2017, diminuiti i fondi per aiuti umanitari mentre la richiesta aumentava
Nel 2017 i fondi offerti per aiuti umanitari sono diminuiti del 7% mentre le richieste di aiuto aumentavano nel 19%
Nel 2017 gli aiuti umanitari sono diminuiti del 7% rispetto al 2016: 1,56 miliardi di dollari in meno, da 22,9 a 21,3 miliardi. Nello stesso periodo sono aumentate del 19% le richieste di aiuto, soprattutto a causa del numero crescente di profughi (in particolare in Yemen, Siria, Sudan del Sud e Repubblica Democratica del Congo). Il Servizio di monitoraggio finanziario dell’Onu riporta questi dati nel suo ultimo rapporto evidenziando che da tempo i paesi donatori non riescono a stare al passo con le richieste di fondi da parte delle agenzie delle Nazioni Unite e dei loro partner. Alle agenzie Onu nel 2017 è stato assegnato il 59% de fondi messi a disposizione, con in testa il Programma alimentare mondiale e l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. La maggior parte dei fondi proviene da un piccolo gruppo di paesi. I 15 donatori più generosi forniscono l’86% del denaro. Come nel 2016, Stati Uniti, Unione Europea, Germania e Gran Bretagna sono i paesi che hanno offerto più contributi. Gli Usa hanno concorso con circa il 30% del totale. Per contro altre grandi economie continuano a fare ben poco, anche nel 2017. Ad esempio, il contributo di Cina e Giappone, rispettivamente seconda e terza maggiore economia mondiale, è stato quasi irrilevante. A quelle governative vanno aggiunte le donazioni private alle Ong – non incluse nel computo – provenienti anch’esse in gran parte da fondazioni e privati di paesi occidentali. Ammontano ad almeno 5,5 miliardi di dollari. Medici senza frontiere, ad esempio, ha dichiarato di aver speso 1,4 miliardi di dollari, quasi interamente donati da privati.