Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

USA

A Nazareth (Pennsylvania) non si può citare il Vangelo

C'è una cittadina chiamata Nazareth. E come nei primissimi tempi del Vangelo viene vietato il Vangelo, nel nome del politically correct. Anche se è una citazione su un cartoncino per San Valentino da distribuire in una scuola elementare.

Libertà religiosa 02_06_2014
Nazareth (Usa)

Nazareth è la celeberrima cittadina israeliana di cui era originario Nostro Signore Gesù Cristo. In quei luoghi, infatti, il Salvatore trascorse l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, prima di dedicarsi alla missione per cui si è incarnato. Era noto, per l’appunto, come Gesù il Nazareno. Nazareth è, però, anche una ridente cittadina americana della Pennsylvania, nella contea di Northampton, famosa per il circuito automobilistico che vi sorge, la Nazareth Speedway, una pista ovale, utilizzata per le competizioni di Formula Champ Car. Il perché di questa digressione geografica è presto detto. Presso la Floyd Schafer Elementary School della Nazareth americana, durante la tradizionale distribuzione dei cartoncini augurali di San Valentino, ad un alunno è stato impedito di utilizzarne uno a sfondo religioso, con cui, citando un passo del Vangelo di Giovanni (3:16), voleva ricordare ai compagni di classe quanto Dio li amasse. Immediata la reazione del preside della scuola. Secondo la dirigente, infatti, il testo contenuto nel cartoncino viola l’art.220 del NASD policy, il ferreo regolamento del Nazareth Area School District, il quale proibisce agli studenti «l’uso di espressioni verbali o scritte che possano propagandare la superiorità di una particolare denominazione religiosa, di una setta, o di un’opinione».

I due genitori del bambino, Donald ed Ellen Abramo, hanno deciso di rivolgersi all’associazione ADF, un gruppo di avvocati che si batte per la libertà religiosa – una versione americana dei Giuristi per la Vita – e citare in giudizio la scuola. Matt Sharp, uno degli avvocati incaricati, ha commentato la vicenda affermando che «le scuole pubbliche dovrebbero incoraggiare e non sopprimere, la libera circolazione di idee», e che «citare un versetto della Bibbia non si può considerare incostituzionale». Quest’ultima precisazione era rivolta a contestare la tesi del legale della scuola, secondo cui «la Costituzione proibisce a chiunque l’imposizione del proprio credo religioso ad altri soggetti», tesi posta alla base del divieto di distribuzione dei predetti cartoncini.

Tanto per rendere un’idea del soffocante clima politically correct che appesta la Floyd Schafer Elementary School, è sufficiente dire che persino la stessa dizione della festa di San Valentino, è stata cambiata in “Festa dell’amicizia”. Il riferimento al santo evidentemente ha urtato la sensibilità laica dei dirigenti scolastici.

Nella Nazareth del primo secolo fu il Sinedrio, inizialmente, a proibire l’annuncio della lieta novella. A causa di quel divieto San Paolo agì per via giudiziaria ricorrendo all’istituto dell’appellatio ad Caesarem, grazie al quale venne condotto a Roma, processato e assolto dal prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro. Nella Nazareth americana del XXI secolo, a vietare la diffusione dell’Evangelo ci hanno pensato i dirigenti del Nazareth Area School District. L’appello questa volta è stato promosso presso la Corte Distrettuale dell’Eastern District of Pennsylvania, che si spera dimostrare la stessa saggezza dell’antico collega Sesto Afranio Burro.

Singolare, comunque, che un simile episodio anticristiano sia accaduto in una cittadina americana che si chiama Nazareth. Il diavolo, a volte, riesce a rivelare davvero una perfida ironia.