200 fedeli tentano di impedire l’abbattimento del santuario mariano di Mujiaping
Dopo la chiesa rasa al suolo a Qianyang il 4 aprile, nella diocesi di Fengxiang altre chiese, almeno tre, rischiano di fare la stessa fine nei prossimi giorni e con esse il santuario di Mujiaping
La mattina del 9 aprile 600 tra agenti di polizia e funzionari governativi hanno raggiunto il santuario mariano di Mujiaping, nella diocesi di Fengxiang, Cina, con l’intenzione di abbattere l’edificio, la statua della Madonna situata al suo esterno e la scalinata che conduce alla porta istoriata da cui si accede al complesso del santuario. Ma, al loro arrivo, si sono trovati la strada sbarrata da circa 200 fedeli – uomini, donne, bambini – che, venuti a conoscenza dell'ordine di demolizione impartito dalle autorità, già la sera prima si erano radunati ai piedi della scalinata decisi a non lasciarli passare. Il santuario sorge nella provincia nord occidentale dello Shaanxi dove il 4 aprile, a Qianyang, nella stessa diocesi, è stata rasa al suolo l’unica chiesa, che raccoglieva circa 2.000 fedeli. Poiché la zona è molto povera, la chiesa era stata costruita con offerte provenienti da altre comunità della diocesi. Era diventata famosa perché si riteneva che vi fossero stati compiuti dei miracoli con l’acqua benedetta e per questo la gente vi si recava per procurarsi l’acqua miracolosa. Non si sa per quanto i fedeli a guardia del santuario potranno resistere. Oltre tutto nei prossimi giorni è previsto l’abbattimento di almeno altre tre chiese della diocesi. L’agenzia di stampa AsiaNews spiega che la diocesi di Fengxiang, dal 2017 guidata da monsignor Pietro Li Huiyan, è l’unica in cui né i fedeli né il vescovo sono iscritti alla Associazione patriottica, l’organismo di controllo sugli affari religiosi del Partito comunista. Ecco la ragione della violenza che sta colpendo fedeli e chiese. “Se non vi iscrivete – sembra che avesse dichiarato un funzionario – distruggiamo tutto”.