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TEMPO DI GRAZIA

Andiamo in chiesa, Gesù ci sta aspettando

La possibilità, prevista dal nuovo decreto, di limitare l'accesso alle chiese non ha alcun fondamento nella realtà. Non vi è, infatti, alcun rischio di assembramento, né di contagio e vi mostriamo il perché. È invece vero il contrario: far visita al Signore, nella Sua Casa, è un'esperienza piena di Grazia, proprio in questo tempo di prova. Se non l'avete ancora fatto in questi giorni, andateci senza paura e scoprirete perché.

Attualità 27_03_2020 Español

Sarà perché siamo spogli di tutto: l’Eucaristia, la Santa Messa, la Confessione e ogni rito che si conviene alla Quaresima. Sarà perché la situazione particolarmente penosa di questa epidemia ci rende più mendicanti che mai. Fatto sta che entrare in una chiesa oggi, al tempo dell’Emergenza Coronavirus, è un’esperienza che non ha uguali.

Sebbene la cupa comunicazione in corso ci spinga a pensare anche alle chiese con desolazione, immaginandole vuote, spoglie e tutte abbandonate. In verità chi riesce ad entrare nella Casa di Dio, proprio in questi giorni, si accorge subito di una grazia dirompente: la Presenza del Signore si fa tanto prossima, da sembrar tangibile. E se è vero che il silenzio e il vuoto di anime che s’incontrano sembrano surreali; tanto più, chi vi entra, viene subito attratto e trascinato dentro al rapporto con l’Essenziale.

Entrando in Chiesa oggi, si può forse dire che manchi Dio? Al contrario. È come se, il dramma dell’aver tolto tutto, abbia ridotto cuore a cuore il rapporto con il Signore e abbia reso ancora più evidente all’uomo la verità della Sua folle promessa d’Amore: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo”. (Mt 28,20)

Perciò, non sarebbe esagerato dire: è proprio visitando la Casa del Signore che oggi si può guadagnare in sé quella forza di Spirito, capace di trasformare questo tempo di prova in un tempo di Grazia, o almeno in un’occasione di vera conversione. Tanto che, varcare l’ingresso del luogo Santo, diventa per il credente l’appuntamento più atteso della giornata e il momento attorno a cui ruota tutto il resto.

Del resto, per quanto si voglia ripetere che "si può anche pregare in casa" e per quanto, questo invito, sia sinceramente gradito ai cristiani; allo stesso tempo non si può far loro credere che la Presenza di Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità nei Tabernacoli del mondo, sia uguale alla sua assenza. Insomma, è proprio la Presenza salvifica e santificante di Gesù Eucaristia, ancorché oggi digiunato e nascosto, la sostanza della loro stessa fede. Quindi, ben venga pregare a casa, come in ogni altro luogo, ben venga pregare di giorno e anche di notte; ma mettersi fisicamente in cammino per essere accolti nella Casa del Signore rimane, oggettivamente, Altra cosa.

Per tutto questo, abbiamo seguito con sconcerto la bagarre attorno al nuovo ed ennesimo decreto governativo (decreto-legge n. 19 del 2020) contenente la possibilità prima di chiudere, poi di limitare, l’accesso dei fedeli ai luoghi di culto. Tutti gli interrogativi di natura giuridica, rispetto a tale disposizione, sono oggi puntualmente affrontati da questo quotidiano: il magistrato Giacomo Rocchi spiega infatti come il recarsi in chiesa sia un atto pienamente legittimo e previsto dal nuovo decreto, seppur in forma indiretta. Il nostro Andrea Zambrano invece, facendo un giro tra le procure, mostra come nei fatti la questione sia tutt’altro che risolta, in quanto Polizia e Arma spesso respingono le autocertificazioni per ragioni di culto.

In attesa di un necessario chiarimento nero su bianco, tra Governo e Cei, vorremmo far notare una verità molto semplice, che però sta a monte di ogni riflessione al riguardo.

Se in questa Emergenza Coronavirus la ratio di ogni provvedimento restrittivo delle libertà individuali è quella di eliminare i contatti tra la gente, per evitare la diffusione del contagio, allora ci si domanda: quale luogo è più sicuro di quello privo di ogni possibile assembramento di persone perché, addirittura, vuoto?

A beneficio di tale riflessione abbiamo fatto un giro per le chiese di una delle città d’Italia a più alta densità di popolazione: Milano (e dintorni). Ecco come si sono presentate le chiese ai nostri occhi proprio in questi giorni:

CHIESE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: FOTOGALLERY

Siamo certi che quanto avete visto in queste immagini, può essere facilmente replicato in ogni città del nostro Paese: le chiese sono vuote. È chiaro, dunque, che siamo di fronte all’assenza di ogni ragione che renda giustificabile un qualsiasi intervento restrittivo o limitativo dell’ingresso dei fedeli nei luoghi di culto e di tutto ciò che ne consegue.

È invece vero il contrario: andare a far visita al Signore, nella sua Casa, è un’esperienza di fede che va difesa e sollecitata, oggi più che mai. Infatti, se si rispettano responsabilmente tutte le norme igienico-sanitarie (le ricordiamo: uscire solo se privi di qualunque sintomo, muniti di mascherina e mantenendo una distanza di almeno un metro e mezzo dalle altre persone), non vi è alcuna ragione per temere e farsi privare di un bene così grande.

Si è detto e ripetuto che, in questo momento così difficile, ognuno deve pensare responsabilmente al bene di tutti. Ebbene, quale regalo più grande possono fare i cristiani, se non quello di mettersi ai piedi del Santissimo ed implorare Pace e Salvezza a beneficio dell’Italia e del mondo intero? Infatti, solo andando presso Colui che tutto può, potremo vedere coi nostri occhi che, tra le braccia di Dio, non esiste paura che non possa diventare Speranza. E, anche la peggior maledizione, può essere trasformata da Dio in una benedizione per il cammino di Salvezza di ogni uomo. Perciò coraggio: andiamo in chiesa, Gesù ci sta aspettando!