Akita-Amsterdam, la lettera che mostra l’agire di Maria
Il 28 febbraio 1989 John Shojiro Ito, il vescovo che approvò le apparizioni di Akita, scrisse una lettera al suo omologo di Haarlem, mons. Henricus Bomers. Lo informò dei legami tra la statua della Madonna in Giappone e l’immagine della Signora di tutti i Popoli. E gli spiegò che, nella prima apparizione a suor Sasagawa, un angelo aveva pregato con lei la preghiera di Amsterdam. Città dove lo stesso Ito si recò in pellegrinaggio…
«Il Giappone si convertirà» (14 febbraio 1950, messaggio della Signora di tutti i Popoli a Ida Peerdeman)
Abbiamo già trattato due giorni fa il caso sorto attorno alla venerazione di Maria con il titolo di “Signora di tutti i Popoli” (vedi qui). Abbiamo visto che il vescovo emerito di Haarlem-Amsterdam, Joseph Marianus Punt, ha ricordato lo stretto legame con i fatti di Akita nella dichiarazione scritta del 15 settembre scorso, in cui ha ricostruito le principali tappe del dialogo tra Amsterdam e Roma in merito alle apparizioni occorse alla veggente olandese Ida Peerdeman e da lui riconosciute nel 2002.
Nella suddetta dichiarazione (a questo link nella traduzione integrale in italiano), monsignor Punt richiama sinteticamente le vicende straordinarie di Akita, dove una statua della Madonna fatta sul modello dell’immagine di Amsterdam versò lacrime e fu protagonista di altri eventi prodigiosi. Tali eventi, iniziati nel 1973, portarono il vescovo competente di Niigata, John Shojiro Ito, a riconoscere il carattere soprannaturale della mariofania il 22 aprile 1984. Sempre Punt ricorda che monsignor Ito (1909-1993) «fece un pellegrinaggio ad Amsterdam» e «scrisse una lettera (28 febbraio 1989) al vescovo di Haarlem», in cui confermava di aver approvato le apparizioni di Akita.
Ebbene, la lettera di monsignor Ito (in fondo, una copia dell'originale) è una testimonianza talmente bella del modo di operare della Divina Provvidenza che merita di essere conosciuta.
È appunto il 1989, epoca in cui la venerazione pubblica della Signora di tutti i Popoli apparsa ad Amsterdam è ancora proibita. Il vescovo giapponese, ormai emerito, scrive al suo omologo di Haarlem, monsignor Henricus Bomers, in risposta a una lettera ricevuta da quest’ultimo. «Mi lasci spiegare i collegamenti tra la “Signora di tutti i popoli” e la statua lignea della Madre celeste ad Akita, una città del Giappone settentrionale», scrive monsignor Ito subito dopo essersi scusato per il ritardo nella risposta.
Il presule nipponico racconta che tutto ha inizio dalla malattia di una religiosa, suor Kotake, dell’istituto delle “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù nella Santa Eucaristia”. La suora guarì dopo aver bevuto dell’acqua proveniente da Lourdes. Sentì dunque il desiderio di far realizzare una nuova statua della Madonna in segno di gratitudine per la grazia ricevuta. Una sua consorella, che aveva letto la storia delle apparizioni di Amsterdam, le raccomandò allora di far scolpire la “Signora di tutti i popoli”. Suor Kotake fu d’accordo «e chiese a un artista giapponese di scolpire una statua lignea consegnandogli un’immagine della “Signora di tutti i popoli” come modello di riferimento».
Monsignor Ito prosegue la sua missiva confermando a Bomers di aver già dato cinque anni prima, con tutti i crismi del caso, l’approvazione ecclesiastica: «Ho riconosciuto e dichiarato il carattere soprannaturale delle apparizioni mariane di Akita dopo 10 anni di indagini [che furono condotte con l’ausilio dell’Università di Akita, ndr] e attente considerazioni (…). Ho stabilito una commissione ecclesiastica in Giappone sulla base di un consiglio della Santa Sede in tal senso. Anche la commissione ha indagato sui misteriosi eventi e riconosciuto l’autenticità soprannaturale delle apparizioni della Madre celeste ad Akita».
Ito rammenta quindi la lettera pastorale dell’aprile 1984 in cui annunciò ai fedeli la sua decisione, emanata nella sua autorità di Ordinario del luogo in accordo alle apposite Norme della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il vescovo di Niigata invita pure monsignor Bomers a leggere quella sua lettera pastorale nella traduzione in francese contenuta nel libro “Notre-Dame D’Akita” che lo stesso Ito (con cortesia nipponica) gli ha mandato a parte.
Ma non è finita. Insieme alla statua, infatti, c’è «un altro collegamento tra le apparizioni mariane ad Akita e la “Signora di tutti i popoli”», scrive ancora il buon Ito, che poi spiega di che si tratta:
«Quando suor Agnese Katsuko Sasagawa [la veggente, ndr] ricevette il primo dei tre messaggi di Maria attraverso la statua lignea della Madonna di Akita il 6 luglio 1973, le apparve anche un angelo e recitò la preghiera della “Signora di tutti i popoli” con suor Sasagawa. Leggi per favore la pagina 45 di “Notre-Dame d’Akita” in modo da avere più dettagliate informazioni su questo punto».
Abbiamo accennato al pellegrinaggio di monsignor Ito ad Amsterdam, dove si trova la cappella con il dipinto originale della Signora di tutti i popoli: ma Ito vi fece qualcosa di importante? Sì, ed è sempre lui a riferirlo al vescovo che sedeva sulla cattedra di Haarlem:
«Non sapevo che è proibito visitare la cappella della “Signora di tutti i popoli” [la venerazione pubblica, dopo il benestare di Roma nel 1995, fu approvata da Bomers solo nel ‘96, ndr] e celebrare la Santa Messa in cappella. Perciò, sono stato lì e ho celebrato Messa in privato. Se la mia visita ti ha causato qualche seccatura, ti prego di perdonarmi».
Al di là delle tre fugaci visioni del 1917 (la prima il 13 ottobre, ultimo giorno del ciclo di Fatima, quando vide una “bianca Signora”), le apparizioni a Ida Peerdeman erano iniziate il 25 marzo 1945, 600° anniversario del miracolo eucaristico di Amsterdam. Dall’altra parte del mondo, ad Akita, la Madonna si era poi manifestata a una religiosa di un istituto con il carisma dell’adorazione eucaristica. E sul finire degli anni Ottanta un vescovo venuto dal Giappone, ignaro di un ‘particolare’, aveva dato un ulteriore sigillo al legame divino tra Maria e l’Eucaristia. Ad Jesum…
LETTERA DI MONSIGNOR J.S. ITO A MONSIGNOR H. BOMERS (28 febbraio 1989)