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Induismo

120 cristiani costretti a convertirsi all’induismo

Li hanno indotti ad abiurare con intimidazioni, escludendoli dai sussidi alimentari e proibendo loro di attingere l’acqua ai pozzi dei loro villaggi

I fondamentalisti indù vogliono che l’India sia un paese essenzialmente indù per religione e cultura e vedono quindi come una minaccia le frequenti conversioni al cristianesimo tra la popolazione tribale e tra i dalit, i fuori casta. Le contrastano accusando i cristiani di convertire con l’inganno, con espedienti, con la forza, promettendo vantaggi e attirando con regali. Sono ormai 11 su 28 gli stati della federazione che su richiesta dei fondamentalisti hanno adottato leggi che vietano le cosiddette conversioni forzate e sanzionano severamente chi ne viene giudicato colpevole. Inoltre esercitano pressioni, usando minacce e violenza, per indurre i convertiti al cristianesimo ad abiurare e abbracciare la fede indù o riconvertirsi ad essa nel caso fossero originariamente indù. Il 30 luglio circa 120 cristiani tribali di due villaggi del distretto di Koraput, nello stato orientale di Odisha sono stati costretti a convertirsi all’induismo. Hanno raccontato di aver subito pressioni e intimidazioni da parte dei nazionalisti indù locali e da esponenti del governo. Inoltre decisivo è stato il fatto che l’amministrazione locale li aveva esclusi dall’accesso ai sussidi per i generi alimentari di base, tra cui il riso e le lenticchie, e che i leader indù avevano impedito loro di attingere acqua ai pozzi dei loro villaggi. Alcuni erano cristiani non per essersi convertiti in età adulta, ma perché nati in famiglie cristiane da diverse generazioni. Per loro – 83 uomini e diverse donne appartenenti a 19 famiglie – è stata organizzata una cerimonia chiamata “ghar wapsi”, “ritorno a casa”, espressione che traduce la convinzione che tutti gli abitanti dell’India in origine fossero indù e che quindi la conversione alla religione induista rappresenta il ritorno alle proprie radici ancestrali La cerimonia consiste in una serie di rituali di purificazione intesi a “lavare” ogni traccia della fede cristiana.