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Induismo

Ancora false accuse in India a una residenza cattolica per ragazze

Un centro di accoglienza gestito dai carmelitani è stato accusato di essere privo di licenza e della scomparsa di 26 ragazze, accuse rivelatesi infondate

In India, nello stato del Madhya Pradesh, le istituzioni educative cattoliche continuano a essere perseguitate dal presidente della Commissione nazionale per la protezione dei diritti dell’infanzia, Priyank Kanoongo, esponente del Bjp, il partito nazionalista indù al governo. Kanoongo continua a presentare false accuse di diritti violati e irregolarità che non reggono mai alle verifiche, ma creano problemi ai dirigenti delle istituzioni e allo svolgimento delle attività educative e assistenziali. Questa volta è toccato all’Aanchal Girls’Hostel, una residenza gestita dai carmelitani della Beata Vergine Maria Immacolata a Tara Sevania, un villaggio alla periferia di Bhopal, che ospita decine di ragazze minorenni, di età compresa tra sei e 18 anni, provenienti da diversi stati del paese. Il 4 gennaio Kanoongo ha eseguito una visita a sorpresa alla struttura. Esaminando i registri ha verificato che 26 delle 68 ragazze indicate come ospiti erano in quel momento assenti. Ne ha quindi denunciato la scomparsa e inoltre ha dichiarato che l’istituzione era priva di licenza e che vi si convertivano a forza al cristianesimo le ragazze, tutte di fede indù. Questo ha portato all’arresto di padre Anil, uno dei sacerdoti, e all’avvio di una indagine da parte della polizia. Puntualmente però l’indagine ha dimostrato l’infondatezza delle accuse. È stato accertato che le 26 ragazze “scomparse” semplicemente erano tornate per loro libera scelta a casa per trascorrere in famiglia le vacanze natalizie. Il 6 gennaio padre Johnshibu Pallipatt ha poi chiarito con un comunicato che Aanchal è una residenza per ragazze regolarmente registrata. La polizia locale nel frattempo sta ancora verificando che non siano stati commessi abusi sulle ragazze e che nessuna sia stata costretta a convertirsi al cristianesimo. Questi interventi si traducono in “una costante interruzione della formazione dei bambini – ha commentato intervistato dall’agenzia di stampa AsiaNews monsignor Leo Cornelio, arcivescovo emerito di Bhopal – ogni minima anomalia e qualunque intricato cavillo legale vengono sempre invocati come motivo per spostare i minori. Questa è molestia e viene fatta solo perché la gestione è affidata a un'istituzione cristiana”.