3.000 emigranti hanno forzato i confini del Guatemala diretti negli USA
Una carovana di emigranti dell’Honduras è entrata nel paese senza sottoporsi al test COVID-19 determinata a entrare poi in Messico e raggiungere la frontiera con gli Stati Uniti
Il Guatemala ha aperto le frontiere alla fine di settembre dopo sei mesi di chiusura decisi per impedire la diffusione del COVID-19. Il 1° ottobre circa 3.000 emigranti, per lo più honduregni, diretti negli Stati Uniti dove intendono chiedere asilo, si sono riversati nel paese alla frontiera di Entre Rios superando due cordoni di militari. In serata il presidente Alejandro Giammatei rivolgendosi alla nazione ha ordinato che gli honduregni fossero fermati e rimpatriati e, rivolgendosi agli emigranti, li ha invitati a tornare in Honduras spontaneamente. I funzionari dell’Ufficio immigrazione hanno dichiarato che gli emigranti hanno superato il confine senza sottoporsi al test per il COVID-19 previsto per gli stranieri che entrano nel paese. Molti inoltre non indossavano le mascherine. “Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, non solo sono entrati a forza, violando le regole d’ingresso, ma hanno anche violato le misure sanitarie adottate per proteggere i nostri cittadini” ha detto il presidente Giammatei. “Non ci importa della pandemia, è l’ultimo dei nostri pensieri” ha detto all’AFP un emigrante di 20 anni, Jefrey Amaya, che viaggia con un gruppo di giovani honduregni e che ha deciso di unirsi alla carovana degli emigranti illegali dopo aver letto un messaggio su un social network. Da alcuni anni migliaia di cittadini dell’America Centrale formano delle grandi carovane che entrano in Messico con l’obiettivo di raggiungere il confine con gli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha annunciato che il prossimo anno gli Stati Uniti accoglieranno non più di 15.000 rifugiati, mentre il suo avversario, Joe Biden, ha promesso di ammetterne 125.000. “Vogliamo il Sogno Americano, non ci fermerà nessuno – ha detto un altro emigrante, Miguel Artiga, 27 anni – qui o moriamo o di COVID-19 o di fame”.