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CHINA PERICOLOSA

Aborto, i Dem Usa soffiano sulla guerra civile

Proseguono le violenze negli Usa in reazione alla bozza anti-aborto della Corte Suprema. Scandalose affermazioni della portavoce della Casa Bianca che appoggia - contro la legge - i manifestanti presso le case dei giudici. La stampa liberal evoca scenari da guerra civile e il sindaco Dem di Chicago esorta a “imbracciare le armi”.

Attualità 12_05_2022
Jen Psaki

Non smette di stupire l’evoluzione violenta del dibattito in corso negli Stati Uniti, dopo l’illegale pubblicazione (vedi qui) della bozza di sentenza che potrebbe metter fine alla legalizzazione federale dell’aborto. La grave situazione dei giorni scorsi si è arricchita ancora una volta di incredibili fatti accaduti nelle ultime 48 ore. In particolare: le dichiarazioni della Casa Bianca che appoggiano l’assedio alle abitazioni dei giudici supremi e il silenzio del Dipartimento di Giustizia; le inquietanti e continue minacce e assalti subiti da chiese e centri pro vita e il sostegno che queste azioni ricevono da stampa liberal e politici Democratici; i dibattiti allucinanti e i voti farseschi in Senato e, infine, come tutto ciò venga manipolato ad arte e a fini politici dai Dem, nel tentativo di distrarre l’opinione pubblica dai problemi economici.

Alla Casa Bianca sono giorni di confusione. Se per un verso si erano condannati gli atti vandalici di domenica 8 maggio nelle chiese, per altro verso martedì la portavoce uscente Jen Psaki ha voluto chiarire che il presidente Biden sostiene i manifestanti pacifici a dimostrare tutto il loro sdegno verso la possibile decisione contro l’aborto. Tutto ciò stride con la realtà, che di fatto mostra come e quanto questi dimostranti - violenti gruppi abortisti e Antifa - non siano per nulla pacifici né civili.

L’attentato esplosivo contro una chiesa sventato nei giorni scorsi a New York, il tabernacolo rubato da una chiesa di Kety (Texas), gli atti vandalici alla chiesa di Fort Collins (Colorado), insieme ai danni subiti da diversi centri pro life nel Paese e al continuo assedio di manifestanti verso le abitazioni di tutti e sei i giudici conservatori (anche se il presidente Roberts non si è ancora espresso sulla bozza di sentenza), dimostrano l’esatto contrario di ciò che afferma la Casa Bianca. Il sostegno dell’Amministrazione Biden ai disordini e alle proteste è palese, se consideriamo che il Dipartimento della Giustizia, pur avendo l’obbligo di legge federale di perseguire i manifestanti che protestano nei pressi delle abitazioni dei giudici supremi per condizionarne il giudizio, non ha ancora mosso un dito per intervenire. Nulla ha fatto neanche ieri, mercoledì 11 maggio, quando da giorni era nota la manifestazione degli assedianti abortisti a tutte le residenze dei sei giudici. Joe Biden li sostiene, insieme a moltissimi parlamentari Democratici. E il capo del Dipartimento di Giustizia, Merrick B. Garland, tace.

Al peggio fanno pensare le voci della stampa, a partire dal New York Times, che aizzano le folle e spingono verso l’occupazione permanente di strade e piazze per protestare sine die. Secondo il Guardian, in sintonia con la stampa liberal americana, la possibile decisione della Corte Suprema porterà ad una grande “guerra civile”. Il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot, del Partito Democratico, ha chiesto pubblicamente sui social di “imbracciare le armi” per difendere l’aborto contro la Corte Suprema. La strategia dei Democratici è chiara: lo scontro deve continuare, costi quel che costi, sino al prossimo novembre e diventare l’oggetto delle elezioni di medio temine. Anche a costo di magre figure. Vedi, in questo senso, la dimostrazione di impotenza dei senatori Democratici andata in scena ieri, con il voto - respinto, anche grazie al senatore Dem Joe Manchin - sulla calendarizzazione della radicale proposta di federalizzare l’aborto senza limiti e con un testo che, paradossalmente, non contiene neanche il temine donna o mamma per non scontentare la lobby Lgbt.

I Democratici e gli abortisti usano di tutto e tutti pur di perseguire i propri piani distruttivi della nazione e dell’ordinamento americano. Persino il segretario al Tesoro Janet Yellen, nell’audizione martedì al Senato sulla preoccupante situazione economica e la crescita dell’inflazione nel Paese, ha assecondato le pretese abortiste lanciandosi in un’azzardata e vergognosa affermazione ufficiale: “La decisione della Corte Suprema porterebbe a una grave crisi economica”, perché le donne non potrebbero più lavorare liberamente.

Ovviamente i Repubblicani non lasciano passare sotto silenzio le indecenti azioni e affermazioni che si fanno in questi giorni e - pur non retrocedendo di un millimetro sul diritto alla vita del concepito, la libertà di culto e il rispetto all’indipendenza della Corte Suprema - puntano il dito sugli impressionanti fallimenti di questo anno e mezzo di amministrazione dei Democratici. L’inflazione registrata ad aprile, i cui dati sono stati pubblicati ieri, è all’8,3%, dopo che a marzo era all’8,5%, il peggior dato degli ultimi 40 anni; i prezzi del pane sono cresciuti dell’11% in un mese e tutti i prodotti alimentari hanno costi mai visti da decenni.

Il presidente Biden affronta un gravissimo calo di consensi in tutto il Paese, solo il 2% degli americani è soddisfatto del suo lavoro in campo economico, il 77% è molto preoccupato, secondo un sondaggio della CNN. Non mancasse altro, nel primo anno di Biden, il numero di morti per overdose ha superato quota 100 mila, un record. La stragrande maggioranza degli americani è quindi preoccupata di altro.

E comunque il giudice Clarence Thomas ha chiarito come “la Corte Suprema non si farà bullizzare” da proteste di piazza e minacce politiche. La maggioranza dei giudici continua a sostenere la bozza di Samuel Alito, l’unica bozza di sentenza in discussione ad oggi. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti fa bene ad indire una giornata di preghiera e digiuno per il 13 maggio - festa della Madonna di Fatima - per la fine dell’aborto. Che faranno Biden e i CattoDem americani?