi vite di Acutis e Frassati abbracciavano già l’eternità qui in terra e dunque, verrebbe da chiedersi, perché prolungarle ancor di più? La lunga esistenza dei due vip appare oggi così fugace perché è stato l’effimero la cifra caratteristica delle loro professioni. L’imperituro e il perenne invece sono state le alte vette a cui hanno teso i due giovani santi. Questo ha donato un peso specifico alle loro brevi esistenze che non possiamo ritrovare in quelle, ben più lunghe, dei due celebrati vip appena scomparsi.
Armani seguiva e dettava le mode, che per loro natura sono precarie, temporanee. Baudo fondò il suo successo nel mondo dello spettacolo, anch’esso soggetto a mode. E dunque il motivo del suo successo fu anche il motivo del suo declino. Carlo e Pier Giorgio non hanno seguito mode, ma hanno vissuto al modo di Cristo, nel tempo, ma fuori dalle tendenze del tempo perché tendevano sempre all’Assoluto. Inattuali per i loro contemporanei. Immortali come possono esserlo solo i santi.