A difesa del cattolico Pagano, scivolone infelice a parte
Quella di Pagano su Silvia Romano è chiaramente una provocazione. D'accordo, ma il politically correct pronto ad avventarsi su di lui, contringe a prendere le sue difese, nonostante lo scivolone evidente. Perché Pagano è un cattolico vero che si è battuto in questi giorni per la libertà della Chiesa.
Immaginate di dover varcare un precipizio su un ponte militare di corde, di quelli a tre cavi: a due ti reggi e sul terzo deambuli. Immaginate di doverlo fare in una situazione in cui sei circondato di fiere che non aspettano altro che un tuo passo falso per avventarsi su di te. E tu fai lo scivolone ed ecco levarsi l’urlo di trionfo corale, un boato infernale tal quale quello che si levò da mezzo parlamento quando Matteo Salvini brandì il rosario in aula.
Mezzo, cioè la metà emiciclo in cui siede la sinistra. Perché il paragone non è inappropriato? Perché il deputato Alessandro Pagano è uno dei pochi (se non il solo) parlamentare dichiaratamente cattolico. Ultimamente si è battuto a testa bassa per la riapertura, anzi la non chiusura, delle chiese e la liberalizzazione (mi si passi il termine) delle messe & cerimonie religiose, cosa che, tra parentesi, salverebbe la categoria dei fiorai e florovivaisti, la cui principale fonte di reddito proviene da matrimoni, funerali, prime comunioni, cresime, feste di Santi.
Pagano è quello che ha fatto inserire gli emendamenti che consentiranno il ritorno in chiesa dei fedeli, sia pure con tutte le limitazioni che la pletora di «esperti» ha imposto al popolo bue. Pagano, malgrado il cognome, è un cattolico di quelli che piacciono a me, e chi mi conosce e segue sa che cosa intendo. Conosco Pagano da una vita, siamo amici da quarant’anni e so quel che dico. Per chi non mi conosce e segue come scrittore, giornalista e polemista mi limito a dire quali sono i cattolici che non mi piacciono: quelli che al franco confronto preferiscono l’inciucio dietro le quinte, siano pure vescovi e cardinali; quelli che adorano il potere e mammona pur se vanno a messa tutti i giorni; quelli che aspirano al Regno dei Cieli dopo essersi assicurato quello sulla terra; quelli che amano Gesù, ma non al punto di rinunciare a una vita comoda e senza scossoni. Di questi cattolici la politica è piena.
Ricordate le firme sulla legge per l’aborto? Erano tutti cattolici, ma giudicarono più impellente la tenuta del governo.
Ma torniamo a Pagano. Ho guardato attentamente il video, anche perché i tiggì (tutti: da qui la lotta a coltello per assicurarsene le direzioni) me l’hanno rifilato in tutte le edizioni, dando alla notizia maggior risalto che non ai trentunmila morti di coronavirus (31mila a oggi, e nessuno si chiede perché proprio in Italia). Nel video c’è Pagano che, sogghignando, esordisce con la frase-scandalo sulla «neo terrorista» partita Silvia e tornata Aisha. E’ chiaramente una provocazione, si vede e si sente benissimo.
Certo, si può dibattere sull’infelicità del termine, ma la sollevazione politicamente corretta a cominciare dalla Carfagna e culminata nello scoppio di furore di Fiano non vi pare un po’ esagerata? Meno male che alla Camera ci sono medici allegati, perché Fiano sembrava sul punto di cedimento delle coronarie. Ma Pagano è pure leghista, il che significa, per i padroni della comunicazione e della propaganda, portare un cartello con su scritto «sparatemi» sul petto. Ed ecco ribaltata, agli occhi dello spettatore medio, la prospettiva: c’è una tizia che va a fare la cooperante in Africa senza neppure un’assicurazione, viene rapita dai terroristi jihadisti e riconsegnata a patto che si converta all’islam (la copia del Corano che le hanno dato era in italiano, che gentili) e faccia pubblicità presentandosi con la divisa jihadista (nelle foto si vede bene che sotto il velo verde-coranico ha una gonna tipica delle donne somale; lo so perché ho avuto una colf somala).
Il tutto è costato al contribuente (anche quello leghista) una bella somma che volentieri avremmo preferito impiegare in mascherine. E le procure indagano sull’hate speech di quelli che si sono indignati. Non mi stupirebbe se anche Pagano finisse indagato. Pure l’Osservatore Romano gli ha dato addosso, all’incauto, perché ormai i preti suonano le campane a festa quando qualche cristiano diventa musulmano. Il sindaco di Milano manda i vigili sui Navigli per desertificarli causa pandemia, ma si eclissa davanti alla ressa attorno alla salvata. Già: è stata salvata da quelli del suo partito. L’Italia, (ex) gigante economico ma (sempre) nano politico. Se anziché pregare continuamente per i «poveri» pregassimo perché Dio ci mandi dei capi degni di tal nome, non ci sarebbero più poveri.