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RISOLUZIONE ILLEGITTIMA

Aborto come diritto assoluto: l'Europa forza la mano

Un documento approvato in una delle Commissioni del Parlamento europeo, palesemente contrario al diritto internazionale ed europeo, vorrebbe imporre aborto libero, educazione sessuale nelle scuole, divieto alla obiezione di coscienza: tutto palesemente illegale.

Vita e bioetica 12_05_2021

Siamo al tragicomico. Un documento approvato in una delle Commissioni del Parlamento europeo, palesemente contrario al diritto internazionale ed europeo, vorrebbe imporre aborto libero, educazione sessuale nelle scuole, divieto alla obiezione di coscienza: tutto palesemente illegale. La tragicomica dimostrazione di come si sta costruendo una Europa eterodiretta dalle multinazionali di aborto (e LGBTI), assolutamente irrispettosa delle competenze degli Stati e delle stesse carte fondamentali dell’Unione.

Il 25 marzo 2020 scorso, il deputato socialista croato Perdrag Matic aveva presentato un progetto di risoluzione sulla situazione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi nell'Unione europea, anche se questa competenza è esclusiva degli Stati membri ed in violazione del diritto internazionale e di Trattati e Carte europee. Il testo finale del Report e della Risoluzione approvata ieri alla Commissione FEMM (Commissione per i diritti delle donne e uguaglianza di genere) del Parlamento europeo, non era in possesso dei deputati della Commissione durante voto né era disponibile nel sito del Parlamento sino al tardo pomeriggio di ieri.

Eppure è stato approvato con 27 voti a favore (Popolari, Socialisti, Verdi, Liberali e Sinistre), 6 contrari (Conservatori, Identitari e la deputata spagnola dei popolari) ed un conservatore astenuto. Già questo fatto, incredibile, di votare un testo finale di cui non si è in possesso a causa degli emendamenti approvati in Commissione il giorno precedente (10 maggio), lascia un senso di tragica ironia. In ogni modo, il comunicato stampa della Commissione FEMM del parlamento europeo, pubblicato alle 14.15 (un ora e trenta minuti circa dopo la chiusura delle votazioni) è chiaro: si chiede a tutti i paesi europei di riconoscere il diritto assoluto all'aborto, di assicurare l’accesso a tutti i diritti sessuali e riproduttivi, diffondere l’uso delle pillole abortive (causa Covid), garantire l’accesso alla educazione sessuale completa ai bambini della scuole primarie (6-13anni) e secondarie (14-18 anni) e, di conseguenza, di abolire l'obiezione di coscienza. Tutte palesi violazioni del diritto europeo e del diritto internazionale.

Il rispetto della competenza degli Stati membri in materia di salute, ad esempio, è in linea con il principio di sussidiarietà sancito dai trattati europei, in particolare il Trattato dell’Unione europea del 2012 (art. 5). La stessa Commissione promuove solo la cooperazione tra gli Stati membri ma non può imporre un “diritto all'aborto”, né una «educazione sessuale completa per i bimbi» ma solo linee generali (condivise) su queste materie. Per questa chiara incompetenza europea in materia, era stata bocciato nel 2013 il famigerato Rapporto e Risoluzione Estrella.

Ebbene, i testi approvati ieri sono un copia, nemmeno troppo aggiornata, di quelli respinti otto hanno fa. Lascia interdetti che la Segreteria della Commissione, l’Ufficio di Presidenza del Parlamento Europeo e quello del Regolamento, abbiano consentito di calendarizzare, discutere e votare una Risoluzione illegale, illegittima e, per di più, largamente fotocopiata da un testo precedentemente respinto per incompetenza dell’Aula. Il testo andrà in votazione nella Plenaria del Parlamento il prossimo giugno.

Impossibile immaginare che gli organi parlamentari non si siano accorti di questi vulnus, quindi la scelta è stata politica, di una politica che straccia norme e trattati vincolanti e li supera per affermare i propri desideri, sostenuti grazie ad una tracotante maggioranza. Tutti sappiamo che le risoluzioni approvate dal Parlamento europeo non hanno valore giuridico vincolante, ma è altrettanto vero che esse possono  esser usate dai vari Commissari Europei, Governi nazionali e dalle opposizioni politiche in ogni Stato per legittimare decisioni o promuovere iniziative.

Un altro aspetto che rende incredibilmente illegale la votazione di ieri, è laddove si afferma un "diritto all'aborto" eppure, anche in questo caso, è noto che nessun trattato di diritto internazionale riconosce un "diritto all'aborto" né lo include nel campo della salute sessuale e riproduttiva, anzi tutto ciò è escluso. Il solo trattato internazionale che menziona i "diritti sessuali e riproduttivi", la Convenzione e Protocollo Opzionale dei Diritti per le persone disabili, non include l'aborto.

La Dichiarazione del Cairo del 1994 aveva già escluso l'aborto e piuttosto affermato che proprio l’aborto non dovesse essere considerato un mezzo legittimo di pianificazione familiare (art.8). Il diritto all’aborto non esiste nemmeno se consideriamo le varie Carte dei diritti europei: non lo prevede la Convenzione europea dei diritti umani né la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Anzi la Corte di giustizia dell'Unione europea nel 2011, ha riconosciuto la dignità umana degli embrioni umani.

Il Parlamento Europeo, tra qualche mese si troverà dunque a votare un testo illegale, contrario non solo ai diritti e convenzioni internazionali ed europee, ma pure contrario a quella libertà di coscienza che la Carta Universale dei Diritti Umani sancisce. Tutto ciò era ben noto a Matic e ai Parlamentari europei che hanno sostenuto (senza che fosse disponibile un testo finale) il suo Report e la Risoluzione ieri. Cui Prodest dunque? L’iniziativa di Matic e della Commissione FEMM ha dunque un unico scopo ragionevole, quello di mostrare la totale lealtà e sostegno alle multinazionali dell’aborto e ribadire il disprezzo per la maternità, la vita del concepito, l’equilibrata educazione dei bimbi e la competenza degli Stati membri della UE. Un gran brutto gesto, a pochi giorni dalla apertura della Conferenza sul Futuro dell’Europa dello scorso 9 Maggio, una decisione che conferma le nostre preoccupazioni: c’è chi prepara una tirannia in Europa.