Addio maggiordomo, l'assassino ora è il pro family
Il diktat omosessualista abbatte un nuovo muro ed entra nelle case degli italiani con la fiction più amata: politico autorevole che è contro il matrimonio gay ed è per la famiglia tradizionale. Per Montalbano è stato un attimo trovare il volto dell'assassino della giovane prostituta uccisa nell'orgia assassina. Il tutto grazie a mamma Rai alla quale paghiamo il canone.
L’assassino non è più il maggiordomo. Svecchiamo anche il cliché dei gialli. Anche perché: chi ce l’ha più in casa un maggiordomo? Meglio puntare su categorie più rintracciabili nella società. Insospettabile, autorevole, rassicurante e rispettabile: un buon assassino deve avere queste caratteristiche sennò il caso viene chiuso alla prima pagina e addio divertimento. Facciamo un identikit? No, perché il finale sennò è presto detto.
Montalbano, fiction numero due della stagione andata in onda lunedì sera con il solito e giustificato codazzo di pubblico italico sdivanato. Merita, Luca Zingaretti è bravo, il format è rodato, dunque avanti così.
Su Rai Uno inizia la puntata “Come voleva la prassi”. Una povera ragazza viene trovata nuda ai piedi di un portone di un palazzo del centro storico di un paese siciliano. E’ morta: presenta ecchimosi, ferite, contusioni. Insomma è proprio messa male; arriva Montalbano che inizia a chiedere ai vicini di casa: mai vista e conosciuta. E ti pareva; poi il nostro segugio riesce a trovare una pista nel torbido mondo della prostituzione d’alto bordo; mentre scava tra le escort di lusso va a mangiare nel suo ristorante preferito sul mare dove tra un trionfo di crostacei e frutti di mare si imbatte nel telegiornale locale dove il sindaco del paese, che è anche parlamentare, risponde ad una domanda sui matrimoni gay: "Non è ammissibile che lo Stato italiano possa giustificare e ammettere il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Noi siamo per una famiglia sana, tradizionale e che ha comune unico obiettivo la procreazione". Avercene di politici così, ma andiamo oltre.
Come vuole la prassi, verrebbe da dire, parafrasando il titolo della puntata: politico, siciliano, di chiara estrazione tardo-post-vetero democristiana, un po’ pingue. Guarda un po’: vuoi vedere che l’assassino è proprio lui, sobbalzano i telespettatori davanti alla tv?
Montalbano lo fissa con lo sguardo serio e pensoso, quello a cui ci ha ormai abituato quando chi gli sta davanti non lo convince per niente. Ma si va avanti. L’inchiesta prosegue, scava, scava e scava e del deputato, tale Palladino, che è anche il sindaco del paese, non c’è più traccia. Boh. Sarà stato un caso, forse un contentino alla legge non scritta dell’indottrinamento catodico delle masse in chiave gay friendly.
Dopo un’ora e quaranta di indagini la svolta: il commissario riesce ad avere un dvd misterioso che visiona davanti ai suoi colleghi. C’è una scena raccapricciante di orgia assassina, le ragazze tutte nude, i maschi coperti da un cappuccio massonico e le mascherine alla Eyes wide shut. Poi si vede una di loro che viene accoltellata da un manzo nel gruppo e subito dopo: eureka! Un uomo dalla corporatura possente si avvicina al corpo della donna per assicurarsi che sia morta, l’inquadratura indugia su una voglia che ha sul collo.
“Ma non è per caso il sindaco Palladino? - chiede Montalbano – quello che è contro i matrimoni gay ed è per la famiglia tradizionale e la patria?”, si chiede sardonico strizzando l'occhio al telespettatore. In fatto di agnizione finale, stavolta la penna di Andrea Camilleri ha partorito un escamotage davvero scontato, roba da commedia di Plauto. “Sì sì, è proprio lui”.
Come vuole la prassi. A quel punto a Montalbano non resta che andare a trovare il Palladino. Lo incontra mentre saluta i figli che vanno a scuola accompagnati dall’uomo della scorta, perché il cliché vuole anche un po’ di peculato. Consegna del dvd tra le mani tremanti del deputato scoperto, "si trovi un buon avvocato", "non provi a distruggerlo perché ne ho fatto altre dieci copie come voleva la prassi", manette e fine della puntata.
Morale della storiella: l’assassino della prostituta è il politico che si batte per la famiglia tradizionale e contro i matrimoni gay. Verrebbe da titolare: l’assassino è Giovanardi, se non fosse che è di Modena e non di Ragusa. Ma il senso lanciato dagli autori, e dunque da Camilleri che figura tra gli sceneggiatori anche della fiction, è presto detto: chi non vuole i matrimoni gay ha degli scheletri negli armadi. Vi staneremo tutti.
Ecco fatto, con tanto di canone già pagato, Montalbano è una produzione Rai, l’equazione che i politici che difendono la famiglia sono dei corrotti o dei mafiosi. E’ un vecchio cliché, ma stavolta c’è l'aggravante delle nozze gay, che da quel tocco di novità in più.
L’indottrinamento di mamma Rai a favore della cultura omosessualista, dopo trasmissioni ad hoc e fiction apposite, vira decisamente sul genere thriller: non basta più presentare l’omosessuale come elemento positivo della storia, bisogna stanare tutti quelli che non sono d’accordo. Come? Con una fiction amata e seguitissima, di buona qualità e molto politically correct, fin troppo.
A questo punto vedremo come saranno le prossime puntate. Scommettiamo che il prossimo obiettivo sarà un prete, che legge ancora San Paolo e quelle cose ormai datate su fornicazione e omosessualità? Chissà quali porcherie gli faranno combinare al poveretto…?