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LETTERE IN REDAZIONE

Ancora sulla missione Una testimonianza e un invito

Ho avuto la "fortuna" di annunciare Gesù Cristo per la prima volta nella storia tante volte, e mi sono accorta che solo l'annuncio esplicito del Vangelo era la strada lunga, difficile, ma sicura per raggiungere anche solo obiettivi di salute pubblica!


Gentile redazione,

partecipo anch'io al discorso che "Occorre guadagnarsela la qualifica di missionario",  specialmente qui in Italia.

Sono stata missionaria in Guinea Bissau per 14 anni, le attività sociali che ho portate avanti vanno dal lavoro come medico, a una cooperativa agricola, ai pozzi da fare, alle pappe da inventare e insegnare, oltre agli impegni in linguistica e ricerche culturali. Potevo fare il medico (sono infemiera professionale) 24 ore al giorno, ma con la consapevolezza che bisogna sì rispondere ai bisogni immediati soprattutto in questo campo, ma non fermarsi ad essi soltanto, E cercare strade per cambiare gli aspetti negativi della mentalità-cultura, per costruire un futuro diverso.

Ho avuto la "fortuna" di annunciare Gesù Cristo per la prima volta nella storia tante volte, e mi sono accorta che solo l'annuncio esplicito del Vangelo era la strada lunga, difficile, ma sicura per raggiungere anche solo obiettivi di salute pubblica! E' stata quindi logica la conseguenza di ridurre l'attività assistenziale per dare tempo alla catechesi degli adulti.

Tanti anni per pochi risultati, si direbbe di qua. Ma anche solo un cristiano a est della parrocchia, un altro a ovest, centro e così via sono sufficienti per cambiare la qualità concreta della vita: gestione dei soldi, della fattoria, dei figli a scuola oppure no, curati all'ospedale oppure no... qualità della famiglia, relazione con le persone, impegno sociale. Per ciascuno di questi aspetti e anche altri che non nomino per non dilungarmi troppo, avrei esempi concreti, ma li tralascio.

Certo noi parliamo qui spesso quasi esclusivamente dell'impegno sociale e caritativo delle Chiese dove siamo, e realmente io dico la chiesa è la porta della speranza dove sopratutto i poveri trovano accoglienza. Ma non basta, la storia e la qualità della vita la cambia il Vangelo! Ma dirlo di qua è come dire o una cosa senza contenuto o d'altri tempi, anche in ambienti cattolici.

Chi crede in questo soprattutto perché lo ha visto, è un emarginato ecclesiale! A volte penso che sia meglio stare zitta nella mia attività di animazione missionaria ma come si può tacere una Verità così lampante per me? Mi sentirei di tradire non solo il Vangelo ma le stesse persone alle quali mi rivolgo. Certo se parlo di pozzi da costruire, bambini da salvare, adozioni da fare sono più valorizzata. E' come se il bene non avesse più Dio e la sua Verità come fondamento e causa!

Mi è piaciuta quindi la provocazione: "Occorre guadagnarsela la qualifica di missionario". E spero che ritorni anche qui la felicità e la fierezza di dire: Io sono cristiano!

Cordiali saluti

Sr. Maristella De Marchi,
misssionaria dell'Immacolata - Pime

Cara sr. Maristella,

lei dice cose vere e importanti, descrive con semplicità e immediatezza la bellezza dell'annuncio missionario ma anche il dramma dei nostri cattolici, incapaci di andare oltre l'opera sociale. La sua testimonianza e quella di religiosi e religiose come lei è molto importante per riportare Cristo al centro della missione. La Bussola Quotidiana non solo è aperta al vostro contributo, ma vi invitiamo - invitiamo tutti i missionari che ci leggono - a inviare le vostre esperienze di missione, perché emerga attraverso i fatti vissuti la bellezza dell'annuncio di Cristo e la convenienza umana di una vita vissuta nella Verità. (riccardo cascioli)